Anche l'Italia vuole dire la sua nel campo degli esoscheletri. Si tratta di strumenti nati per consentire a chi soffre di una paralisi o a chi è reduce da un infortunio di riconquistare almeno parte della propria capacità perduta di movimento.
Alex è il nome dell'esoscheletro per il braccio nato dalla startup italiana Wearable Robotics, fondata da tre ricercatori del PercRo, il laboratorio per la robotica percettiva della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. I tre sono Basilio Lenzo, Alessandro Filippeschi e Fabio Salsedo. Nel 2013 hanno vinto il Premio Marzotto per l'innovazione proprio grazie ad Alex.
L'esoscheletro non sostituisce l'arto, ma è una struttura esterna “indossabile” che tende a potenziarlo. Lenzo ne spiega le caratteristiche: “All’inizio può sostenere il cento per cento del peso dell’arto ma pian piano va scalando, riducendo l’azione di supporto al 90, all’80, al 70 per ...
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