Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Formazione di tessuto osseo.
Consiste nella differenziazione istologica degli osteoblasti. L'osteogenesi inizia nei centri di ossificazione, zone di connettivo o di tessuto pericondrale fetale in cui si formano i primi elementi di tessuto osseo. In alcune condizioni patologiche (per esempio in seguito a traumi) si può avere formazione di tessuto osseo in organi al di fuori dello scheletro, per esempio nella miosite ossificante che colpisce gli atleti, o nelle ossificazioni eterotopi che dei muscoli paralizzati, i quali presentano una particolare predisposizione alla formazione di tessuto osseo.§ Osteogenesi imperfetta, malattia ereditaria del tessuto connettivo caratterizzata da abnorme fragilità ossea, tendenza spiccata alle fratture e da altre anomalie congenite (sclere blu, difetti della dentizione, sordità). Causata probabilmente da un'alterazione dei geni strutturali delle proteine del collagene, l'osteogenesi imperfetta assume livelli diversi di gravità a seconda del tipo di trasmissione ereditaria; da forme mortali che si manifestano poco tempo dopo la nascita a forme così leggere da essere asintomatiche. La terapia è variabile in accordo con la variabilità delle manifestazioni cliniche; va comunque intensificata nell'età della crescita, nella quale sono maggiori i pericoli di fratture, e nelle donne durante la gravidanza e la menopausa, anch'essi periodi critici. Ai farmaci (calcitonina e sali di calcio per incrementare l'ossificazione) vanno associati, specie nelle forme gravi, trattamenti fisioterapeutici, chirurgici (per la correzione delle deformità scheletriche) e anche psicologici.
Perdita localizzata di tessuto osseo, del quale resta solo la trama connettivale, dovuta a cause diverse: infezioni, traumatismi, turbe metaboliche, compressioni da parte di formazioni esterne, come vasi sanguigni dilatati (per esempio usura dei corpi vertebrali da aneurisma dell'aorta) e tumori.
All'esame radiografico appare come una regione ben delimitata, di minore densità rispetto all'osso circostante.
Di Admin (del 22/06/2011 @ 11:15:13, in Lettera O, visto n. 1313 volte)
Ramo dell'anatomia che studia lo scheletro umano e la struttura delle ossa
Tumore benigno dell'osso.
Si localizza, di solito, nei seni frontali e mascellari. Cresce molto lentamente e può dare mal di testa e dolori al viso. L'osteoma osteoide è una varietà che si localizza nella parte centrale (diafisi) delle ossa lunghe. È costituito da una zona centrale di tessuto osteoide (cioè tessuto osseo non maturo) e da un alone periferico di osso normale addensato (alone di sclerosi). Colpisce soprattutto i soggetti tra i 10 e i 30 anni, e si localizza più spesso al femore, alla tibia, alle vertebre e alle ossa del piede. È uno dei pochi tumori benigni che provocano dolore: questo compare soprattutto di notte (per il calore prodotto dalle coperte). All'esame radiografico si evidenzia una zona scura circondata da un alone chiaro.
La terapia consiste nell'asportazione chirurgica; l'osteoma può recidivare dopo l'intervento.
Indebolimento delle ossa che appaiono meno rigide a causa di un difetto della deposizione di calcio e fosforo sulla matrice organica del tessuto osseo. Nella regolazione del normale equilibrio di questi elementi, svolge un'importante funzione la vitamina D. Quindi un suo deficit, dovuto a un'insufficiente introduzione con gli alimenti, o a scarsa esposizione alla luce del sole, o a disturbi renali cronici, o all'assunzione per lunghi periodi di alcuni farmaci (per esempio terapia anticonvulsivante), rappresenta la causa principale dell'osteomalacia. Attualmente è frequente soprattutto negli anziani che tendono a sfuggire la luce del sole e spesso hanno un'alimentazione incompleta. Nel bambino, oggi rara, prende il nome di rachitismo. I sintomi sono dati da dolori ossei (specie all'ultima porzione della colonna vertebrale e al bacino), da debolezza muscolare, che può rendere difficili certi movimenti, quali alzarsi dalla sedia o dal letto. Sono frequenti anche le fratture spontanee, cioè quelle non provocate da traumi. La terapia si basa sulla somministrazione di vitamina D. I soggetti in cura devono essere tenuti costantemente sotto controllo per evitare un sovradosaggio di vitamina D, che può causare disturbi addominali, dimagrimento, debolezza, irritabilità, cute secca e desquamata.
Processo infettivo dell'apparato osteo-articolare che riguarda simultaneamente l'osso e il midollo osseo, provocato da batteri piogeni (cioè quelli che determinano la produzione di pus). Ne esistono forme acute e forme croniche. Le prime sono causate in genere da Staphylococcus aureus e colpiscono soprattutto bambini e adolescenti. Si localizzano più spesso alla spalla e al ginocchio. Generalmente i microrganismi provengono, attraverso il circolo sanguigno, da un foruncolo, da una tonsilla infetta o dalla contaminazione in caso di fratture esposte ecc. Tali forme compaiono all'improvviso con febbre, dolore intensissimo e riduzione dei movimenti del segmento colpito.
La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, analgesici e sull'immobilizzazione, con apparecchio gessato, per 10-15 giorni.
In alcuni casi l'osteomielite può cronicizzarsi: il trattamento consiste allora nell'asportazione chirurgica del tessuto infetto. Esistono anche forme croniche sin dall'inizio, con evoluzione molto lenta e sintomi meno acuti. L'osteomielite cronica è una complicanza temibile delle fratture esposte, che devono essere trattate in ambiente chirurgico nel più breve tempo possibile.
Complesso delle lamelle ossee disposte concentricamente attorno a un canale di Havers, costituito in modo da garantire all'osso particolare resistenza.
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