Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Polisaccaride che rappresenta la fonte di deposito e di riserva di glucosio dell'organismo: si trova in tutte le cellule (soprattutto nel fegato e nei muscoli). È composto da molecole di glucosio e possiede una struttura altamente ramificata e compatta, derivante dall'avvolgimento a spirale delle catene polisaccaridiche. Il glicogeno può essere mobilitato all'occorrenza attraverso il processo della glicogenolisi.
Sostanza contenuta nella liquirizia, ha una forte capacità di ritenzione sodica e può causare, in soggetti che ne fanno largo consumo, rare forme di ipertensione.
Malattia metabolica ereditaria, a carattere autosomico dominante, caratterizzata dall'incapacità da parte dell'organismo di metabolizzare la glicina (un aminoacido non essenziale, presente in alte concentrazioni nel collagene e nella maggior parte delle proteine animali) che quindi si accumula nel sangue. È causata dall'assenza degli enzimi specifici. La glicinosi si manifesta sin dai primi giorni di vita con acidosi metabolica, vomito, dispnea, sonnolenza e crisi convulsive. Provoca grave ritardo nello sviluppo mentale e nell'accrescimento corporeo, acidosi con disidratazione e letargia, infezioni ricorrenti, convulsioni. Non esiste una terapia specifica, il trattamento si basa sulla dieta ipo-proteica.
La glicina è un amminoacido non polare, il più semplice dei 20 amminoacidi ordinari.
A livello fisiologico, è un neurotrasmettitore inibitorio nel sistema nervoso centrale, specialmente nel midollo spinale.
Quando i recettori della glicina sono attivati, gli ioni cloruro entrano nel neurone, che subisce una iperpolarizzazione per la quale la cellula tende a rimanere in uno stato inibito. La stricnina, un farmaco convulsante, agisce bloccando i recettori della glicina. La glicina è anche un agonista dei glutammati per l'attivazione dei recettori dell'NMDA.
La glicina è utile nei meccanismi di assorbimento dei lipidi e nel trattamento dell'ipertrofia prostatica. Ha un effetto antispastico e può rivelarsi utile anche nei casi di schizofrenia.
Termine usato per esprimere la presenza di glucosio nel sangue. È regolata da un complesso di meccanismi neurormonali e metabolici che ne impediscono forti oscillazioni in difetto o eccesso. Aumenta nei soggetti diabetici e si abbassa nel digiuno prolungato. In genere con l'allenamento la glicemia si abbassa rispetto ai valori normali che vanno da 65 a 110 mg/dl.
Una diminuzione del glucosio rispetto a valori normali si riscontra nel corso di diete povere di zuccheri o in seguito a digiuno prolungato, oppure può essere conseguenza dello svolgimento di un’attività fisica molto intensa. Può, inoltre, dipendere dall' assunzione prolungata di particolari farmaci (salicilati, antitubercolari), oppure può essere anche il segnale di varie malattie tra cui: alterazioni a carico del fegato, ipotiroiclismo, intolleranza al fruttosio. Un aumento del glucosio è sempre il segnale di diabete mellito, la malattia caratterizzata dallo scorretto utilizzo degli zuccheri da parte dell’organismo.
Farmaco del gruppo delle sulfaniluree, in grado di ridurre la quantità di glucosio presente nel sangue quando questa è troppo elevata. È utilizzato nella terapia del diabete mellito o di tipo 2, quello non insulino-dipendente. Agisce stimolando la liberazione di insulina da parte del pancreas e facilitandone l'azione a livello cellulare. La glibenclamide viene somministrata per via orale.
Proteina componente del glutine presente in quasi tutti i cereali (frumento, segale, avena e orzo). È ritenuta responsabile dell'enteropatia da glutine o morbo celiaco; difatti l'esclusione di questa sostanza dalla dieta migliora rapidamente la malattia e porta a guarigione le lesioni dell'intestino tenue.
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