Emoglobina
È una proteina, contenente ferro, presente nei globuli rossi del sangue e responsabile del trasporto di ossigeno dai polmoni ai tessuti. Nel viaggio di ritorno nel sangue venoso trasporta anidride carbonica ai polmoni successivamente espulsa con l’aria espirata.
La sua formazione avviene nel midollo osseo simultaneamente a quella degli eritrociti immaturi; in un globulo rosso esistono circa 350 milioni di molecole di emoglobina, ciascuna delle quali in grado di trasportare quattro molecole di ossigeno.
Le alterazioni di origine genetica della struttura primaria della molecola vanno sotto il nome di di emoglobinopatie (come l'anemia falciforme e la talassemia).
Valori normali
- Neonati: 17-22 g/dl
- Neonati (una settimana di vita): 15-20 g/dl
- Lattanti (un mese di vita): 11-15 g/dl
- Bambini: 11-13 g/dl
- Maschi adulti: 14-18 g/dl
- Femmine adulte: 12-16 g/dl
- Uomini dopo la mezza età: 12.4-14.9 g/dl
- Donne dopo la mezza età: 11.7-13.8 g/dl
N.B.
Le soglie possono variare leggermente da un laboratorio di analisi all'altro.
Per gli sportivi gli intervalli normali possono essere diminuiti di un'unità.
Valori sotto la media (anemia)
Il riscontro di bassi valori di emoglobina è piuttosto frequente. Nella maggioranza dei casi la carenza è di lieve entità, esente da condizioni patologiche e sintomi. Viene riscontrata più frequentemente nelle donne, sia per le perdite ematiche collegate al ciclo mestruale che per la crescente abitudine a seguire diete ipocaloriche povere di carne (la migliore fonte alimentare di ferro). Anche durante la gravidanza, i livelli di emoglobina tendono tipicamente a diminuire. Altri casi non patologici interessano gli atleti, i vegetariani, i soggetti anziani, i donatori di sangue.
Valori inferiori alla media possono essere causati da alcuni farmaci (chemioterapici, anti-retrovirali), da aplasia midollare, da collagenopatie, da deficit di ferro, da deficit vitaminici (B6, B12, B9), da emorragie, da epatopatie, da infezioni gravi, da insufficienza renale cronica, da ipotiroidismo, da leucemie, da morbo di Cooley, da morbo di Crhon, da metrorragia, da neoplasie maligne, da ulcera peptica, da morbo di Hodgkin, da splenomegalia (ingrossamento della milza), da talassemia, da vasculiti, da anemia falciforme, da porfiria.
Si hanno valori bassi durante processi emorragici acuti o cronici:
sanguinamento da una ferita, donazioni di sangue troppo frequenti, ipermenorrea (presenza di un flusso mestruale particolarmente abbondante), epistassi frequente (sangue dal naso ricorrente), emorragie gastro-intestinali (ulcera gastrica, cancro al colon...) od urinarie.
Sintomi
La malattia si manifesta con una moderata astenia, cioè sensazione di stanchezza, pallore, tachicardia e cardiopalmo, svenimento, mancanza di appetito, nausea, dispnea da sforzo, riduzione della capacità di concentrazione e di memoria ed obiettivamente da un caratteristico colorito pallido della pelle e delle mucose. Inoltre si possono manifestare problemi di splenomegalia e dolori al fianco sinistro (milza) e un basso calore corporeo. Un altro indizio è dato dalla fragilità delle unghie che tendono a spezzarsi e sfogliarsi; inoltre possono assumere una caratteristica forma a cucchiaio, presentandosi piatte o, nei casi più gravi, concave.
Valori sopra la media
Si hanno valori superiori a quelli normali a causa di diarrea, disidratazione, enfisema, insufficienza cardiaca , policitemia, poliglobulia, shock, ustioni, trasfusioni ripetute, abitudine al fumo.