Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Il termine Ambliopia deriva dal greco (ops + amblyos) e significa visione ottusa. Il nome comune è occhio pigro.
Il normale sviluppo delle funzioni visive può essere alterato da numerosi fattori, che possono presentarsi mono e bilateralmente e, in quest’ultimo caso, simmetricamente o asimmetricamente nei due occhi. Le cause sono raggruppate in un quadro unico, la sindrome da deprivazione sensoriale, ma in pratica, si distinguono alcuni quadri clinici principali.
Ambliopia bilaterale ametropica
Nei vizi di refrazione elevati bilaterali, per esempio nell’astigmatismo non corretto, è frequente una diminuzione visiva. È tipico di questi casi che il visus non corretto sia relativamente alto e che, inizialmente, la correzione ottica lo migliori soltanto poco.
Questi bambini portano gli occhiali malvolentieri perché non ne hanno un giovamento. Solamente dopo mesi o dopo uno o due anni si raggiunge, gradualmente, una buona acutezza visiva bilateralmente. Questo tipo di riduzione visiva può essere interpretato come una deficienza di sviluppo.
Siccome la retina non ha mai ricevuto una immagine distinta non si è potuta determinare una completa acutezza visiva e lo sviluppo di quest’ultima può essere raggiunto con gli occhiali in un tempo ulteriore. È importante che i due occhi siano stimolati in modo uguale e che meccanismi soppressivi non nuocciano più ad un occhio che all’altro.
Alterazione della vista con diminuzione dell'acutezza visiva.
In questo caso un occhio è normale o soltanto un po’ difettoso mentre il secondo occhio è astigmatico, ipermetrope o miope. Qui si incontra il fenomeno che ha un ruolo dominante nell’ambliopia strabica: la soppressione o inibizione.
L’ambliopia da anisometropia frequentemente viene imputata alla aniseiconia (diversità di grandezza delle immagini). Differenze inferiori a 6 diottrie raramente provocano nella miopia, una ambliopia, e ciò perché è possibile una visione distinta in vicinanza.
L’ambliopia da anisometropia deve essere distinta dalla ambliopia del microstrabismo e dall’ambliopia secondaria a lievi alterazioni organiche. Fra i provvedimenti terapeutici è importante un piano di correzione del vizio rifrattivo ricorrendo anche, nei casi con forte differenza fra i due occhi, alle lenti a contatto.
È sconsigliabile una occlusione totale costante dell’occhio sano, poiché così si interrompe la fusione e si può anche provocare strabismo. La occlusione totale quotidiana dell’occhio sano (da un quarto d’ora) ad un’ora, dovrebbe essere combinata con un impegno visivo particolare, come la televisione o la lettura.
Un rimedio di provata efficacia consiste nel far cancellare tutte le “E” in un testo di lettura, inizialmente con caratteri di stampa grandi e poi, gradualmente, più piccoli. Ha dato risultati anche l’uso di un occlusore debole sopra l’occhio normale, che può essere portato di continuo.
E’ la forma più importante di ambliopia. Dal 3 al 4% della popolazione totale è strabica e la metà di questa presenta una diminuzione dell’acutezza visiva di gravità variabile tra il grado medio e l’elevato in uno dei due occhi.
L’età ha un ruolo importante nella ambliopia e sembra che l’intensità di inibizione sia più marcata fra il decimo e ventiquattresimo mese di vita. Contemporaneamente essa è reversibile nello stesso periodo, ma non lo è più dopo il terzo anno di vita.
L’occhio ambliope ha disturbi nelle fissazione. Inoltre esiste la possibilità di perdere la fissazione centrale con l’instaurarsi di una fissazione eccentrica.
Luogo adibito a consultazione medica, a interventi di pronto soccorso.
Nome di specie del genere Amoeba e di specie di Protozoi Rizopodi. È un organismo unicellulare che non ha una forma costante in quanto emette speciali propaggini protoplasmatiche (pseudopodi) che utilizza per muoversi e per inglobare particelle nutritive. Si trova, libera, nelle acque stagnanti, come l'Amoeba proteus; può essere parassita dell'uomo e di animali, innocuo, come l'Entamoeba coli, ospite dell'intestino umano, oppure patogeno, come l'Entamoeba histolytica, agente della dissenteria amebica nelle zone tropicali.
Termine che indica una varietà di sindromi provocate da un'infezione da Entamoeba histolytica. I disturbi più comuni sono dissenteria, rettocolite, amebiasi epatica o intestinale cronica. Possono insorgere complicanze anche a livello cardiaco e polmonare.
I sintomi prevedono: anoressia, vomito, nausea, diarrea, colite, peritonite, ma in alcuni casi le persone non mostrano nessun sintomo o soltanto uno, l'orticaria.
I trattamenti farmacologici prevedono la somministrazione di Diloxanide furoato, Metronidazolo e Tinidazolo.
|