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Di Admin (del 08/06/2011 @ 13:30:20, in Lettera C, visto n. 4847 volte)
Calliginefobia, panico da bellezza femminile. Trova le sue cause scatenanti in traumi vissuti in età infantile, legati ad esperienze emotive di forte impatto con figure femminili dalla personalità particolarmente imponente. Alla base di tutto può dunque esserci indistintamente la figura materna, quella di un'insegnante o di una baby-sitter.
La Calliginefobia preclude parti più o meno consistenti della vita sociale e affettiva di un individuo e si può manifestare con battito irregolare, fiato corto, eccessiva sudorazione, vertigine, sensazione di svenimento, nausea, fino ad arrivare a dei veri e propri attacchi di panico. Il percorso che solitamente viene seguito per arrivare ad un processo di guarigione soddisfacente è quello psicoterapeutico, consistente nella graduale desensibilizzazione dell'individuo all'impatto con la figura femminile attraverso foto o video.
Detto anche durone o tiloma, si tratta di un ispessimento dello strato corneo in seguito a pressione protratta nel tempo su una zona cutanea che ricopre un piano osseo.
Tessuto osseo che spontaneamente si ricostituisce in corrispondenza della linea di frattura tra due segmenti ossei. Si tratta di un fenomeno naturale (analogo alla cicatrizzazione di una ferita), che si realizza a condizione che vengano assicurati l'allineamento frontale tra le superfici di frattura, la loro immobilità e un adeguato apporto di sangue.
La consolidazione avviene entro un minimo di 15-20 giorni e un massimo di 5-6 mesi (in relazione a sede e tipo di frattura, e all'età).
Vedi sedativi.
Riduzione del peso corporeo. Può essere fisiologico (in seguito ad aumento dell'attività sportiva, a variazioni della dieta alimentare ecc.), oppure sintomo di malattia organica o psichica.
Calo ponderale fisiològico. Perdita di peso di 150-200 g (pari a circa il 5-8% del peso alla nascita), che si verifica durante i primi 5 giorni di vita, dovuta alla perdita di liquidi e della vernice caseosa, all'emissione di meconio, alla scarsa alimentazione che provoca una riduzione delle riserve di grasso, alla disidratazione del cordone ombelicale.
Il calo ponderale fisiològico fa parte dei fenomeni fisiologici di adattamento dell'organismo del neonato alla vita extrauterina e viene abitualmente recuperato entro i primi 7-10 giorni di vita.
Sindrome provocata da un'eccessiva esposizione al calore non compensata dai meccanismi di autoregolazione termica dell'organismo. Si verifica in presenza di alte temperature con un'elevata percentuale di umidità. Colpisce soprattutto le persone anziane.
Quantità di energia necessaria per innalzare la temperatura di 1 g d'acqua distillata da 14,5 a 15,5 °C. In fisiologia è impiegata come unità di misura della quantità di energia utilizzabile contenuta negli alimenti: tale energia può essere misurata bruciando le sostanze alimentari in presenza di ossigeno, per mezzo di un calorimetro. Il Sistema Internazionale impiega come unità di misura dell'energia il joule (j): per passare da un'unità di misura a un'altra si usano i seguenti fattori di conversione: 1 caloria (cal) = 4,2 joule, 1 joule = 0,24 calorie. In campo nutrizionale si impiega nell'uso corrente un multiplo della caloria, cioè la chilocaloria (kcal, cioè mille calorie); ugualmente si fa con il joule, utilizzando il chilojoule (kj). Le calorie fornite dalla metabolizzazione delle proteine, dei lipidi (grassi), dei glicidi (zuccheri) contenuti negli alimenti sono: 1 g di proteine fornisce 4 kcal, 1 g di lipidi 9 kcal, 1 g di glidici 4 kcal. Per il valore calorico dei singoli cibi, vedi alimenti, diete dimagranti.
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