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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 13:39:42, in Lettera O, visto n. 1799 volte)
L'olio d'oliva è uno dei capisaldi della cucina italiana. Si ottiene dalle olive per mezzo della frangitura, di tipo moderno (con frangitori che lavorano per centrifugazione) oppure tradizionale con macine di granito. La separazione dell'olio dalla polpa e dall'acqua si ottiene con presse idrauliche. Se il processo di frangitura non supera i 30 °C, si ottiene un olio di alta qualità alimentare (spremitura a freddo). L'olio così ottenuto viene lasciato a maturare in orci di terracotta o in contenitori d'acciaio. L'olio di oliva, in funzione del contenuto di acido oleico libero, può essere extravergine (< 1%), vergine sopraffino (< 1,5%), vergine fino (< 3%) e vergine (> 3%). Di scarsa qualità gli oli lampanti (commestibili solo dopo un trattamento chimico che abbassa l'acidità) e gli oli di sansa (ottenuti trattando la salsa di oliva con solventi). Il maggior produttore mondiale è la Spagna con un milione di tonnellate, seguita dall'Italia con 450.000 e dalla Grecia con 360.000. L'Italia esporta il 40% ca. della produzione (verso Stati Uniti, Germania, Giappone). Il paese che consuma più olio è la Grecia (24 kg pro capite annui), seguito dall'Italia con dodici e dalla Spagna con dieci. Fra le varietà italiane si ricordano tavaggiasca e lavagnina (Liguria), frantoio (Toscana), casaliva (lago di Garda), carboncella e canino (Lazio), moraiolo (Umbria), gentile (Abruzzo), rotondella (Campania), ogliarola, cellina, coratina e cima (Puglia), carolea (Calabria), nocellara del Belice e bosana (isole). Come e quando usarlo - L'olio d'oliva nutrizionalmente è interessante perché è una fonte di lipidi sicura; se la qualità è buona o addirittura ottima, è un prodotto che durante la lavorazione non è stato modificato e che contiene pochissimi (o nessun) residui chimici. Come tale deve essere considerato fra gli alimenti lipidici da preferire. Poiché come tutti i grassi è ipercalorico, non si deve però abbondare nell'uso. Se va bene per insalate, sughi e in generale piatti freddi, è opportuno evitarlo o limitarlo notevolmente per piatti caldi come le carni, il pesce o la verdura (le classiche patatine fritte). Infatti durante il processo di cottura i cibi lo assorbono avidamente, con il risultato che anche cibi poco calorici come il pesce o la carne diventano ipercalorici. Ogni dieta in questo caso diventa praticamente impossibile. È pertanto un errore molto grave abbondare con l'olio d'oliva nella preparazione dei piatti perché fa bene.Quanti sanno che 10 g d'olio equivalgono a 90 kcal, come 150 g di yogurt intero? Un altro grave errore è la sostituzione totale del burro con l'olio, pensando in tal modo di mangiare in modo perfettamente sano. La sostituzione del burro con l'olio non è interessante perché generalmente con l'olio, essendo liquido, si tende a esagerare. 10 g di olio apportano 90 kcal, mentre 10 g di burro apportano 76 kcal. Anche la sostituzione del burro con l'olio per la presenza di grassi sturi nel primo non deve essere completa; in realtà occorre sapere che l'olio d'oliva è composto da: grassi saturi (16%), grassi monoinsaturi (75%, acido oleico), grassi polinsaturi (9%, soprattutto acido linolenico). Nel burro gli acidi saturi sono il 48%; cioè significa che 10 g di burro contengono tanti grassi saturi come 30 g di olio. INFO AL. - Carboidrati: 0; proteine: 0; grassi: 100; acqua: tracce; calorie: 900.
 
Di riccardo (del 05/11/2013 @ 17:28:52, in Lettera O, visto n. 1117 volte)
Sinonimo di paraffina liquida è un farmaco (liquido trasparente, incolore, inodore, oleoso, insolubile in acqua) che agisce come lubrificante delle feci rendendole di consistenza molle. Deve essere usato con cautela nei pazienti anziani e nei bambini. È preferibile l'assunzione a stomaco vuoto, perché si ha un'efficacia più spiccata e lo svuotamento gastrico avviene più lentamente. Per migliorarne il sapore si può miscelare a spremute di frutta o a bicarbonato. Se usato per lungo tempo può determinare difficoltà di assorbimento vitaminico e diminuzione del tono dello sfintere anale.
 
Di medicina (del 17/09/2007 @ 16:15:53, in Lettera O, visto n. 8995 volte)
L’olio di semi di canapa viene utilizzato sia come integratore alimentare che ad uso terapeutico, per una serie di patologie quali artrosi, dermatiti, acne, patologie dell'apparato respiratorio, epilessia e malattie degenerative del sistema immunitario. Viene utilizzato anche in associazione con la chemioterapia e con gli antiretrovirali in caso di Aids. Contiene circa il 20 per cento di proteine e un rapporto pressoché perfetto fra omega 3 e omega 6.
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 13:41:33, in Lettera O, visto n. 1900 volte)
Gli oli di semi sono ottenuti da semi di vegetali particolarmente ricchi di grassi, come l’arachide, il mais, il lino, la borragine, la colza e la soia. Non tutti sono equivalenti dal punto di vista alimentare, in quanto alcuni, come quello di colza, hanno un sapore più sgradevole o presentano componenti di valore nutritivo più basso (come l’acido erucico). L’olio viene estratto mediante spremitura e nei processi industriale di produzione può intervenire anche una fase di rettificazione (per ridurre l’acidità), con l’aggiunta di olio di sesamo. L’aggiunta di olio di sesamo alle miscele di oli di semi è obbligatoria per legge nella misura del 5%; ciò è dovuto al fatto che la presenza di olio di sesamo è facilmente identificabile per via chimica e ciò permette di smascherare le frodi alimentari in cui all’olio di oliva si aggiungono oli di semi. Gli oli di semi sono divenuti popolari nelle diete proposte per una loro presupposta azione anticolesterolo, perché ricchi di acidi grassi polinsaturi. A differenza dell’olio di oliva, che contiene per il 75% grassi monoinsaturi (acido oleico) e il 9-10% di acidi polinsaturi (acido linoleico), negli oli di semi la percentuale di acidi grassi polinsaturi è decisamente superiore. Inoltre in alcuni tipi di oli di semi, il rapporto tra i due acidi principali (alfa-linolenico, più noto con la sigla omega 3, e acido linoleico, omega 6) è considerato ottimale. Inoltre, esiste un terzo acido grasso, l’acido gamma-linolenico, contenuto in alcuni tipi di oli di semi, come quello di canapa (2-4%), l’olio di borragine (10-15%) e di cassis (15-19%). Tuttavia, la superiorità teorica degli oli di semi rispetto a quello d’oliva è notevolmente diminuita in pratica, se si pensa che gli acidi grassi polinsaturi di cui sono ricchi gli oli di semi, alle alte temperatura subiscono delle trasformazioni chimiche che ne diminuiscono il valore nutritivo, cosa che non accade invece all’acido oleico, tipico dell’olio di oliva, che rimane stabile anche ad alte temperature). Inoltre, i processi di raffinazione a cui sono sottoposti gli oli di semi ne fanno un alimento di dubbio valore; per esempio, negli oli di semi vari non è possibile stabilire le percentuali dei singolo componenti, per cui sarebbe preferibile per lo meno utilizzare oli di semi provenienti da un unico vegetale (di arachide, di mais, di girasole ecc.) e ottenuti con spremitura a freddo. Infine, è un grossolano errore pensare che gli oli di semi siano più “leggeri” dell’olio di oliva, come spesso traspare da qualche messaggio pubblicitario ingannevole, in quanto l’apporto calorico di tutti gli oli e i grassi è sempre pari a 9 calorie per grammo, indipendentemente dalla fonte primaria. INFO AL. - Carboidrati: 0; proteine: 0; grassi: 100; acqua: tracce; calorie: 900
 
Di riccardo (del 05/11/2013 @ 17:27:03, in Lettera O, visto n. 1046 volte)
Diminuita escrezione urinaria, intesa di solito come inferiore a 400 ml nelle 24 ore nell'adulto di media corporatura. Si riscontra per cause fisiologiche (sudorazione, scarsa ingestione di liquidi ecc.) e patologiche. Queste ultime comprendono malattie renali o epatiche, disturbi ormonali, scompenso cardiaco ecc.
 
Di medicina (del 12/09/2007 @ 15:14:42, in Lettera O, visto n. 1576 volte)
Diminuzione del numero degli spermatozoi presenti nel liquido seminale. Tra le cause di oligospermìa vi sono l’abuso di alcol o di sostanze stupefacenti, l’assunzione di alcuni farmaci, le infezioni delle vie genitali, alcune malattie sistemiche, il varicocele, il criptorchidismo e alcune disfunzioni ormonali; vi sono infine una forma psicogena e una idiopatica. L’oligospermìa è causa di ipofertilità ma non di sterilità.
 
Di salute (del 08/03/2010 @ 19:49:40, in Lettera O, visto n. 1415 volte)
riduzione del numero degli spermatozoi
 
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