Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E' l’apparato femminile che comprende il monte di Venere, il clitoride, le piccole labbra, le grandi labbra e l’apertura uretrale (dalla quale esce l'urina).
La vulva è rivestita da epiteli con caratteristiche differenti. Le grandi labbra presentano un epitelio squamoso stratificato cheratinizzato di derivazione ectodermica, dove si ritrovano numerose ghiandole sudoripare, sebacee ed annessi piliferi. Queste si congiungono anteriormente a formare la commessura labiale anteriore, e si fondono posteriormente con il tessuto circostante alla commessura posteriore per sconfinare nel perineo, area tissutale che separa l'introito vaginale dalla regione perianale. Le piccole labbra, situate medialmente alle grandi labbra, presentano un epitelio squamoso che progressivamente mostra una riduzione della cheratinizzazione superficiale, l'assenza di annessi piliferi, ghiandole sudoripare e l'incremento di ghiandole sebacee.
La regione vulvare presenta alcune peculiarità che la rendono vulnerabile a numerosi stimoli infettivi, microtraumatici e pratiche igienico comportamentali non corrette, come un'igiene intima inadeguata.
In particolare, la vulva rappresenta un'area di transizione cutaneo-mucosa, è adiacente a serbatoi microbiologici come l'area perianale e la vagina, ha una ricchezza di annessi piliferi e ghiandole sudoripare e sebacee, e non da ultimo presenta una quasi costante occlusione (biancheria intima, assorbenti e salvaslip) che può favorire l'insorgenza di fenomeni irritativi ed allergici.
La cute vulvare, come quella di altri distretti corporei, presenta un film idrolipidico superficiale, che ha funzioni protettive di barriera. Fattori locali tra cui il calore, l'umidità e l'attrito ne possono indebolire la funzione di barriera, contribuendo all'insorgenza di fenomeni irritativi.
Il film idrolipidico viene ulteriormente danneggiato dalla maggior parte delle patologie vulvari, ed il suo ripristino è elemento essenziale dei protocolli di cura.
Il ph vulvare fisiologico presenta un range tra 3.8 e 4.2, collocabile tra i valori di quello cutaneo (ph di 4,7) e quello vaginale (ph medio di 3.5 in età fertile). Questo può essere influenzato da fattori endogeni quali umidità, sudorazione, secrezioni vaginali, mestruazioni, contaminazione di feci ed urine ed età. Mentre notevole rilevanza nelle variazioni del ph vulvare hanno fattori esogeni quali detergenti intimi, lubrificanti, prodotti cosmetici, assorbenti, salvaslip ed esiti di depilazione.
Come particolare "regione di confine" tra cute e mucosa, nella vulva è possibile ritrovare elementi patologici unici rispetto ad alcune affezioni dermatologiche che presentano un aspetto differente in altre aree cutanee.
La vulvodinia è una condizione di ipersensibilità di cute e mucose dei genitali esterni della donna e si presenta con bruciore, prurito intimo e dolore del distretto interessato. Si tratta di un fenomeno molto comune in dermatologia genitale e in alcuni casi può associarsi ad anodinia. Creme e detergenti sono quasi sempre poco tollerate. La terapia va inquadrata da caso a caso, al momento della visita medica.
Test di laboratorio per la ricerca dei fattori reumatoidi costituiti da anticorpi diretti contro componenti delle immunoglobuline IgG IgM o IgA.
In particolare serve per individuare i fattori reumatoidi di tipo IgM che consentono di diagnosticare l artrite reumatoide.
Il termine wafer ha un’origine curiosa: sembra derivare infatti dall’antico inglese waba, che indicava il nido delle api. Questa è la ragione per cui sulla cialda del wafer è inciso il disegno romboidale a reticoli simile all’aspetto esterno di un nido d’ape. Il wafer è un biscotto formato da due cialde spalmate di crema. Quest’ultima generalmente è al cacao oppure aromatizzata alla vaniglia (i due gusti classici). L’aggiunta di altri ingredienti contribuisce a innalzare il contenuto calorico, già di per sé abbastanza elevato.
Infatti, la crema è a base di sostanze grasse, come panna, uova, cacao e latte. Inoltre anche la cialda è preparata cotta nel forno a partire da un impasto di farina, uova, burro e zucchero. La presenza del burro o di grassi vegetali più o meno equivalenti contribuiscono ad arrivare a una percentuale di grassi notevole, per un apporto calorico che va dalle 520 alle 560 kcal, rendendo il wafer un prodotto discutibile dal punto di vista alimentare. La qualità di un buon wafer industriale risiede nella maggiore percentuale di cacao (e nella minore quantità di zuccheri aggiunti) e nella qualità dei grassi utilizzati. Scartate i wafer che contengono margarina e/o grassi vegetali idrogenati.
INFO AL. – CIBO DINAMICO Carboidrati: 59; proteine: 7,5; grassi: 26,5; acqua: 2,5; calorie: 505.
Malattia tumorale di cellule in grado di produrre immunoglobuline di tipo IgM cellule linfoplasmocitoidi. La secrezione di questo tipo di immunoglobuline determina un aumento della viscosità del sangue. A differenza del mieloma nella macroglobulinemia di Waldenstrom non sono presenti lesioni ossee ne ipercalcemia le alterazioni della funzionalità renale non sono comuni. Viceversa sono tipiche le tumefazioni linfonodali e l'ingrossamento di fegato e milza. La terapia si avvale degli stessi farmaci utilizzati nella terapia del mieloma mentre la situazione di iperviscosità può rendere necessario il ricorso alla plasmaferesi. L'assenza di un grave coinvolgimento d'organo comporta una prognosi più benigna rispetto al mieloma.
Anello composto da tessuto linfoide che circonda le coane e l'istmo delle fauci delimitato da una linea chiusa che dalla tonsilla faringea scende da entrambi i lati fino alle tonsille tubariche, alle tonsille palatine o amigdale per terminare sulla tonsilla linguale. Svolge funzioni di difesa immunitaria. Infatti, tale anello è attraversato da qualunque cosa penetri nel canale alimentare o nelle vie respiratorie e quindi la sua funzione è sostanzialmente quella di facilitare l'incontro di eventuali microbi o virus che provengono dall'esterno, con i linfociti ed i macrofagi contenuti nelle tonsille, mettendo in moto così la risposta del sistema immunitario.
Prende il nome dall'anatomista tedesco del XIX secolo Heinrich Wilhelm Waldeyer, che fu il primo a descriverlo.
Complesso di sintomi causato da lesione del bulbo encefalico.
Le cause delle sindromi acute sono soprattutto di origine vascolare: emorragia da malformazioni (spec. aneurismi) dell’arteria basilare o di una vertebrale; occlusione dell’arteria vertebrale, di un suo ramo cerebellare o di una delle arterie bulbari; malattie acute tossiinfettive, porfiria acuta.
Fra le sindromi rapidamente progressive la più importante è la sclerosi laterale amiotrofica.
Nelle sindromi croniche si ricordano la siringobulbia, causata da rammollimento postemorragico del tessuto nervoso, le amiotrofie spinali progressive, alcune paralisi del bambino.
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