Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Può essere definito come una condizione caratterizzata da una ridotta tolleranza al glucosio,di entità variabile,che viene riscontrata per la prima volta durante la gravidanza;questa condizione può o meno persistere dopo il parto.
L’ incidenza varia da 1% a 15%,a seconda della popolazione studiata e dei test utilizzati per la diagnosi.
La comparsa di questa patologia è legata ai profondi cambiamenti ormonali della donna durante la gravidanza;è dovuto ad una combinazione tra insulino-resistenza e un difetto di secrezione insulinica; inoltre,un altro fattore estremamente importante da chiamare in causa è la produzione da parte della placenta di un ormone,Lattogeno Placentare,che interferisce con l’attività dell’insulina,annullando,in parte o completamente,la sua azione.
Questo tipo di diabete compare alla fine del secondo trimestre di gravidanza e termina,in genere,con la fine di questa.
Fattori di rischio principali risultano essere:obesità,familiarità per diabete,incremento precoce del peso corporeo,razza e fumo di sigaretta. In base al rischio di sviluppare diabete,le donne sono state classificate in:-soggetti a basso rischio:appartenenti a razza con bassa incidenza di diabete, non storia di diabete tra parenti di primo grado,età < 25 anni,normopeso prima della gravidanza,nessuna storia di intolleranza glucidica e nessun problema ostetrico in gravidanze precedenti; -soggetti ad alto rischio:glicemia a digiuno > 105mg/dl,parenti di primo grado con diabete2,
soprappeso,età > 35 anni. È utile associare i dosaggi di emoglobina glicosilata e fruttosamina per valutare il tempo di insorgenza del diabete.
La terapia prevede di intervenire a livello prima di tutto dietetico,favorendo l’apporto di fibre,carboidrati complessi e vitamine e riducendo gli acidi grassi saturi. Il buon funzionamento della terapia verrà valutato effettuando stick glicemici più volte nel corso della giornata;periodicamente verranno effettuati esami del sangue per valutare emoglobina glicata e frittosamina. Se il solo approccio dietetico si mostrerà insufficiente ,si comincerà una terapia insulinica.
La principale complicanza del diabete gestazionale per la donna è l’elevato rischio di sviluppare diabete,soprattutto di tipo 2,dopo il parto;aumenta,inoltre,il rischio di ipertensione e dislipidemie. Durante gravidanza complicata da diabete per la donna aumenta il rischio di pre-eclampsia,taglio cesareo,chetoacidosi.
Per quanto riguarda la complicanze che una simile condizione può avere sul feto avremo:aumenta il rischio di patologie fetali; microsomia,ipoglicemia,ittero;policitemia,distress respiratorio,ipocalcemia;a lungo termine possono sviluppare diabete,intolleranza glucidica,obesità.
Si interviene su queste complicazioni effettuando un buon monitoraggio sia del feto che della madre. Per quanto riguarda il feto,misurazioni dell’accrescimento fetale,in particolare della circonferenza addominale nel primo trimestre,può evidenziare feti con rischio elevato di macrosomia;inoltre controlli eco-doppler del feto possono ridurre il rischio di morte peri-natale.
Per quanto riguarda il monitoraggio della madre,verrà ricontrollato l’assetto glicemico dopo almeno sei settimane dal parto.
Capacità di eseguire movimenti programmati, in successione rapida, con le mani o con le dita. È una capacità che viene compromessa o persa in caso di lesioni al cervelletto (adiadococinesi).
O transilluminazione, esame diagnostico che si usa in genere per indagare i seni paranasali frontali e mascellari. Si usa un apparecchio, chiamato appunto diafanoscopio, fornito di una lampadina, molto luminosa. L’esame si esegue in un ambiente buio per ottenere un illuminazione per trasparenza delle cavità corporee. La trasparenza dei seni mascellari e frontali si riduce in seguito a processi patologici vari come infiammazioni, polipi o tumori, che ne invadono la cavità facendo risultare durante l'esame le pareti più spesse.
Vedi Negativoscopio.
Parte centrale delle ossa lunghe compresa tra le due epifisi. È costituita da osso compatto, contenente all’interno una cavità occupata dal midollo osseo.
Vedi iperidrosi.
Sostanza che aumenta la sudorazione. Sono farmaci diaforetici, ad esempio, tutti gli antipiretici ad azione centrale.
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