Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Termine usato per esprimere la presenza di glucosio nel sangue. È regolata da un complesso di meccanismi neurormonali e metabolici che ne impediscono forti oscillazioni in difetto o eccesso. Aumenta nei soggetti diabetici e si abbassa nel digiuno prolungato. In genere con l'allenamento la glicemia si abbassa rispetto ai valori normali che vanno da 65 a 110 mg/dl.
Una diminuzione del glucosio rispetto a valori normali si riscontra nel corso di diete povere di zuccheri o in seguito a digiuno prolungato, oppure può essere conseguenza dello svolgimento di un’attività fisica molto intensa. Può, inoltre, dipendere dall' assunzione prolungata di particolari farmaci (salicilati, antitubercolari), oppure può essere anche il segnale di varie malattie tra cui: alterazioni a carico del fegato, ipotiroiclismo, intolleranza al fruttosio. Un aumento del glucosio è sempre il segnale di diabete mellito, la malattia caratterizzata dallo scorretto utilizzo degli zuccheri da parte dell’organismo.
La glicina è un amminoacido non polare, il più semplice dei 20 amminoacidi ordinari.
A livello fisiologico, è un neurotrasmettitore inibitorio nel sistema nervoso centrale, specialmente nel midollo spinale.
Quando i recettori della glicina sono attivati, gli ioni cloruro entrano nel neurone, che subisce una iperpolarizzazione per la quale la cellula tende a rimanere in uno stato inibito. La stricnina, un farmaco convulsante, agisce bloccando i recettori della glicina. La glicina è anche un agonista dei glutammati per l'attivazione dei recettori dell'NMDA.
La glicina è utile nei meccanismi di assorbimento dei lipidi e nel trattamento dell'ipertrofia prostatica. Ha un effetto antispastico e può rivelarsi utile anche nei casi di schizofrenia.
Malattia metabolica ereditaria, a carattere autosomico dominante, caratterizzata dall'incapacità da parte dell'organismo di metabolizzare la glicina (un aminoacido non essenziale, presente in alte concentrazioni nel collagene e nella maggior parte delle proteine animali) che quindi si accumula nel sangue. È causata dall'assenza degli enzimi specifici. La glicinosi si manifesta sin dai primi giorni di vita con acidosi metabolica, vomito, dispnea, sonnolenza e crisi convulsive. Provoca grave ritardo nello sviluppo mentale e nell'accrescimento corporeo, acidosi con disidratazione e letargia, infezioni ricorrenti, convulsioni. Non esiste una terapia specifica, il trattamento si basa sulla dieta ipo-proteica.
Sostanza contenuta nella liquirizia, ha una forte capacità di ritenzione sodica e può causare, in soggetti che ne fanno largo consumo, rare forme di ipertensione.
Polisaccaride che rappresenta la fonte di deposito e di riserva di glucosio dell'organismo: si trova in tutte le cellule (soprattutto nel fegato e nei muscoli). È composto da molecole di glucosio e possiede una struttura altamente ramificata e compatta, derivante dall'avvolgimento a spirale delle catene polisaccaridiche. Il glicogeno può essere mobilitato all'occorrenza attraverso il processo della glicogenolisi.
Processo metabolico di demolizione del glicogeno, utilizzato dall'organismo per ottenere molecole più semplici del monosaccaride glucosio. La glicogenolisi è stimolata dall'adrenalina e dal glucagone, ed è inibita dall'insulina. L'enzima principale della glicogenolisi è la glicogeno fosforilasi. Questo enzima, nella forma fosforilata (glicogeno fosforilasi a) è attivo, mentre la sua inattivazione (glicogeno fosforilasi b) è dovuta alla rimozione dei gruppi fosfato dai residui di serina, ad opera di una proteina fosfatasi.
È un gruppo di malattie ereditarie legate alla difettosa funzione di uno degli enzimi implicati nel metabolismo del glicogeno. Il difetto metabolico comporta un accumulo abnorme di glicogeno nei tessuti con danno agli organi (fegato, cuore, reni, cervello). Le glicogenosi vengono sono malattie a carattere autosomico recessivo, tranne il tipo VII, che è un carattere recessivo legato al cromosoma sessuale X. Possono. Le persone che ne soffrono devo mangiare continuamente per evitare crisi ipoglicemiche, non potendo usare i propri depositi di zucchero. La diagnosi si basa sull'analisi del glicogeno e dell'attività enzimatica nella biopsia, epatica o muscolare, a seconda del tipo di glicogenosi.
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