Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Formazione anatomica collocata tra prostata e vescica, che ha l'aspetto di un diverticolo del canale deferente. La sua funzione è quella di raccogliere lo sperma prodotto dai testicoli.
Canali sottili che, avvoltolati su di sé, rappresentano gran parte dei lobuli del testicolo e si anastomizzano tra loro. hanno la funzione di produrre gli spermatozoi.
Di Admin (del 03/12/2009 @ 16:30:13, in Lettera S, visto n. 2154 volte)
Il seminoma è una forma di neoplasia maligna che colpisce le cellule germinali del testicolo e in maniera meno frequente del mediastino. Il trattamento è in genere di tipo chirurgico. Il mediastino è una delle forme neoplastiche più sensibile alla radioterapia, mentre si preferisce la chemioterapia per la forma che colpisce il testicolo, in particolare se raggiunge lo stadio IIC.
Presenza di spermatozoi nelle urine. In condizioni normali, le urine non ne contengono, visto che al momento dell'eiaculazione il collo vescicale si chiude per impedire il reflusso di liquido seminale nella vescica. Tuttavia qualche spermatozoo (rimasto nell'uretra o nel prepuzio) può essere rinvenuto nelle urine emesse subito dopo un coito. La seminurìa è una manifestazione caratteristica dell'eiaculazione retrograda.
Muscolo della coscia, che inizia dalla branca ischiatica del bacino e si inserisce sulla tuberosità nella parte anteriore della tibia.
dalla forma lunga e piatta, risulta essere più carnoso da un lato (quello superiore) mentre nella parte inferiore è tendineo.
Il muscolo non serve all'estensione della coscia dovuta alla flessione della gamba, ma intraruota la gamba stessa. Inoltre consente di flettere il ginocchio insieme agli altri ischioclurali, e di farlo extraruotare quando questo è piegato.
Cataplasma di farina di senape nera ingrassata e impastata con acqua calda, impiegato come revulsivo.
Nei soggetti normali la percezione cromatica varia a seconda della composizione spettrale della luce incidente e della sua intensità luminosa. Riducendo la luminanza dal regime fotopico a quello mesopico, l'individuo da tricromate diviene dicromate ed abbassandola ulteriormente diviene monocromate. Da quanto detto risulta l'importanza di una illuminazione standardizzata o molto simile a quella per cui il test cromatico è stato realizzato.
1) TEST DI DENOMINAZIONE
Si basano sull'esatto riconoscimento e denominazione di oggetti colorati (matassine, palline ecc.) o di luci che possono essere monocromatiche o miscugli di radiazioni.
2) TEST DI SOGLIA
Portano alla conoscenza dell'intervallo fotocromatico cioè della differenza tra i valori della soglia acromatica e quella cromatica; nel primo caso lo stimolo è apprezzato in quanto luce e non in quanto colore.
3) TEST PSEUDOISOCROMATICI
Si tratta di atlanti costituiti da una serie di tavole che tengono conto del principio dell'unificazione formale che si basa sulla somiglianza cromatica. I dischetti colorati intercalati in uno sfondo composto da dischetti, però di colore diverso, sono riuniti dal soggetto in esame in una struttura unitaria in modo da formare: cifre, lettere, serpentine, figure geometriche. I colori usati per il disegno e lo sfondo sono coppie, situate nel diagramma cromatico sulla stessa direzione di confusione propria ad ogni anomalia. In teoria il soggetto normale dovrebbe denominare ogni punto del diagramma con un colore diverso; in realtà esiste una certa tolleranza, rappresentata dalle elissi di MAC ADAMS. Ai soggetti dicromati appaiono invece equivalenti tutte le combinazioni situate su certe rette di confusione.
La maggior parte delle tavole, come ad esempio le TAVOLE DI ISHIHARA (vedi appendice), viene usata per il riconoscimento dei soggetti deutan e protan che hanno visione difettosa rispettivamente per il verde ed il rosso. Per il riconoscimento dei soggetti difettosi per il blu (tritan) ed il giallo (tetartan), si utilizzano altre tavole.
4) TEST DI EGUAGLIANZA
Si eseguono con apparecchi che utilizzano colori spettrali. L'anomaloscopio di Nagel tipo I permette di stabilire la diagnosi di tutte le discromatopsie di asse rosso-verde. L'anomaloscopio di Nagel tipo II permette di evidenziare discromatopsie di asse giallo-blu.
5) TEST DI CLASSIFICAZIONE
TEST DI FARNSWORTH 15 HUE.
Questo test ha un procedimento di esecuzione molto rapido (4 minuti) e semplice. Una volta che il paziente abbia ordinato le 15 pastiglie colorate (disposte a casaccio dall'esaminatore), la scatola viene chiusa e capovolta; i numeri stampati sul retro delle pastiglie verranno segnati ed uniti in successione, nell'ordine in cui appaiono disposte, nel grafico apposito. I numeri del grafico corrispondono alle capsule colorate e la loro successione evidenzia subito eventuali assi di confusione. Può essere utilizzato per bambini sin dall'età di 4 anni, negli analfabeti ed in soggetti con acuità visiva molto ridotta. Questo test è particolarmente indicato per la diagnosi dei dicromati e delle deficienze acquisite del senso cromatico gravi; risulta invece poco sensibile nei tricromatismi anomali e nelle forme leggere di discromatopsie acquisite (questa carenza pare legata al grado relativamente elevato di saturazione delle sue pastiglie colorate). Nelle discromatopsie acquisite l'interpretazione del grafico non è agevole perché gli assi di confusione non sempre coincidono con quelli classici (manca un discromatismo netto). Il discromatopsico ordina i colori sulla base dei propri assi di confusione (ad un determinato colore ne assocerà un altro che sarà esattamente individuato dall'asse di confusione, corrispondente alla turba cromatica). La ripetizione del test evidenzia lo stesso tipo degli errori e lo stesso asse principale di confusione.
TEST DI FARNSWORTH 100 HUE.
Tale test è costituito da 85 pastiglie colorate, numerate sulla faccia posteriore da 1 a 85, contenute in 4 scatole (1° scatola: 85-21; 2° scatola: 22-43; 3° scatola: 43-63; 4° scatola: 64-84). I risultati della determinazione dovranno riportarsi su un grafico apposito, dopo aver calcolato la distanza esistente fra i colori contigui e quello in esame. Questo test richiede una buona collaborazione del soggetto in esame ed il tempo necessario è di circa 20 minuti per occhio. Di solito pochi soggetti realizzano una classificazione perfetta ed ancora la qualità delle risposte varia con l'età: una migliore discriminazione cromatica si verifica verso i 25 anni. Nei soggetti di giovane età i limiti di errore devono essere considerati più ampi, onde evitare diagnosi affrettate di difetti in realtà inesistenti; il tempo di esecuzione assume un significato diverso che nell'adulto in quanto si possono esaminare bambini che procedono lentamente, ma sono attenti ed altri che procedono rapidamente ma sono superficiali. Un eventuale tracciato a spirale è un reperto privo di significato patologico: riscontrato nei bambini segnala il diminuire dell'attenzione con il procedere dell'esame. Il test dà risultati poco precisi nei soggetti con acuità visiva inferiore ai 5/10 o quando l'illuminazione retinica diviene inferiore a certi livelli (miosi, sclerosi del cristallino). Il test di Farnsworth 100 hue ha degli intervalli cromatici tra l'una e l'altra pastiglia di circa 5.3 volte più stretti rispetto al 15hue. Piccolissime differenze di saturazione tra una pastiglia e l'altra permettono di evidenziare più facilmente le turbe di soglia differenziale cromatica. Ogni numero del cerchio interno del grafico simbolizza un colore spettrale di appropriata lunghezza d'onda (il cui valore è segnato nel cerchio esterno). Lo spettro dei colori rappresentati dalle pastiglie è compreso tra i 633 nm e i 445 nm più un'ampia sezione dedicata ai porpora. Se si tiene presente che la capacità di riconoscere colori di lunghezza d'onda molto vicina ha dei massimi e dei minimi, il riordinamento avrà delle zone di quasi perfezione e delle zone di massima anarchia con massimi più o meno evidenti situati alle estremità di un asse perpendicolare all'asse neutro (le soglie differenziali cromatiche di un soggetto dicromate sono minime a livello dei punti neutri e massime a metà cammino tra questi). A seconda della distribuzione grafica degli errori si distinguono tre tipi di difetti cromatici congeniti: DEUTAN (massimo di errori attorno al campione 15 e 58, cioè nella regione giallo/rosso-giallo e blu-porpora/blu), PROTAN (massimo di errori attorno ai campioni 18 e 65, cioè nella regione giallo-verde/giallo e blu/porpora-porpora), TRITAN (massimo di errori lungo l'asse di confusione 1-43, cioè nella regione rosso e blu/giallo). Da ciò ne consegue come il 100 hue evidenzia errori di classificazione per delle tonalità scelte a distanza dagli assi di confusione, mentre il 15 hue per delle tonalità situate sugli stessi assi di confusione. L'aspetto quantitativo del difetto è determinato dalla superficie, eccentricità e dal valore degli errori. Nel caso di discromatopsia acquisita di asse rosso/verde, nello stadio tricromatico il tracciato può essere simile a quello protan o deutan o intermedio al deutan e tritan oppure al protan e deutan; nello stadio dicromatico può essere simile al deutan spesso con un numero elevato di errori poco importanti nelle altre regioni oppure anarchico (a stella senza asse apparente). Nel caso di discromatopsie di asse giallo/blu stadio dicromatico il tracciato può presentarsi simile a quello tritan o spostato verso destra. L?asse tetartan è più difficile da identificare e separare da una discromatopsia di asse blu/giallo, gli errori sono massimi attorno ai campioni 78-83. Una pseudo-discromatopsia di asse giallo/blu tra i soggetti anziani è da attribuirsi all'assorbimento prerecettoriale di queste radiazioni, conseguente alla senescenza del cristallino. Il test di Farnsworth 100 hue assume quindi per la sua sensibilità una rilevante importanza nella ricerca analitica del senso cromatico poiché permette di riconoscere l'innalzamento della soglia differenziale cromatica (low discrimination), nonché quasi sempre l'asse reale dell'alterazione cromatica e la quantità del deficit.
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