Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Termine anatomico che indica una formazione di tessuto connettivo fibroso e fibre elastiche, più o meno voluminosa, che ha la funzione di tenere fra loro unite due o più strutture anatomiche (per esempio, due segmenti ossei) o di mantenere nella loro loggia un organo, ovvero di concorrere a delimitare aperture o cavità nelle quali si trovano altre formazioni anatomiche (vasi sanguiferi o linfatici, tronchi nervosi ecc.). Il nome dei legamenti deriva in genere dalle ossa e dagli organi con cui hanno rapporto, ad esempio: legamento femorale, legamento gastroepatico. Tra i legamenti ossei che limitano e guidano il movimento articolare sono importanti i legamenti crociati che sono fasci fibrosi tra loro incrociati. Le lesioni dei legamenti crociati del ginocchio sono molto frequenti.
Il legamento crociato anteriore (LCA) è uno dei quattro legamenti che contribuiscono alla stabilità del ginocchio. La sua funzione è quella di limitare la rotazione interna della tibia e la tendenza alla sublussazione anteriore della tibia rispetto al femore. Ha origine posteriormente e medialmente al condilo laterale femorale e si fissa nella parte anteriore del "piatto tibiale". La rottura del LCA è molto frequente durante l'attività sportiva, il più delle volte a causa di una torsione anomala della tibia rispetto al femore.
Il legamento crociato posteriore (LCP), è il principale stabilizzatore per la traslazione posteriore della tibia sul femore. A differenza della lesione del LCA, quella del LCP, è una lesione meno comune, colpisce i giovani adulti, ed è piu’ frequente nel sesso maschile. Le cause piu’ frequenti sono rappresentate da un trauma diretto alla porzione anteriore della tibia con ginocchio flesso (trauma da cruscotto), da un movimento forzato in iperflessione o in iperestensione (calcio a vuoto).
Malattia infettiva causata da Legionella pneumophila; vedi Legionellosi.
Batterio gram-negativo aerobio, mobile, della famiglia delle Legionellacee. Se ne conoscono più di 50 specie. Alcune di esse (L. micdadei, L. dumoffii, L. pittsburgensis) non sono molto pericolose, provocano un quadro febbrile benigno di tipo influenzale, mentre L. pneumophila è l’agente della legionellosi o malattia del del legionario.
Infezione causata dal batterio della Legionella, che colpisce l'apparato respiratorio. Si manifesta in due diverse modalità: la Malattia del legionario e la febbre di Pontiac. La prima si chiama così perché il batterio responsabile fu identificato per la prima volta nel 1976 su un gruppo di persone che partecipavano a un raduno della Legione Americana in un hotel di Philadelphia, molte delle quali morirono in seguito all'infezione.
L'infezione si propaga attraverso flussi di aerosolo o di acqua contaminata, spesso quindi è conseguenza di un sistema di condizionamento o di umidificazione manutenuto in maniera non ottimale.
I sintomi più comuni sono febbre, cefalea, tosse, brividi di freddo, inappetenza, dolore addominale, nausea e vomito.
Nella febbre di Pontiac, al contrario di ciò che accade nella malattia del Legionario, non si sviluppa pneumopatia, ma si tratta di una manifestazione simil-influenzale che evolve spontaneamente verso la guarigione.
La malattia del Legionario necessita invece di trattamento antibiotico con preferenza per l'eritromicina.
Vegetali che fanno parte della famiglia delle Leguminose. I legumi includono fave, lenticchie, ceci, piselli, lupini, soia, fagioli, fagiolini; sono ricchi di proteine dal 25 al 40% e il cui valore biologico è superiore rispetto a quelle dei cereali, e di poco inferiore a quelle di origine animale. Il 50% del peso secco è costituito dai glucidi e i principali rappresentanti sono amido, pectina e cellulosa quest'ultima principalmente nella parte esterna del seme. Solo il 3% del peso secco è rappresentato dai lipidi e buona parte è costituito da lecitina. I legumi possono essere ingeriti freschi o secchi. I cereali freschi sono più ricchi di acqua, e quindi meno calorici e nello stesso tempo anche meno ricchi di sostanze nutritive. Per evitare una eccessiva produzione di gas intestinale nella loro digestione è opportuno privare i legumi della pellicola che li ricopre e passarli; questo perché la pellicola è ricca di cellulosa, glicide non digeribile dagli enzimi umani ma solo da quelli della flora batterica intestinale, e di conseguenza c'è produzione di gas. Per quanto riguarda i legumi secchi invece bisogna lasciarli a bagno almeno 12 ore prima di cuocerli, cambiando l'acqua per 3 o 4 volte: questo bagno serve a estrarre dal legume le sostanze che ne rendono più difficile la digestione.
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