Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Admin (del 03/06/2011 @ 13:33:06, in Lettera U, visto n. 2725 volte)
L'Unghia è costituita da cinque
strutture cutanee modificate: la matrice
ungueale, la lamina ungueale, il letto ungueale,
la cuticola e le pieghe
ungueali. Le unghie si formano nella matrice ungueale.
La zona della matrice va dal solco
ungueale fino alla lunula. La matrice è costituita
da uno strato germinativo che
produce cheratina, una proteina molto
resistente, e di continuo nuove cellule. Il
processo di cheratinizzazione della matrice
porta alla formazione della lamina ungueale.
Per via della scissione cellulare nella
matrice, le cellule cheratinizzate vengono
spinte dalla zona posteriore (prossimale)
verso quella anteriore (distale). La parte
più giovane della lamina ungueale, incuneata
profondamente nella tasca ungueale
prossimale, viene detta radice dell’unghia.
La matrice determina spessore e dimensione
della lamina ungueale. Se la matrice
viene danneggiata o traumatizzata può
succedere che l’unghia non nasca e quindi
non cresca come di norma.
La lamina ungueale, la parte superficiale
e più visibile dell’unghia, è costituita da
cheratina fortemente indurita e compatta,
non contiene nervi né vasi sanguigni, è
quindi un tessuto privo di vita. Oltre alla
cheratina, l’unghia contiene lipidi, acqua,
alcuni microelementi e una minuscola
quantità di calcio. La lamina ungueale ha
uno spessore che va dai 0,5 ai 0,7 mm ed è
formata da 100 fino a 150 strati cellulari
sovrapposti. In maniera più specifica si distinguono
tre strati:
L’unghia dorsale, lo strato superiore e
più duro della lamina ungueale, è composto
da cellule piatte saldamente legate fra
loro.
L’unghia intermedia, lo strato interno e
spesso, è composto da fibre di cheratina
molli, disposte parallelamente alla radice
dell’unghia.
Osso breve del carpo della mano che si articola con il piramidale, il capitato, il semilunare e con due metacarpali; ha forma piramidale e deriva da due abbozzi cartilaginei, uno dei quali scompare nelle successive fasi di sviluppo.
Manifestazione dell'epilessia psicomotoria dovuta a lesioni dell'uncino dell'ippocampo e contrassegnata da allucinazioni olfattive e gustative, associate spesso a movimenti automatici delle labbra e della lingua, talvolta anche a sentimenti di derealizzazione, déjà-vu ecc.
Di Admin (del 11/01/2012 @ 14:04:44, in Lettera U, visto n. 1226 volte)
Umore vitreo, detto anche corpo vitreo, è una sostanza trasparente di aspetto gelatinoso che riempie la cavità posteriore del bulbo oculare, precisamente lo spazio compreso tra la superficie posteriore del cristallino e la retina. Funge da mezzo di rifrazione e di mantenimento della tensione oculare.
Di Admin (del 11/01/2012 @ 14:00:56, in Lettera U, visto n. 1231 volte)
Liquido chiaro presente negli spazi dell’occhio davanti il cristallino nelle camere anteriore e posteriore. E’ costituito da acqua con minima quantità di sali e sostanze proteiche. Adempie a tre tipi di funzione: ottica, in quanto fa parte dei mezzi di rifrazione dell’occhio, nutritiva, specie nei riguardi del cristallino, statica, poiché contribuisce a contenere la pressione intraoculare.
Di Admin (del 11/01/2012 @ 14:05:58, in Lettera U, visto n. 1361 volte)
Nell’antichità con il termine umore si intendeva i quattro fluidi circolanti nell’organismo: sangue, flemma, bile gialla, bile nera. In psicologia viene definito umore quella disposizione di base determinata da caratteristiche intrinseche i fattori acquisiti, come apprendimenti, esperienze, abitudini cui partecipano istanze emozionali ed istintive.
Gli studi di neurofisiologia ci hanno mostrato che la regolazione del tono dell’umore è sotto la dipendenza di un centro diencefalico: si è definita questa regolazione funzione timica e, a seconda che l’umore sia esaltato o rallentato, si parla quindi di ipertimia o ipotimia più genericamente. Si parla, inoltre, di distimia per indicare ogni perturbazione dell’umore.
UV o raggi attinici che dir si voglia sono radiazioni elettromagnetiche della banda dell'ultravioletto, che esercitano diverse azioni biologiche a livello cutaneo (infatti la maggior parte di essi viene assorbita dalla cute senza raggiungere gli strati più profondi). Stimolano la produzione di pigmento melanico con effetto protettivo, determinando una caratteristica pigmentazione della cute, detta abbronzatura; inoltre hanno potere battericida nei confronti di molti microrganismi. Possono però essere causa di patologie cutanee (fotodermatosi) determinando lesioni di vario genere (eritema, bolle, vescicole, escare, necrosi), a seconda del grado di intensità delle radiazioni. Inoltre possono avere effetto dannoso sugli occhi, che quindi devono essere protetti con occhiali adatti.
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