Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
La carne e il brodo di tartaruga sono pietanze particolarmente apprezzate nei paesi asiatici; ad esempio, in Indonesia si preparano spiedini con carne di tartaruga e di pollo. Il brodo di tartaruga viene consumato in tutti i paesi in cui si consuma anche la carne di questo animale. Anche in Italia esiste la tradizione di utilizzare il brodo di tartaruga per preparare la zuppa di pesce; fino a pochi decenni fa il brodo di tartaruga di mare veniva preparato nelle isole Tremiti, in Puglia.
La difficoltà maggiore sta nella preparazione: è necessario estrarre la carne dal guscio, spellarla, quindi si può procedere alla cottura. Per il brodo si deve fare cuocere la carne a fiamma moderata per almeno due ore. Il brodo può essere bevuto prima dell’inizio del pasto oppure utilizzato per insaporire la pasta. Delle tartarughe di mare si consumano anche le uova, da molti considerate prelibate. La carne della tartaruga è molto magra e ha valori nutritivi simili a quelli della carne bovina.
Posto tra la zona calcaneare, tra la tibia ed il perone da un lato e i metatarsi dell'altro si articola con le ossa delle falangi delle dita del piede e si compone di sette ossa brevi. Le sette ossa brevi che formano il tarso e che occupano una posizione analoga a quella delle ossa del carpo nella mano sono:
- posteriormente l'astragalo o talo e il calcagno;
- medialmente lo scafoide tarsale o navicolare tarsale e il cuboide
- anteriormente i tre cuneiformi.
E'Il tarso ha forma simile a una volta concava verso il basso; su di esso si scarica tutto il peso del corpo in posizione eretta.
Forte dolore localizzato al tarso, cioè al gruppo di ossa del piede che posteriormente si trovano in corrispondenza dell'articolazione della gamba.
negli adolescenti è spesso conseguenza di deformità (piede piatto), per lo più di origine rachitica, mentre negli adulti spesso accompagna le artriti del tarso.
Qualunque parte anatomica in relazione con il tarso del piede (ossa tarsali) o della palpebra.
Il Taraxacum officinale, famiglia Composite, è una pianta erbacea conosciuta col nome popolare di "dente di leone", dalle foglie commestibili. È una pianta erbacea e perenne, di altezza compresa tra 3 e 9 cm. Presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei.
Foglia
Le foglie sono semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con margine dentato (da qui il nome di dente di leone) e prive di stipole.
Il fusto, che si evolve in seguito dalle foglie, è uno scapo cavo, glabro e lattiginoso, portante all'apice un'infiorescenza giallo-dorata, detta capolino.
Il capolino è formato da due file di brattee membranose, piegate all'indietro e con funzione di calice, racchiudenti il ricettacolo, sul quale sono inseriti centinaia di fiorellini, detti flosculi.
Ogni fiore è ermafrodita e di forma ligulata, cioè la corolla presenta una porzione inferiore tubolosa dalla quale si estende un prolungamento nastriforme (ligula) composto dai petali. L'androceo è formato da 5 stami con antere saldate a tubo; il gineceo da un ovario infero, bi-carpellare e uniloculare, ciascuno contenente un solo ovulo e collegato, tramite uno stilo emergente dal tubo, a uno stimma bifido.
La fioritura avviene in primavera ma si può prolungare fino all'autunno. L'impollinazione è di norma entomogama, ossia per il tramite di insetti pronubi, ma può avvenire anche grazie al vento (anemogama).
Da ogni fiore si sviluppa un achenio, frutto secco indeiscente, privo di endosperma e provvisto del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino.
Si usano in terapia la pianta intera e la radice, che contiene enzimi, resine e un principio amaro (taraxicina), il quale produce la contrazione della vescicola biliare. Il taràssaco è dunque un colagogo specifico che previene la formazione di calcoli; è inoltre eupeptico, diuretico e protettivo del tessuto connettivo. Si usano l'infuso, il decotto o la tintura madre nei disturbi biliari e dispeptici, nella ritenzione idrica, nelle dermatiti, nell'obesità e nella cellulite.
Tra le sue molte azioni vi è anche quella di blando lassativo, collegata all'incremento della produzione di bile.
Massa solidificata di secrezioni, cellule, batteri ecc., che può formarsi nel lume di una cavità, di un condotto, di un orifizio.
Secrezione delle ghiandole mucose del collo uterino che, durante la gravidanza, occludono il canale cervicale.
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