Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Infiammazione di una ghiandola, a cui consegue un aumento di consistenza per proliferazione di tessuto connettivo scleroso-cicatriziale.
Lo scleredema è una rara forma di fibrosi che si presenta con un ispessimento della cute del collo e del tronco e può talora associarsi ad importanti malattie sistemiche, come nel caso dello scleredema di Buschke. Esiste anche una forma traumatica delle mani, dovuta a ripetute punture di riccio, con eziopatogenesi e decorso clinico completamente diverse dalla malattia di Buschke, che merita invece un attento follow up multidisciplinare.
Edema di consistenza dura che può colpire i neonati in corso di sepsi, enterite, polmonite o malformazioni. Le parti tumefatte sono dure poiché il grasso sottocutaneo aumenta di consistenza(se si esegue una pressione con le dita non si verifica il segno di infossatura, o fovea). Si manifesta a livello degli arti inferiori e può estendersi a tutta la superficie corporea, a cui fa seguito un indurimento cereo e violaceo, oltre che freddo, di tutta la cute, che impedisce i movimenti. La prognosi è molto grave, in genere infausta. La terapia specifica è solo quella contro la malattia di base. Si rivela utile usare il termoforo per riscaldare il bambino.
Infiammazione della sclera dell'occhio, che può riguardare le zone in prossimità (sclerite anteriore) o intorno al limbus della cornea (sclerite anulare), oppure la regione vicina all'equatore del bulbo (sclerite posteriore). Si presenta con dolori molto forti al globo oculare, infiltrazione, tumefazione e rossore della sclera anteriormente. Si verifica in modo frequente la compartecipazione della cornea e dell'uvea. La cause possono essere di diversi tipi, ad esempio idiopatica, associata a determinate malattie come l'artrite reumatoide o la granulomatosi di Wegener, mal acausa può essere anche l'uso di agenti chimici.
Il decorso è generalmente lungo, con facili recidive. Nei casi più gravi la terapia è chirurgica, mentre in quelli più lievi vengono somministrati farmaci quali i corticosteroidi.
Infiammazione che interessa la sclera e la coroide. Quando è limitata alle parti anteriori della sclera (sclerocoroidite anteriore), genera la formazione di uno stafiloma (ossia una dilatazione di un tratto della parete oculare con protusione del contenuto, simile a un chicco d'uva) in sede anteriore; se invece è localizzata nella parte posteriore (sclerocoroidite posteriore), come nel caso della miopia progressiva, lo stafiloma si manifesta nella regione del disco ottico. La sclerocoroidite è causa dell'atrofia delle due membrane.
La Sclerodermia, malattia rara cronica ed evolutiva interessa soprattutto le donne ( con un rapporto di 7/8 a 1 rispetto agli uomini), provoca fibrosi e danni endoteliali per eccessiva attività del sistema immunitario. E’ una malattia caratterizzata da un’ ispessimento della cute che può nel tempo estendersi anche agli organi interni (la fibrosi consiste nell’aumento del tessuto connettivo che circonda i tessuti, e gli organi maggiormente colpiti sono apparato gastrointestinale, polmoni, reni e cuore). Si stima che in Italia, ogni anno, contraggono questa patologia circa 1000 persone ed in generale le persone colpite da patologia potrebbero essere tra i 30 e i 50 mila.
La sclerodermia è una malattia di tipo autoimmune cronica e progressiva. Il termine deriva dal greco e significa “pelle dura”. In effetti, la patologia causa l'ispessimento della pelle, arrivando nei casi più gravi a interessare i tessuti degli organi interni come i polmoni, il cuore, i reni e l'esofago.
Si distinguono due categorie di sclerodermia, che si differenziano a loro volta in diverse tipologie:
1) Sclerodermia localizzata, che può evolversi in morphea o in sclerodermia lineare;
2) Sclerodermia sistemica (detta anche Sclerosi sistemica), che può essere C.R.E.S.T, limitata, diffusa e overlap.
Purtroppo al momento non c'è una cura precisa per la sclerodermia, ma una serie di trattamenti possono dare sollievo e rallentare il decorso della malattia, migliorando nel contempo la qualità della vita del paziente.
I farmaci che hanno un'azione antifibrotica sono l'interferone, l'isomero D della penicillamina, il tranilast – un derivato dell'acido antranilico –, l'halofuginone, il calcitriolo e l'inibitore chinasico imatinib.
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