Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Farmaco antineoplastico impiegato nel trattamento del carcinoma ovarico refrattario, per il carcinoma polmonare non a piccole cellule e per il carcinoma mammario. Viene attivato dalla glutatione-S-transferasi P1-1 (GST P1-1), un enzima iperespresso in numerosi tumori.
All'interno della cellula, telcyta innesca il processo di apoptosi (o morte cellulare programmata).
Il farmaco è risultato ben tollerato grazie probabilmente al suo nuovo meccanismo d'azione selettivo per le cellule tumorali.
Rivestimento esterno del corpo, costituito dalla cute, che ha funzione protettiva, di relazione con l'ambiente esterno, di escrezione e di respirazione.
Costituisce il sistema di separazione tra l’ambiente interno e quello esterno, regolandone gli scambî.
In botanica, indica l’involucro che, nell’ovulo delle spermatofite, circonda la nocella, e può essere semplice o doppio: nel secondo caso, i due tegumenti prendono, tenendo conto dell’ordine di formazione, il nome di primina e secondina.
In anatomia, indica i rivestimenti di varia forma e natura, membrane ecc., che circondano o ricoprono visceri:
- teca cranica, sinonimo di scatola cranica; - teca follicolare, membrana connettivale che avvolge il follicolo ovarico;
- teca vertebrale, sinonimo di canale vertebrale.
Il tè è una pianta arbustiva (Camelia sinensis) già coltivata in Cina e in Giappone fra il IV e l'VIII sec. Da lì si diffuse in India, in Indonesia e a Ceylon. È coltivata per le sue foglie dalle quali si ottiene per infusione l'omonima bevanda. Le foglie contengono caffeina (2-4%, 20-30 mg circa per una tazza; teina e caffeina sono sinonimi, il termine teina era stato coniato quando non era ancora nota la natura della sostanza alcaloide contenuta nelle foglie del tè), catechine (fino al 10%, talvolta indicate come tannino) e sostanze aromatiche e vengono raccolte al terzo anno di vita della pianta. La lavorazione del tè tradizionale (tè nero) prevede disidratazione (8-18 ore), accartocciamento, fermentazione (a temperatura ambiente da quarantacinque minuti a tre ore), torrefazione (si arriva al 3% di umidità) e setacciatura finale per allontanare i detriti rimasti.
La lavorazione del tè verde invece inattiva le ossidasi con un rapido riscaldamento delle foglie (70 °C) senza trasformare le catechine e senza variare il colore. Il tè verde, grazie alle catechine, ha proprietà antiossidanti e agendo sull'enzima HMG-CoA-reduttasi può ridurre il tasso di colesterolo. Alcune ricerche affermano che contrasterebbe l'Helicobacter pylori responsabile dell'ulcera. Aumenterebbe la concentrazione mentale e ridurrebbe il senso d'affaticamento, incrementando l'utilizzo dei grassi a scopo energetico (ne conseguirebbe perciò una riduzione del grasso corporeo, anche se minima: per avere un'azione efficace occorre berne circa un litro al giorno).
Non è rilevante l'attività antitumorale del tè verde. Una ricerca condotta per oltre dieci anni (è partita nel 1984) su 30.000 giapponesi abituali consumatori di tè verde ha dimostrato che il tè verde non protegge dal cancro allo stomaco, nonostante che alcuni studi su campioni ristretti avessero proposto una differente soluzione. Infatti nella popolazione studiata si sono avuti 500 casi di tumore, un numero in linea con la popolazione che non consuma la bevanda oggetto dell'indagine.
A differenza di altre erbe, il tè verde mantiene almeno in parte ciò che promette ed essendo una bevanda gradevole può essere impiegato senza problemi (è solo sconsigliato a chi soffre in maniera particolare gli eccitanti); chi impiega le foglie utilizzando un'infusiera può utilizzarle almeno due o tre volte. Il tè Oolong (prodotto a Taiwan) ha caratteristiche intermedie fra tè nero e tè verde perché subisce una fermentazione parziale. La qualità del tè dipende dalla maturità delle foglie: tanto più sono giovani (dai germogli si ottiene il tè più pregiato, il Golden Tips) tanto più il tè è migliore.
Vedi tubercolosi.
È una rara cerebrosidosi ereditaria (malattie a carico dei lisosomi,dovute ad un alterazione della degradazione degli sfingolipidi,in particolare dei cerebrosidi),dovuta ad un alterazione dell’enzima esosaminidasi A,il cui gene è localizzato sul cromosoma 15, che determina accumulo di ganglioside GM2 nel cervello. La malattia si presenta solo se sono affette entrambi i cromosomi; se è alterato solo uno,la malattia non si manifesta e l’individuo risulterà essere un portatore sano di questa malattia,che può trasmettere il gene mutato ai figli.
Da un punto di vista epidemiologico,si è visto che è particolarmente diffusa in alcuni gruppi etnici come per esempio gli erei,canadesi francesi del Quebec.
Nella maggior parte dei casi insorge precocemente (secondo-sesto mese di vita) comportando progressivo ritardo mentale,paralisi,sordità,cecità. Il 95% dei casi presenta una macchia retinica color rosso ciliegia.
Sono note tra varianti:-la forma infantile,che è la più comune,che porta a morte entro i primi cinque anni per assenza completa dell’enzima; -la forma giovanile,caratterizzata da ridotti livelli dell’enzima;in questo caso i sintomi compaiono più tardivamente,tra i due e i cinque anni,portando a morte verso i quindici anni; -la forma tardiva,che compare verso i trent’anni in modo subdolo con tremori,instabilità dell’umore,alterazioni del linguaggio,crampi muscolari.
Diagnosi:analisi enzimatica nel siero,nei globuli bianchi e nei fibroblasti della cute. Si può fare una diagnosi prenatale tramite analisi del liquido amniotico;in particolare si ricorre ad analisi molecolare del DNA per andare a d individuare la mutazione sul cromosoma 15
Non si conosce nessuna terapia al momento
Consta di una tavola di prova visibile da tutti i soggetti (fig. sotto il titolo) e da una serie di tavole (38 nella versione completa),cosiddette“pseudoisocromatiche”,ognuna delle quali presenta una matrice di punti disposti in modo da delineare un numero o un percorso che il soggetto esaminato deve identificare. Gli individui con deficit del senso cromatico riusciranno a interpretare solo alcune delle tavole, e a seconda degli errori commessi, sarà possibile risalire al tipo(protano/deuterano)e alla profondità del difetto.
Dal punto di vista medico-legale è il test più selettivo, e il suo superamento rende superfluo il test delle lane (v. oltre).
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