Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Admin (del 11/01/2012 @ 13:56:16, in Lettera U, visto n. 1338 volte)
Tecnica che sfrutta l'energia meccanica delle onde sonore a frequenza cosi’ elevata da non essere percepibili all’orecchio umano. In questo modo vengono modificate e migliorate le condizioni di nutrizione dei tessuti con effetti analgesici, antinfiammatori, spasmolitici. L’azione degli ultrasuoni accelerano i processi metabolici cellulari, determinando una reazione termica locale in seguito all’assorbimento di energia sonora, modificando positivamente il tono neuromuscolare e neurovascolare.
L’ultrasuonoterapia viene effettuate mediante oscillatori piezoelettrici applicati a contatto della parte da trattare, oppure con l’interposizione dell’acqua. Viene utilizzata in caso di affezioni dell’apparato locomotore (spondilite anchilosante, spondilartrosi, artriti, periartriti scapolo-omerali, epicondiliti), del sistema nervosoperiferico (nevralgie, sciatalgie, nevriti, morbo di Dupuytren), della pelle (ulcere varicose, piaghe torpide), stati infiammatori superficiali (ascessi infiltrati, mastiti) ed in varie malattie dell’apparato respiratorio, urogenitale e cardiovascolare.
E’ sconsigliata in presenza di neoplasie e in vicinanza dell’area cardiaca o di organi sessuali.
UV o raggi attinici che dir si voglia sono radiazioni elettromagnetiche della banda dell'ultravioletto, che esercitano diverse azioni biologiche a livello cutaneo (infatti la maggior parte di essi viene assorbita dalla cute senza raggiungere gli strati più profondi). Stimolano la produzione di pigmento melanico con effetto protettivo, determinando una caratteristica pigmentazione della cute, detta abbronzatura; inoltre hanno potere battericida nei confronti di molti microrganismi. Possono però essere causa di patologie cutanee (fotodermatosi) determinando lesioni di vario genere (eritema, bolle, vescicole, escare, necrosi), a seconda del grado di intensità delle radiazioni. Inoltre possono avere effetto dannoso sugli occhi, che quindi devono essere protetti con occhiali adatti.
Di Admin (del 11/01/2012 @ 14:05:58, in Lettera U, visto n. 1356 volte)
Nell’antichità con il termine umore si intendeva i quattro fluidi circolanti nell’organismo: sangue, flemma, bile gialla, bile nera. In psicologia viene definito umore quella disposizione di base determinata da caratteristiche intrinseche i fattori acquisiti, come apprendimenti, esperienze, abitudini cui partecipano istanze emozionali ed istintive.
Gli studi di neurofisiologia ci hanno mostrato che la regolazione del tono dell’umore è sotto la dipendenza di un centro diencefalico: si è definita questa regolazione funzione timica e, a seconda che l’umore sia esaltato o rallentato, si parla quindi di ipertimia o ipotimia più genericamente. Si parla, inoltre, di distimia per indicare ogni perturbazione dell’umore.
Di Admin (del 11/01/2012 @ 14:00:56, in Lettera U, visto n. 1224 volte)
Liquido chiaro presente negli spazi dell’occhio davanti il cristallino nelle camere anteriore e posteriore. E’ costituito da acqua con minima quantità di sali e sostanze proteiche. Adempie a tre tipi di funzione: ottica, in quanto fa parte dei mezzi di rifrazione dell’occhio, nutritiva, specie nei riguardi del cristallino, statica, poiché contribuisce a contenere la pressione intraoculare.
Di Admin (del 11/01/2012 @ 14:04:44, in Lettera U, visto n. 1219 volte)
Umore vitreo, detto anche corpo vitreo, è una sostanza trasparente di aspetto gelatinoso che riempie la cavità posteriore del bulbo oculare, precisamente lo spazio compreso tra la superficie posteriore del cristallino e la retina. Funge da mezzo di rifrazione e di mantenimento della tensione oculare.
Manifestazione dell'epilessia psicomotoria dovuta a lesioni dell'uncino dell'ippocampo e contrassegnata da allucinazioni olfattive e gustative, associate spesso a movimenti automatici delle labbra e della lingua, talvolta anche a sentimenti di derealizzazione, déjà-vu ecc.
Osso breve del carpo della mano che si articola con il piramidale, il capitato, il semilunare e con due metacarpali; ha forma piramidale e deriva da due abbozzi cartilaginei, uno dei quali scompare nelle successive fasi di sviluppo.
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