Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
È una malattia di tipo epidemico, caratterizzata da febbre elevata, esantema maculo-papuloso petecchiale il cui agente patogeno èRickettsia prowazeki, trasmessa all'uomo dal pidocchio. Il tifo ha incubazione 8-14 giorni e primi sintomi compaiono improvvisamente con brivido, cefalea, dolori lombari, rachialgia, vertigini, vomito, febbre alta, tachicardia, sensorio obnubilato fino al coma, delirio, tremori, meningismo, esantema a piccole macchie al tronco e agli arti che dopo qualche giorno evolvono in petecchie. Se il decorso è favorevole, la febbre e i segni della pelle scompaiono dopo due settimane. Le complicanze più gravi sono quelle cardiache, polmonari, renali (nefrite), otiti, flebiti, gangrene alle estremità. La terapia: è basata su tetracicline, cloramfenicolo ed eventualmente cortisonici.È necessario continuare l'isolamento del soggetto per 20 giorni dopo lo sfebbramento con disinfestazione giornaliera dai pidocchi sia del paziente che dell'ambiente. Nei paesi occidentali il tifo ha ormai poca incidenza ma è consigliata la vaccinazione per tutti coloro che si recano in paesi in cui il tifo è ancora molto presente. Obbligatoria la denuncia.
Detto anche tifo murino, malattia dovuta a Rickettsia mooseri, veicolata dalla pulce del ratto e di altri roditori. L'organismo umano è ospite occasionale in seguito a puntura di tali pulci.
Si manifesta con un esordio brusco, un decorso febbrile da una a diverse settimane, cefalea, malessere, prostrazione, vasculiti periferiche e, nella maggior parte dei casi, un caratteristico rash.
Avendo decorso relativamente benigno ed essendo curabile con tetracicline, non è prevista vaccinazione.
Detto anche ileotifo, o febbre tifoide, è una malattia infettiva causata dal batterio Salmonella typhi, diffuso soprattutto nelle zone a clima caldo e in condizioni igienico-sanitarie scadenti, dove la malattia è presente allo stato endemico. Nell'uomo il contagio avviene bevendo l'acqua contaminata dalle feci di persone già contagiate e in cui è annidata la salmonella o consumando frutti di mare coltivati in zone vicine agli scarichi urbani, o verdure crude irrigate con acqua contaminata.
Una volta che i bacilli del tifo addominale penetrano nell'organismo si diffondono per via linfatica per poi passare nel circolo sanguigno, localizzandosi in breve nei follicoli linfatici dell'intestino (placche del Payer). Dopo un periodo di incubazione di 7-10 giorni insorgono cefalea, dolori muscolari, astenia, seguiti da febbre elevata, meteorismo, stitichezza ostinata, torpore psichico, confusione mentale.
La diagnosi viene formulata mediante indagini sierologiche (sieroagglutinazione di Widal) e coprocoltura.
La terapia si basa sull'impiego di antibiotici. Fondamentale è la prevenzione, che deve agire sia sui malati, con l'isolamento e la disinfezione della biancheria e degli effetti personali, sia sui portatori, serbatoi e sorgenti dell'infezione, che devono essere curati e allontanati, fino alla guarigione, dall'ambito professionale, in cui possono diffondere la malattia (preparazione degli alimenti, servizi idrici). Importantissime sono, inoltre, la bonifica dell'ambiente e la vaccinazione dei soggetti a rischio (vedi antitifica, vaccinazione).
Infiammazione acuta o cronica dell'intestino cieco.
Le cause vanno dalla stasi delle feci nei pazienti affetti da stitichezza cronica, a infezioni, quali il tifo e la tubercolosi, e a malattie infiammatorie quali la malattia di Crohn. Può anche essere conseguenza di un'appendicite cronicizzata. I sintomi rigardano dolori e senso di peso in fossa iliaca destra, modificazioni dell'alvo, meteorismo, con possibile sviluppo di peritonite nelle forme perforate. Le forme croniche si evidenziano raramente, limitandosi a causare un senso di malessere alla regione iliaca destra.
La terapia consiste in una corretta educazione alimentare, nell'uso di fermenti digestivi, nella somministrazione di vitamine e per contrastare il dolore si impiegano farmaci antispastici, nelle forme su base infettiva, mentre nelle varianti croniche a volte si deve ricorrere a interventi chirurgici d'asportazione.
Farmaco antiaggregante piastrinico impiegato nel trattamento profilattico e terapeutico di vasculopatie ischemiche, cardiache e cerebrali, trombosi venose, arteriopatie. Può determinare disturbi gastroenterici. Controindicato in caso di ulcera peptica in fase attiva e malattie ematologiche, aumenta l'effetto anticoagulante dei farmaci antivitamina K, dell'eparina e degli antinfiammatori non steroidei.
Disordine del movimento che risulta rapido, stereotipato e involontario.
Se si riesce a controllarli possono scaturire contrazioni violente come reazione al tentativo di contenimento del tic.
I tic possono variare per frequenza, ampiezza e sede.
Più spesso interessano il viso: strizzamento delle palpebre, corrugamento della fronte, movimenti delle labbra, arricciamento del naso ecc. L'età più colpita è quella infantile e puberale. Caratteristico del tic è il fatto che il movimento è preceduto da un senso di necessità irresistibile, a cui segue un senso di soddisfacimento.La causa che porta a tale movimento incontrollato rimane tutt’ora sconosciuta, anche se in taluni casi la scienza si è maggiormente orientata verso le implicazioni di carattere neurologico, principalmente riferite ai gangli della base.
Questi sintomi possono inoltre presentarsi come segnalazione di un disagio interiore, riconducibile a difficoltà familiari, sociali, professionali o scolastiche; talvolta celano un'aggressività repressa, mentre solitamente possono aggravarsi in una condizione di stress, di affaticamento, di forte emozione e di ansietà. I tic possono manifestarsi in persone con disturbi nevrotici o in individui con irritabilità e labilità emotiva. Il rimedio più opportuno è la psicoterapia, cui si possono associare ansiolitici.
Conosciuta anche come tibo-astragalica è un'articolazione mobile costituita dalle estremità distali della tibia e del perone con l'astragalo del tarso, che consente tutti i movimenti del piede.
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