Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
La tubercolosi (anche detta Tbc o tisi) è una malattia infettiva dovuta al Mycobacterium Tubercolosis (bacillo di Kock). La malattia colpisce i polmoni, ma può interessare qualsiasi organo. L'agente infettivo è un batterio Gram positivo a forma di bastoncino e la via d'infezione più comune è quella aerogena, per inalazione polmonare; i micobatteri si depositano negli alveoli dando origine alla patologia primaria. Ci sono però anche altre vie d'infezione, benché meno frequenti, se non rarissime: per ingestione di latte contaminato, per contaminazione del sangue dopo ingestione del batterio, attraverso il tessuto linfatico (passando per le tonsille), per via congenita (i batteri passano attraverso la placenta), per contatto con materiale infetto. La tubercolosi è oggi una malattia piuttosto rara nei paesi sviluppati, ma ci sono comunque alcuni individui che risultano positivi al Tine-test (tubercolino-positivi); questo significa che sono venuti in contatto con il batterio senza però avere sviluppato la malattia. Nei paesi in via di sviluppo invece la tubercolosi è tutt'ora una patologia diffusa, spesso con esito fatale.
La Tbc primaria è la malattia provocata dal primo contatto fra batterio e soggetto colpito, mentre la secondaria è quella che insorge in soggetti che siano già sensibilizzati nei confronti di questo agente infettivo e che, perciò, hanno acquisito meccanismi di immunità. La tubercolosi primaria spesso non viene diagnosticata; per la scarsità o la poca rilevanza dei sintomi (febbre bassa, sudorazione, astenia, tosse secca insistente) si attribuisce lo stato patologico ad altre cause, come la febbre influenzale, il deperimento organico, la tosse secca. Nel caso della Tbc primaria il batterio scatena un'infiammazione polmonare e dei linfodi ilari, provocando calcificazioni localizzate. A volte i batteri possono rimanere per anni nelle aree di infezione primaria, per poi iniziare una fase di crescita e causare forme di Tbc secondarie; le cause di questo comportamento non sono ancora note. A seconda dell'area dell'organismo colpita per la prima volta dalla patologia si possono distinguere la tubercolosi polmonare e quella extrapolmonare (soprattutto intestinale). Fra le forme secondarie vi sono la tubercolosi scheletrica, urogenitale, delle tonsille e la meningite tubercolare. Si ha tubercolosi miliare (acuta o cronica) in presenza di Tbc diffusa nelle vie linfatiche ed ematiche. Per diagnosticare la tubercolosi si ricorre a diversi esami, fra cui radiografia del torace, allergometria tubercolinica (Tine-test), esami batteriologici, esame dell'espettorato, esami sierologici, diagnosi molecolare (Pcr; consente di rilevare quantità anche minime di Dna batterico).
La terapia antitubercolare si basa sull'utilizzo di battericidi efficaci contro i batteri resistenti agli antibiotici. Generalmente si utilizza una combinazione di tre antibiotici (etambutolo, isoniazide, rifampicina), somministrati quotidianamente per diversi mesi. Nei casi in cui la terapia farmacologica non dia esito si procede a quella chirurgica, con l'asportazione delle lesioni polmonari, il drenaggio del materiale purulento e interventi eventualmente a carico di altri organi interessati. In Italia la tubercolosi è una patologia che va denunciata al servizio sanitario nazionale.
Malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri, in particolare dal Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche Bacillo di Koch.
attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo. Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse.[2] La maggior parte delle infezioni che colpiscono gli esseri umani risultano essere asintomatiche, cioè si ha un'infezione latente. Circa una su dieci infezioni latenti alla fine progredisce in malattia attiva, che, se non trattata, uccide più del 50% delle persone infette.
I sintomi classici sono una tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso. L'infezione di altri organi provoca una vasta gamma di sintomi. La diagnosi si basa sull'esame radiologico (comunemente una radiografia del torace), un test cutaneo alla tubercolina, esami del sangue e l'esame microscopico e coltura microbiologica dei fluidi corporei. Il trattamento è difficile e richiede l'assunzione di antibiotici multipli per lungo tempo. La resistenza agli antibiotici è un problema crescente nell'affrontare la malattia. La prevenzione si basa su programmi di screening e di vaccinazione con il bacillo di Calmette-Guérin.
Malattia con manifestazioni cutanee di natura tubercolare con aspetti clinici vari. La forma verrucosa piuttosto frequente da autoinoculazione accidentale o professionale infermieri medici ecc. si manifesta con elementi simili a verruche circondati da alone eritematoso violaceo a lento accrescimento. I tubercoloderma luposo e gommoso si identificano rispettivamente con il lupus volgare e con lo scrofuloderma. La varieta fungosa detta anche vegetante e caratterizzata da spiccata iperplasia del tessuto di granulazione specifico mentre quella ulcerosa da ulcerazioni con sedi elettive nel cavo orofaringeo.
Prova diagnostica consistente nell'iniettare tubercolina nei soggetti immunizzati. La tubercolinoreazione può essere provocata con tecniche diverse. Il metodo classico e più sensibile è l'intradermoreazione alla Mantoux che consiste nell'iniettare l'estratto al disotto dell epidermide. Il test per multipunture Tine-test per la sua semplicità esecutiva è il più usato; ci si serve di un dischetto metallico con quattro punte sporgenti ricoperte di tubercolina il dischetto viene compresso sulla faccia interna dell'avambraccio la reazione si valuta dopo 72 ore ed e positiva se si ha la comparsa di indurimento intorno ad almeno due o tre punte. La positività del test non è indizio di malattia in atto ma solo dell'avvenuto contatto del soggetto con il micobatterio.
Formazione del cervello sita nel talamo ottico tra il chiasma ottico le benderelle ottiche e i corpi mammillari e costituita da una lamina di sostanza grigia. I centri nervosi di cui è sede sovrintendono alla regolazione del ricambio idrico. Al tuber cinereum è annessa per mezzo di un peduncolo l'ipofisi.
Si ritiene essere implicato nelle regolazioni dei ritmi circadiani, vista la secrezione di istamina da parte del nucleo tuberomamillare.
Detto anche tetraiodo-L-tironina (T4), insieme alla 3,5,3'-triiodo-L-tironina (T3), è uno degli ormoni iodati prodotti dalle cellule tiroidee . Si usa riferirvisi anche come T4, in opposizione all'altro ormone tiroideo circolante - T3 (il numero indica il numero di atomi di iodio presenti), che è la forma più attiva dell'ormone, avendo un'affinità 10 volte maggiore per il recettore degli ormoni tiroidei. È sintetizzata nelle cellule follicolari della tiroide a partire da una grossa glicoproteina nota come tireoglobulina, accumulata nella colloide dei follicoli. Dopo la sintesi, è immessa nel circolo ematico assieme alla T3, dove viaggiano principalmente legate a proteine plasmatiche, che le proteggono dal metabolismo e dall'escrezione: la TBG (Thyroxine Binding Globulin) ne lega il 75%, il resto è legato all'albumina e alla prealbumina. Una piccola quota (circa lo 0,03% di T4 e lo 0,3% di T3) viaggia come ormone libero, le cosiddette fT4 e fT3 (f=free, cioè libere), che rappresentano la frazione fisiologicamente attiva, cioè capace di legarsi al proprio recettore.
La tiroxina è la più presente nel sangue, rappresentando il 90% del totale degli ormoni tiroidei, e la sua emivita è relativamente elevata (6 giorni) contro 1 giorno per T3. Tuttavia, viene convertita in parte in T3 per esplicare i suoi effetti. Gli ormoni tiroidei agiscono sul metabolismo corporeo in vari modi:
Aumentano il consumo di ossigeno e la produzione di calore (con aumento della temperatura corporea)
Stimolano la sintesi proteica e positivizzano il bilancio dell'azoto (indice di utilizzo delle proteine per la loro sintesi)
Aumentano la gluconeogenesi e la glicogenolisi
Stimolano la sintesi, la mobilizzazione e il catabolismo del colesterolo e dei lipidi in genere.
L’azione catabolica è prevalente
Gli ormoni tiroidei aumentano la velocità dei processi ossidativi cellulari e regolano il metabolismo della maggior parte dei tessuti. In generale, si ha un effetto prevalentemente anabolico a basse dosi, mentre a dosi elevate si ha un'azione catabolica. Questa azione bifasica è evidente nei confronti del metabolismo del glicogeno, delle proteine e dei lipidi.
Inoltre, T4 e T3 regolano l’attività del sistema adrenergico agendo sulla responsività dei tessuti periferici alle catecolamine. Un loro eccesso, come negli ipertiroidismi, causa un aumento della frequenza cardiaca e della contrattilità miocardica; un aumento della gittata pulsatoria e della gittata cardiaca; la diminuzione delle resistenze periferiche causata dalla vasodilatazione; un aumento del flusso sanguigno locale nella cute (con conseguente sudorazione e aumento della temperatura), nei muscoli, nel cuore e nell’encefalo. Questi cambiamenti sono il risultato di vari fattori: azione inotropa (aumento della forza di contrazione cardiaca) e cronotropa (aumento della frequenza cardiaca) positiva degli ormoni tiroidei, aumentata responsività all'azione delle catecolamine, aumentata richiesta periferica di ossigeno.
Nel corso della vita giovanile, la tiroxina e la sua forma più attiva T3, in collaborazione con l'GH (ossia l'ormone somatotropo, secreto dall'adenoipofisi) controllano l'accrescimento. Gli ormoni tiroidei sono indispensabili allo sviluppo dell’apparato scheletrico e alla maturazione di quello riproduttivo.
In ambito clinico, il dosaggio della frazione libera (quella non legata alle proteine di trasporto plasmatiche) della T4 e della T3 (fT4 e fT3), essendo la quota responsabile delle azioni sui tessuti, unita al dosaggio dell'ormone tireostimolante (TSH), permette la diagnosi della maggior parte delle malattie tiroidee.
A livello farmacologico, la Tiroxina è usata per la terapia sostitutiva nei pazienti con ipotiroidismo e cretinismo o per la soppressione del TSH nei pazienti con gozzo non tossico.
La trota (Salmo iridens) è un pesce d'acqua dolce poco resistente all'inquinamento e che può vivere solo in acque pulite; da questo punto di vista quelle che giungono sul banco di vendita rappresentano dunque una garanzia per il consumatore. Sono molto ricche di proteine animali e povere di grasso, ma carenti di ferro e iodio.
Ved. anche Pesce.
INFO AL. - Carboidrati: 0; proteine: 14,7; grassi: 3; acqua: 80,5; calorie: 86.Parte edibile: 55; calorie al lordo: 47.
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