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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di riccardo (del 25/02/2014 @ 15:40:29, in Lettera T, visto n. 1367 volte)
Malattia professionale dei polmoni (pneumoconiosi) dovuta all'inalazione prolungata di polveri di talco (silicato di magnesi), utilizzato nell'industria dei coloranti, della ceramica, della porcellana e in varie fasi del ciclo produttivo della carta. Si ritiene che i veri responsabili della talcosi siano l'asbesto o il quarzo, presenti come contaminanti, in quanto il talco puro è inerte. Il quadro clinico è dato da tosse, dispnea, scarso espettorato mucoso e insufficienza respiratoria restrittiva. La malattia è inoltre correlata all'uso di eroina, nella quale il talco può essere utilizzato come adulterante per incrementarne il peso e il valore di mercato [2]. È uno dei molti rischi associati all'uso di eroina.
 
Di riccardo (del 25/02/2014 @ 15:25:17, in Lettera T, visto n. 1068 volte)
Terapia che sfrutta l'azione del clima marino e dell'acqua di mare. Il clima marino forte, caratterizzato da temperatura fresca, venti violenti, mare mosso e rumoroso per la presenza di scogli, e forte luminosità, agisce soprattutto come stimolante; il clima marino debole, caratterizzato da temperatura dell'aria e dell'acqua più mite, venti moderati, minore elettrizzazione dell'atmosfera, esercita invece un'azione sedativa e stimola gli scambi organici. La talassoterapìa può essere integrata nei singoli casi dall'elioterapia, dal bagno di mare, dal bagno di sabbia e, eventualmente, da cure come il bagno di acqua di mare riscaldata in vasca, docce, fanghi marini ecc.
 
Di dr.psico (del 08/09/2007 @ 14:00:04, in Lettera T, visto n. 2543 volte)
La talassemia è una malattia degenerativa che comporta anemia, cioè un difetto di trasporto dell'ossigeno nel sangue. La sua diffusione nelle zone costiere spiega l'origine del nome: thálassa in greco significa appunto mare. In alcune zone, come in Sardegna ad esempio, la percentuale di portatori sani è superiore al 10%. Vi sono diversi tipi di talassemia: la più diffusa in Africa è l'alfa talassemia, che comporta una sintesi ridotta di catene alfa, mentre nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo la forma più comune è la beta talassemia, in cui si registra al contrario una ridotta sintesi delle catene beta. Quest'ultima viene definita anche “anemia mediterranea”. Le talassemie sono un gruppo eterogeneo di emopatie ereditarie recessive, caratterizzate dalla ridotta o assente sintesi dell'emoglobina. L'emoglobina è una proteina che si trova all'interno dell'eritrocita a cui si lega l'ossigeno, che può venir così trasportato a tutto il corpo. È costituita da quattro sub-unità globulari, due unità dette alfa, codificate da 4 geni sul cromosoma 16, e due unità beta codificate da due geni beta sul cromosoma 11. Il numero di geni coinvolti e il livello della loro delezione definirà la variante talassemica. Quale che sia l'alterazione, si ha una riduzione della sintesi dell'emoglobina A2B2, con conseguente anemia ipocromica, cioè con globuli rossi poco colorati.
 
Di riccardo (del 25/02/2014 @ 15:51:45, in Lettera T, visto n. 1208 volte)
Intervento neurochirurgico sul talamo, proposto come intervento psicochirurgico, nella terapia del dolore e nel trattamento delle sindromi extrapiramidali. La tecnica di esecuzione è quella stereotassica, che a seconda dei casi consiste nella interruzione delle vie talamo-corticali o nella distruzione di uno o più dei suoi nuclei.
 
Di riccardo (del 25/02/2014 @ 15:50:28, in Lettera T, visto n. 1057 volte)
Insieme di manifestazioni morbose da lesioni, generalmente in rapporto con turbe vascolari, localizzate al t. e al corpo genicolato.
 
Di riccardo (del 25/02/2014 @ 15:53:57, in Lettera T, visto n. 1531 volte)
Ciascuna delle due grosse formazioni grigiastre che, nel diencefalo, sono poste al disotto dei ventricoli laterali e a ciascun lato del III ventricolo. Con l’epitalamo, il metatalamo e il subtalamo costituisce la porzione superiore del diencefalo, o talamencefalo (alcuni autori però attribuiscono il subtalamo all’ipotalamo). E'costituito da un notevole numero di nuclei e da sistemi di fibre, afferenti ed efferenti, che lo collegano a diversi distretti del neurasse. Tradizionalmente vi si considerano 2 estremità (il polo anteriore e quello posteriore) e 4 facce: dorsale, mediale, laterale e inferiore. Il polo anteriore per la sua forma è detto anche tubercolo anteriore del t.; quello posteriore è più voluminoso del precedente, arrotondato, ed è denominato pulvinar. La faccia dorsale, con l’interposizione di una lamina ependimale (lamina affixa) che la riveste assieme al nucleo caudato, concorre alla formazione del pavimento della cella media del ventricolo laterale; la faccia mediale costituisce la massima estensione della parete laterale del III ventricolo ed è unita alla omologa controlaterale da un ponte di sostanza grigia, la commissura grigia intertalamica; le altre 2 facce sono situate nella profondità del diencefalo: in corrispondenza della capsula interna, la laterale; in rapporto con la regione subtalamica e con l’ipotalamo, quella inferiore. Altri elementi descrittivi degni di menzione sono rappresentati dalle formazioni di sostanza bianca che, a seconda che siano comprese nella compagine del talamo o ne stiano all’esterno, sono denominate, rispettivamente, sostanza bianca intratalamica e sostanza bianca peritalamica. Un fascio di fibre mieliniche provenienti dal tronco dell’encefalo, in massima parte fibre dei lemnischi, penetra nel talamo in corrispondenza della regione postero-inferiore formando la lamina midollare interna; dalla biforcazione di questa hanno origine la lamina ventrale e la lamina dorsale; di queste, la prima si risolve in fascetti, la seconda, dopo aver ceduto fibre a vari nuclei, si continua in un’altra lamina, la lamina midollare anteriore, che termina in prossimità del tubercolo anteriore del talamo. La sostanza bianca peritalamica è rappresentata quasi esclusivamente in corrispondenza delle superfici inferiore e laterale ed è frammista alle fibre delle contigue formazioni bianche; le fibre propriamente talamiche sono condensate in peduncoli, che nel loro insieme costituiscono la corona raggiata del talamo; il peduncolo postero-inferiore è costituito da fibre che provengono dal tronco dell’encefalo e penetrano nel talamo, costituendo la già ricordata lamina midollare interna; gli altri peduncoli, detti rispettivamente inferiore, posteriore, medio e anteriore, collegano il talamo con il telencefalo. I nuclei talamici, qualora non siano indicati con nomi tradizionali, sono denominati in base alla loro collocazione topografica. A tal fine il talamo è suddiviso in 4 regioni o parti: ventro-laterale, anteriore, centro-mediale e dorsale. Alla parte ventro-laterale, oltre ai corpi genicolati, appartengono il nucleo reticolare, il nucleo ventrale posteriore, che riceve le fibre della sensibilità generale e di quella trigeminale, proiettandone i relativi impulsi nella zona somato-estesica della corteccia cerebrale postcentrale, i nuclei ventro-laterale e ventrale anteriore, intercalati lungo il decorso della via cerebellare ascendente, cui forniscono le fibre del tratto terminale, quelle che raggiungono la corteccia del lobo frontale (vie talamocorticali); di questi 2 nuclei il ventrale anteriore è collegato con lo striato, con fibre sia afferenti, sia efferenti. Alla parte anteriore appartengono i nuclei antero-mediale, antero-dorsale e antero-ventrale che ricevono il fascio mamillo-talamico di F. Vicq D’Azyr, collegandolo alla corteccia del giro cingolato. La parte centro-mediale contiene 2 gruppi di nuclei, detti, rispettivamente, della linea mediana e intralaminari. I primi comprendono i nuclei centro-mediale, romboide e parateniale, che sono collegati con il nucleo caudato e con altre strutture della base; il nucleo centro-mediano che è collegato con il lenticolare; il nucleo reuniens che è in rapporto con la corteccia del lobo frontale e con quella della regione basale; i nuclei intralaminari, poco sviluppati nell’uomo, sono divisi in 2 gruppi, anteriore e posteriore: a essi giungono afferenze olfattive; inoltre, i nuclei del gruppo posteriore sono collegati con lo striato. La parte dorsale, che nell’uomo ha uno sviluppo affatto particolare, contiene nuclei collegati nei 2 sensi, afferente ed efferente, con la corteccia cerebrale: il nucleo dorso mediale con la corteccia prefrontale, il nucleo dorso laterale, suddiviso in latero-dorsale e latero-posteriore, con la corteccia parietale, i nuclei del pulvinar con le cortecce occipitale e temporale. Con criterio più fisiologico, i nuclei del talamo si distinguono in: - nuclei di raccordo o di relè, suddivisi a loro volta in nuclei di relè sensitivi, di relè cerebellare e striato e di relè olfatto-vegetativo; - nuclei associativi, se in rapporto con le aree associative della corteccia cerebrale; nuclei per lo striato, perché connessi con detta formazione. Nell’ambito dei nuclei a proiezione corticale, quelli connessi con aree sufficientemente delimitate e caratterizzate da funzioni ben determinate sono detti nuclei a proiezione specifica; quelli che impegnano la corteccia bilateralmente e per ampie zone, sono detti nuclei a proiezione aspecifica e differiscono dai precedenti anche per un diverso comportamento alle elettrostimolazioni; ai primi, per citarne alcuni, appartengono i nuclei dei corpi genicolati e i nuclei ventrale-posteriore, ventro-laterale e ventrale-anteriore; i secondi comprendono il nucleo reticolare, i nuclei della linea mediana e i nuclei intralaminari, anteriori e posteriori. La funzione del talamo è quella dell'integrazione di molteplici funzioni. Le afferenze sensitive e sensoriali e i relativi collegamenti corticali ne fanno la porta di ingresso alla corteccia cerebrale per la maggior parte delle informazioni provenienti dal corpo e dal mondo esterno; nel campo della sensibilità dolorifica il talamo svolge una funzione nell’elaborazione cosciente del dolore. In collegamento con il cervelletto, con la corteccia cerebrale e con alcune formazioni della base, caudato e lenticolare principalmente, interviene nel controllo dell’esecuzione del movimento. La lesione di origine vascolare del nucleo esterno del talamo origina la sindrome talamica.
 
Di riccardo (del 25/02/2014 @ 15:47:10, in Lettera T, visto n. 1224 volte)
Insieme di disturbi della sensibilità, motori e sensoriali in rapporto a lesioni vascolari che interessano l'arteria cerebrale posteriore, che irrora la regione del talamo. La sindrome è dovuta a lesione di origine vascolare del nucleo esterno del talamo ed è caratterizzata da disturbi della sensibilità, soggettivi (iperpatia talamica; esagerata reattività agli stimoli sensitivi di varia natura, dolorifici, piacevoli ecc.) e oggettivi (deficit nel campo delle sensibilità profonde), da una emiparesi lieve e transitoria, da emiatassia, ipercinesia e qualche volta da emianopsia laterale omonima.
 
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