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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di riccardo (del 07/04/2014 @ 12:37:04, in Lettera T, visto n. 1111 volte)
Il muscolo cucullare è un muscolo superficiale del dorso che si inserisce sulla colonna vertebrale nella regione cervico-dorsale sulla clavicola e sulla scapola la sua contrazione provoca l'elevazione della spalla. Altra funzione è quella di elevare, abbassa, adduce, ruota esternamente la scapola. Inoltre, estende la testa ruotandola verso il lato opposto. Estende, ruota, inclina lateralmente la testa e la colonna cervicale. Partecipa indirettamente alla flessione e abduzione del braccio elevando la scapola da circa 60° in poi.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 07/04/2014 @ 12:24:12, in Lettera T, visto n. 974 volte)
Trasferimento di un embrione, frutto della fecondazione in vitro nell'utero della madre naturale, effettuato 2-3 o 5 giorni dopo la fecondazione degli ovociti. L'ovulo viene prelevato laparoscopicamente dopo stimolazione ormonale delle ovaie e successivamente fecondato con sperma del coniuge o di altri fecondazione in vitro e incubato per 48-72 ore in un apposito preparato in cui avviene lo sviluppo da zigote a blastocisti. Per permettere l'annidamento l'utero viene appositamente preparato tramite somministrazione sincrona di ormoni.
 
Di riccardo (del 07/04/2014 @ 12:40:41, in Lettera T, visto n. 1179 volte)
Scambio di un tratto di materiale genetico tra due cromosomi non omologhi il patrimonio genetico rimane normale ma non così i singoli cromosomi. Questo comporta che il soggetto portatore di traslocazione bilanciata benchè normale possa generare prole con un patrimonio genetico alterato.
 
Di Sintomi (del 16/09/2007 @ 18:13:27, in Lettera T, visto n. 1645 volte)
Un esame di recente introduzione è l'ecografia per la valutazione della translucenza nucale, che evidenzia se nella parte posteriore della nuca del feto vi è un accumulo di liquido. Questa condizione può infatti essere associata ad un problema genetico. Viene effettuata tra la decima e la quattordicesima settimana di gestazione, in caso di rischio elevato si può procedere per tempo a ulteriori analisi (villocentesi o amniocentesi).
 
Di riccardo (del 07/04/2014 @ 12:41:37, in Lettera T, visto n. 1071 volte)
Liquido ad alta fluidita e basso contenuto di proteine che si accumula nelle cavita sierose idrope idrotorace ascite o negli spazi intercellulari edemi in seguito a stasi del circolo venoso o linfatico. Si differenza dall essudato ricco di proteine e altri materiali che si produce nei processi infiammatori.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 07/04/2014 @ 12:28:47, in Lettera T, visto n. 1308 volte)
Stato di sofferenza fetale causato da insufficiente ossigenazione nel corso di un travaglio prolungato o anomalo. Si stima che i traumi da parto interessino 2-7 neonati su 1000. Le cause dei traumi da parto rigauardano soprattutto la dimensioni del neonato o la sua posizione in utero durante il travaglio. Alcune condizioni che potrebbero favorire un trauma da parto sono: - neonati macrosomi: peso alla nascita superiore a 4000 g. - prematurità: bambini nati prima della 37° settimana, a causa della maggior fragilità del loro corpo. - sproporzione cefalo-pelvica: la grandezza e la forma della pelvi materna possono non essere adeguate ad un parto per via vaginale. - distocia: travaglio e parto difficoltosi. Travaglio prolungato. - presentazione anomala alla nascita: ad esempio la posizione podalica, nella quale i piedi si presentano per primi.
 
Di dr.ssa Anna Carderi (del 03/12/2013 @ 18:45:53, in Lettera T, visto n. 1192 volte)
L'insieme dei fenomeni generali e locali che precedono l'espulsione del feto costituisce il travaglio di parto. L'inizio del travaglio è distinguibile per la presenza di contrazioni uterine (dolori o doglie) che devono essere riconosciute come "valide" dalla donna in quanto susseguentisi a intervalli regolari (misurabili con un orologio) e poiché diventano più forti e più prolungate con il passare del tempo. L'intensità del dolore dipende dal rapporto esistente tra pelvi della madre e grossezza del nascituro, dalla qualità e dalla forza delle contrazioni e dalle condizioni fisiche ed emotive della donna. Pochissime sono le donne che non provano alcun dolore durante questo primo periodo. Ogni contrazione inizia con un graduale crescendo di intensità e il massimo dell'intensità (acme) è seguito da una caduta rapida del dolore. La contrazione, tuttavia, è al suo apice molto prima che sia avvertito il dolore. Nell'utero di una donna gravida a termine, il feto assume una posizione verticale con la testa rivolta in basso, nel 95% dei casi: questa situazione preferenziale è determinata dall'adattamento del feto alla cavità uterina, che ha una forma ovoidale con un grosso polo in alto e uno piccolo in basso. Prima di giungere all'esterno il feto deve procedere attraverso un canale muscolo-elastico (canale del parto), costituito dal segmento inferiore dell'utero (che corrisponde all'istmo dell'utero non gravido), dal collo dell'utero, dalla vagina e dalla vulva. L'ultimo ostacolo del canale muscolo-elastico è costituito dall'anello vulvare, che deve spesso subire, soprattutto nella donna alla prima gravidanza, un allargamento mediante un'incisione chirurgica (episitomia) per agevolare il passaggio della testa del feto. Il piccolo bacino non è di solito un ostacolo alla progressione del feto, che però è obbligato a compiere determinati movimenti per adattarsi alla sua conformazione. Quando il piccolo bacino è viziato, cioè i suoi diametri o la sua forma si allontanano da quelli normali, il parto può diventare molto difficoltoso o addirittura impossibile, per cui è necessario ricorrere al taglio cesareo. I fenomeni dinamici del parto sono dovuti alle modificazioni che subisce il canale del parto: nel periodo prodromico si ha una distensione del segmento inferiore, una dilatazione dell'orifizio uterino interno, del canale cervicale e un appianamento del collo uterino con formazione del canale cervicale; si ha spesso la perdita del tappo mucoso. Le contrazioni sono di modesta entità, si presentano ogni 10-15 minuti e durano 30-40 secondi. Nel periodo dilatante la bocca uterina si dilata fino a permettere il passaggio della testa fetale; le membrane che avvolgono il liquido amniotico, in cui è immerso il feto, si distaccano dal segmento inferiore; questo si espande formando la borsa delle acque, che successivamente si rompe. La durata del parto varia moltissimo secondo le circostanze nelle quali si svolge. Il periodo dilatante dura generalmente 6-10 ore nelle primipare, meno nelle pluripare, mentre il periodo espulsivo, caratterizzato dall'estensione della vagina, del piano perineale e dell'anello vulvare e, alla fine, dall'espulsione del feto, dura da 30 minuti a 2-3 ore. Il periodo del secondamento comprende l'espulsione della placenta e delle membrane. Un particolare tipo di parto è quello che utilizza l'anestesia peridurale, caudale o spinale, mediante iniezione di novocaina nell'interno della colonna vertebrale, con conseguente blocco delle fibre nervose e insensibilità della regione vaginale.
 
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