Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Sigla dell'attivatore tessutale del plasminogeno. E' una sostanza indispensabile per la formazione della plasmina, un enzima (proteina con funzioni specifiche) che distrugge molte strutture presenti nel sangue come la fibrina (proteina utilizzata nella coagulazione del sangue) ed i trombi (masse solide formate da fibrina, piastrine, globuli bianchi e globuli rossi, che si possono formare nei vasi sanguigni o nelle cavità del cuore). L'organismo non produce direttamente la plasmina, ma un suo precursore inattivo (che, cioè, non è ancora capace di svolgere le funzioni biologiche) detto plasminogeno, che è attivato da varie sostanze tra cui l'attivatore tissutale del plasminogeno (tPA). Il dosaggio del tPA è utile per valutare la fibrinolisi, il processo che avviene nel nostro organismo di dissoluzione del reticolo di fibrina (proteina responsabile della coagulazione) formatosi in conseguenza della coagulazione (solidificazione) del sangue. In pratica, la fibrinolisi garantisce che, avendosi l'arresto di un'emorragia, non si formino dei trombi, vale a dire delle masserelle di sangue addensato, che possono occludere i vasi sanguigni impedendo la circolazione (trombosi). Valori elevati sono indicativi di una fibrinolisi eccessiva (iperfibrinolisi).
Intervento chirurgico oculistico che si effettua in caso di glaucoma. crea un "by pass" tra l'interno e la parte esterna dell'occhio (sotto la congiuntiva, coperta dalla palpebra superiore), in modo tale da far defluire negli spazi sottocongiuntivali l'umore acqueo in eccesso all'interno dell'occhio e diminuirne la pressione. Questo permette di limitare la progressione del glaucoma. Comporta l'asportazione della parte del limbus sclero-corneale contenente il trabecolato e il canale di Schlemm. E' indicata nel glaucoma cronico semplice e nel glaucoma ad angolo chiuso.
Porzione dell apparato respiratorio compresa tra laringe e bronchi. Si tratta di un canale piuttosto elastico dalla forma cilindrica appiattito nella parte posteriore situato lungo la linea mediana davanti all'esofago formato da una serie di 16-20 anelli cartilaginei cartilagini tracheali tra loro tenuti assieme da legamenti detti anulari. Gli anelli non si saldano completamente nel quarto posteriore dove la parete e sostituita dalla membrana fibrosa ricca di fibrocellule muscolari lisce che riveste esternamente tutto il canale cartilagineo a sua volta ricoperta da un involucro di tessuto connettivo lasso. Internamente la cavità della trachea è rivestita da una sottile tunica mucosa ricca di elementi linfoidi ricoperta da un epitelio cilindrico dotato di ciglia che continuano lo strato vibratile proprio delle vie respiratorie.
La trachea è irrorata da una rete di arteriole in reciproca comunicazione alimentata dalle arterie tiroidee. Le vene che raccolgono il sangue refluo fanno capo alle vene tiroidee ed esofagee. L'innervazione e garantita da rami provenienti dal ganglio stellato e dai nervi ricorrenti del vago.
La tracheite è un infezione batterica della trachea. La trachea è l'organo che collega la laringe ai bronchi, è formato da anelli cartilaginei sovrapposti, aperti posteriormente e tenuti assieme da legamenti. L'infiammazione della mucosa che riveste l'organo è detta tracheite e generalmente è parte di un'infezione generale dell'apparato respiratorio.
Sintomi
I soggetti più a rischio di tale infezione sono i bambini piccoli di ambo i sessi, probabilmente per via delle ridotta dimensione delle loro trachee.
Sintomatologia
Le manifestazioni comuni sono un senso di oppressione e bruciore al torace e dietro allo sterno, stridore acuto, dispnea, stridore inspiratorio, aspetto tossico, febbre alta.
La cura è quella fatta per le altre infezioni delle vie respiratorie alle quali si accompagna
Esame endoscopico dell’albero respiratorio comprendente trachea e bronchi; viene realizzato a scopo diagnostico e attuato secondo le tecniche della broncoscopia.
Intervento consiste nell'incidere chirurgicamente la parete anteriore della trachea nel metterne in continuità la mucosa con la cute del collo al fine di consentire il passaggio dell'aria direttamente dall'esterno all'interno dell'organo attraverso una cannula inserita nella ferita, bypassando la glottide. Viene attuata in molte urgenze respiratorie quando, stenosi e paralisi laringee, tetano, corpi estranei, rendono impossibile la respirazione oppure quando un tumore ha reso necessaria l asportazione della laringe.
La tracheostomia permanente rende impossibile l'emissione della voce dal momento che l'aria nella respirazione non passa piu dalla laringe.
Le complicazioni possono essere immediate, precoci e tardive
Immediate: pneumotorace o pneumomediastino, fistola tracheoesofagea, lesioni ai grandi vasi sanguigni del collo o ai nervi laringei (paralisi delle corde vocali).
Precoci: secrezione di muco, spostamento della trachea, arresto respiratorio ed edema polmonare post-ostruttivo (nei pazienti con ostruzioni croniche alle vie aeree superiori, dovuto alla respirazione forzata dall'ipossia a cui questi sono assuefatti).
Tardive: sanguinamento dalla fistola tracheoinnominata (può essere copioso), stenosi tracheale per l'ischemia indotta dalla cuffia del tubo endotracheale, fistola tracheoesofagea o tracheocutanea, ed eventuali deformità cosmetiche che possono presentarsi dopo la decannulazione.
Complicanza frequente del metodo PercuTwist è la frattura degli anelli tracheali; mentre la desaturazione (riduzione dell'ossigeno nel sangue) si può verificare in corso della metodica di Fantoni, a causa della sua complessità operativa.
Grave forma di infezione della congiuntiva e della cornea (cheratocongiuntivite) ad andamento cronico, causata da un batterio gram-negativo trasmesso da mosche o per trasferimento diretto attraverso mani e panni infetti.
Il tracoma esordisce come una congiuntivite follicolare, la cui sintomatologia è quasi nulla finchè i follicoli si ingrossano, e la congiuntivite si cronicizza dando luogo a lacrimazione, abbagliamento, annebbiamento. Questa è la fase di maggiore contagiosità. La fase successiva è quella cicatriziale, in cui si hanno alterazioni delle palpebre, con adesioni e retrazioni come entropion, ectropion, trichiasi, e della secrezione lacrimale, che comportano un danno alla cornea (xeroftalmo). L'esito più grave è la comparsa di un'opacità della cornea, che provoca cecità. La terapia si basa sull'uso tempestivo di pomate antibiotiche. I casi più gravi, perlopiù dovuti alla trascuratezza dei soggetti ammalati, necessitano di una terapia chirurgica e talora impongono il trapianto della cornea, una volta che l'infezione sia stata dominata.
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