Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Tecnica osservativa atta a valutare lo sviluppo delle capacità motorie dell'individuo nei primi anni di vita. Ha lo scopo di identificare precocemente le funzioni motorie lese, al fine di individuare la tecnica fisioterapica più opportuna.
Fenomeno psico-patologico che si manifesta con l’insorgenza di un’idea o di una qualsiasi rappresentazione mentale, che, accompagnata da un sentimento d’ansia, si impone al soggetto in modo insopprimibile, e lo trascina a compiere determinati atti o ad astenersi da altri, o a fissarsi su determinati pensieri.
L’ossessivo è consapevole dell’insensatezza di tali atti e idee, e si impegna in una lotta per sottrarsi al dominio delle sue ossessioni. Con una certa frequenza riesce a mitigare l’ansia di questa lotta ricorrendo a rituali e cerimoniali.
Le ossessioni possono presentarsi come dubbi, come scrupoli, come attrazione dello sguardo su un determinato oggetto o, al contrario, come timore di essere osservato; come la necessità di pronunciare determinate parole (onomatomania), di almanaccare su questioni irresolubili (mania metafisica), di far calcoli (aritmomania); oppure (è il caso delle idee di contrasto) possono essere costituite da rappresentazioni lascive o blasfeme durante una pratica religiosa, o dalla tentazione di far del male all’essere più amato, senza mai passare all’azione ma aggrovigliandosi nelle contromisure difensive, nello sconforto, nell’autocondanna.
Nell’ossessione si tende a vedere la realizzazione diretta o simbolica di istinti o desideri repressi oppure rimossi, un’organizzazione repressiva della vita psichica, in cui alla rappresentazione vitale si sostituisce una rappresentazione artificiale, stereotipa che nei suoi simboli rispecchia un conflitto irrisolto.
L'ossessione, che in particolari condizioni può presentarsi anche in individui normali, diventa patologica allorché interferisce nella vita e nell'attività del soggetto. È sintomo caratteristico della psiconevrosi ossessiva.
Il disturbo ossessivo-compulsivo, generalmente chiamato DOC, è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Caratteristiche essenziali del disturbo sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che creano allarme o paura e che costringono la persona a mettere in atto comportamenti ripetitivi o azioni mentali. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano più e più volte e sono al di fuori del controllo di chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come disturbanti e intrusive, e, quando non si è preda dell'ansia, sono giudicate come infondate ed insensate. Le compulsioni vengono anche definite rituali o cerimoniali e sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente) messi in atto per ridurre il senso di disagio e l'ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi tipici delle ossessioni; costituiscono, cioè, un tentativo di elusione del disagio, un mezzo per cercare di conseguire un controllo sulla propria ansia.
Farmaco ad azione spasmolitica, attivo principalmente sulla muscolatura liscia vescicale. E' efficace nella terapia della vescica instabile, vescica neurologica, "urge incontinence".
L'insieme del martello, dell'incudine e della staffa, che fanno parte dell'orecchio medio. Gli ossicini sono i tre ossi più piccoli del corpo umano.
Servono a trasmettere i suoni dall'aria al fluido contenuto nel labirinto (coclea). L'assenza degli ossicini costituirebbe causa di moderata o severa perdita di udito.
Ricostruzione della catena degli ossicini dell'orecchio.
L'intervento può essere fatto con protesi d'acciaio o di altro materiale, ma i risultati migliori si ottengono impiegando tessuto osseo prelevato dalla squama del temporale o ossicini autogeni (provenienti cioè dal medesimo soggetto), oppure con impianto di tessuti prelevati da cadavere (omoinnesti).
L'ossiculoplàstica può essere totale o parziale, riguardando, cioè, tutta la catena o solo uno o due ossicini.
enzima in grado di promuovere reazioni chimiche ossidative.
Le ossidasi sono assai diffuse nelle piante e ad esse si debbono molti degli imbrunimenti che si verificano così di frequente, quando tessuti vegetali tagliuzzati siano esposti all'aria.
L'azione delle ossidasi si può verificare facilmente se un estratto acquoso di tessuti vegetali viene addizionato con qualche goccia di tintura fresca di resina di guaiaco; si osserva allora di frequente una colorazione azzurra, derivante dall'ossidazione della resina di guaiaco; reazioni analoghe possono essere date da alcune ossidasi sopra lo ioduro di potassio, così che si mette in libertà iodio, o sulla benzidina che diventa azzurra o sul pirogallo che dà un corpo rosso cristallino, la purpurogallina. Tali reazioni sono spesso assai sensibili e possono valere a svelare la presenza di ossidasi non solo in estratti vegetali, ma anche nei tessuti stessi nei quali tali fermenti si formano e si localizzano. Però tali reazioni non sono costanti in tutti i tessuti vegetali; se invece, disposta la reazione nei modi indicati, s'aggiunge anche acqua ossigenata, che è un attivissimo perossido, s'osserva che la reazione è di gran lunga più frequente. Si possono quindi distinguere due sorta di ossidasi: le une, che reagiscono ossidando già in presenza dell'ossigeno dell'aria, sono dette ossigenasi; altre invece, assai più frequenti, che esercitano la loro azione in presenza di perossidi (come l'acqua ossigenata, il perossido di titanio, l'essenza di trementina vecchia), sono dette perossidasi.
Tra le più note ossigenasi sono da ricordare la laccasi del lattice del Rhus vernicifera, che dà l'annerimento al quale si deve il bel colore delle lacche giapponesi; la boletasi che ossida un fenolo, il boletolo, colorandolo in azzurro, ciò che è caratteristico del fungo velenoso Boletus satanas; la tirosinasi, assai più diffusa, che ossida la tirosina in bruno. L'importanza delle ossidasi è grandissima nei processi respiratorî delle piante.
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