Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Osso breve del carpo della mano che si articola con il piramidale, il capitato, il semilunare e con due metacarpali; ha forma piramidale e deriva da due abbozzi cartilaginei, uno dei quali scompare nelle successive fasi di sviluppo.
Di Admin (del 03/06/2011 @ 13:33:06, in Lettera U, visto n. 2736 volte)
L'Unghia è costituita da cinque
strutture cutanee modificate: la matrice
ungueale, la lamina ungueale, il letto ungueale,
la cuticola e le pieghe
ungueali. Le unghie si formano nella matrice ungueale.
La zona della matrice va dal solco
ungueale fino alla lunula. La matrice è costituita
da uno strato germinativo che
produce cheratina, una proteina molto
resistente, e di continuo nuove cellule. Il
processo di cheratinizzazione della matrice
porta alla formazione della lamina ungueale.
Per via della scissione cellulare nella
matrice, le cellule cheratinizzate vengono
spinte dalla zona posteriore (prossimale)
verso quella anteriore (distale). La parte
più giovane della lamina ungueale, incuneata
profondamente nella tasca ungueale
prossimale, viene detta radice dell’unghia.
La matrice determina spessore e dimensione
della lamina ungueale. Se la matrice
viene danneggiata o traumatizzata può
succedere che l’unghia non nasca e quindi
non cresca come di norma.
La lamina ungueale, la parte superficiale
e più visibile dell’unghia, è costituita da
cheratina fortemente indurita e compatta,
non contiene nervi né vasi sanguigni, è
quindi un tessuto privo di vita. Oltre alla
cheratina, l’unghia contiene lipidi, acqua,
alcuni microelementi e una minuscola
quantità di calcio. La lamina ungueale ha
uno spessore che va dai 0,5 ai 0,7 mm ed è
formata da 100 fino a 150 strati cellulari
sovrapposti. In maniera più specifica si distinguono
tre strati:
L’unghia dorsale, lo strato superiore e
più duro della lamina ungueale, è composto
da cellule piatte saldamente legate fra
loro.
L’unghia intermedia, lo strato interno e
spesso, è composto da fibre di cheratina
molli, disposte parallelamente alla radice
dell’unghia.
L'onicocriptosi, che in genere riguarda l'alluce, si crea quando esce dai suoi binari e la lamina cresce nella carne, con infiammazione, dolore e formazione di tessuto infetto (granuloma reattivo). L'intervento standard per il trattamento delle unghie incarnite è la fenolizzazione.
Tra le cause, oltre che l'uso di calzature alla moda non idonee per la forma del piede, occorre considerare il sovrappeso, specie tra gli adolescenti, ma anche un modo sbagliato di tagliare le unghie dei piedi.
L'asportazione completa dell'unghia ha lasciato il posto a un intervento ambulatoriale molto meno cruento, la fenolizzazione, che ormai è il trattamento standard per l'elevato tasso di successo e il basso rischio di effetti collaterali: il paziente può camminare una volta dimesso senza sentire dolore e le cure risultano spesso definitive.
Forma farmaceutica di consistenza molle e untuosa, impiegata come veicolo per farmaci ad azione locale, destinati a essere assorbiti per via cutanea. Come eccipienti si utilizzano lanolina, vaselina, oli vegetali (di mandorle, di arachidi), trigliceridi di acidi grassi idrogenati, glicerina, polietilenglicoli, amido.
Di bob (del 13/01/2012 @ 12:34:47, in Lettera U, visto n. 1261 volte)
Settore delle divisioni ospedaliere di cardiologia destinato alla cura delle problematiche cardiache. Le unità coronariche sono dotate di strumenti sofisticati per affrontare indagini diagnostiche e procedimenti terapeutici urgenti: monitor elettrocardiografici con sistema di allarme per ogni letto, defibrillatori elettrici, respiratori a mano ed automatici, stimolatori transtoracici non invasivi, strumentari per misurare la pressione arteriosa e quella venosa, per effettuare intubazioni, tracheotomie, cateterismi cardiaci.
L'uovo è un cibo molto importante nell'alimentazione, senza dubbio un alimento ricco. Basta consultare le informazioni alimentari alla fine della voce per convincersi che è uno degli alimenti proteici più interessanti. Inoltre il valore biologico delle proteine dell'uovo è di 93 circa contro 69 della carne.
È un alimento mediamente calorico, ma molto saziante, visto che contiene una discreta quantità di grassi. Purtroppo a causa di un gran numero di pregiudizi viene decisamente sottovalutato. Il primo e più importante è l'affermazione secondo la quale le uova innalzerebbero il tasso di colesterolo. Se è vero che il tuorlo (l'albume ne è privo) contiene 1,34 g di colesterolo ogni 100 g (l'uovo in media ne contiene 0,3 g per ogni 100 g), è pur vero che in ognuno di noi il colesterolo esogeno (quello che proviene cioè dagli alimenti) è solo il 20% del totale.
Ciò spiega perché chi mangia abitualmente uova non è detto che abbia il colesterolo alto. Le uova dovrebbero essere cioè sconsigliate a chi soffre già di ipercolestrolemia, essendo esse un'aggravante del problema e non la causa. Un'ulteriore riprova di quanto appena detto è la considerazione che, per i meccanismi di controllo del nostro corpo, se si introduce colesterolo dall'esterno, ne viene prodotto di meno dall'interno. Un secondo pregiudizio riguarda la digeribilità e il supposto appesantimento epatico. L'uovo è un alimento dalla digeribilità normale (da 60 a 180 minuti a seconda della preparazione) che diventa di difficile digestione solo se si cucina con molti grassi. Le uova sono sconsigliate solo a chi soffre di calcolosi biliare.
Colore e qualità – Un altro pregiudizio riguarda il rapporto fra colore delle uova e qualità. Non esiste nessuna relazione, in quanto il colore dipende dall'alimentazione delle galline e in particolare dal contenuto di carotenoidi, pigmenti che, se assorbiti, producono un guscio dal colore più carico. Ovviamente la presenza di carotenoidi è indipendente dall'alimentazione naturale o meno della gallina (anche i mangimi ne contengono!).
È fresco? – Come è risaputo, le uova "vecchie" hanno una "camera d'aria" sotto il guscio di maggiori dimensioni; è questo l'unico parametro attendibile per misurarne la freschezza. Ovviamente la refrigerazione rallenta il processo di invecchiamento ed è per questo motivo che è opportuno tenere le uova in frigorifero e a bassa temperatura nei luoghi di vendita.
Le uova vengono classificate in tre categorie A, B e C; solo le uova di tipo A sono destinate alla vendita diretta, le altre sono per l'industria alimentare. Le uova di tipo A possono poi essere classificate "extra" (vendibili fino a 9 giorni dalla deposizione); in ogni caso le uova devono essere vendute entro 21 giorni dalla deposizione. Esiste poi un'ulteriore classificazione in base alla taglia (da XL per uova più pesanti di 73 g fino a S, per uova inferiori a 53 g).
Qual è l'uovo migliore? – Occorre considerare tre fattori fondamentali:
a) valore biologico
b) digeribilità
c) valore nutrizionale.
L'uovo fresco è meno nutriente dell'uovo cotto (anche leggermente) perché l'albumina non viene digerita e viene eliminata con le feci. La cottura già a soli 70 °C ne provoca la coagulazione e l'assorbimento da parte dell'intestino. Nell'uovo crudo è poi contenuta l'avidina, una sostanza che si lega alla vitamina H (biotina) formando un complesso non digeribile (fra l'altro i consumatori di grandi quantità di uova crude possono incorrere in carenza di vitamina H). Anche in questo caso con la cottura si ha un miglioramento della situazione perché l'avidina viene denaturata.
La digeribilità varia da un'ora (uovo alla coque) a un'ora e mezza (crudo), a due ore e mezza (uovo sodo) a tre ore (frittata o omelette).
Il valore biologico dipende dalla cottura. È massimo per l'uovo crudo e minimo per l'uovo strapazzato o in frittata. In particolare l'uovo sodo mantiene un alto valore biologico solo se non è troppo cotto.
Riassumendo il miglior modo di consumare l'uovo è alla coque o, in alternativa, sodo. Meno interessante consumarlo crudo o come frittata.
INFO AL.
Intero Carboidrati: 1,2; proteine: 12,5; grassi: 10; acqua: 75,3; calorie: 145.
Parte edibile: 89; calorie al lordo: 133.
Albume Carboidrati: 1; proteine: 10,5; grassi: 0; acqua: 87,1; calorie: 46
Tuorlo Carboidrati: 1,8; proteine: 16,8; grassi: 30,9; acqua: 48,81; calorie: 353.
Operazione di sterilizzazione di alimenti liquidi, per esempio, il latte, che consiste nel portare l'alimento liquido micronizzato a 140-150 °C per pochi secondi, mediante l'immissione di vapore surriscaldato; l'acqua evaporata viene successivamente ricondensata ed eliminata, e il prodotto raffreddato.
Schematicamente, l'alimento liquido da sterilizzare viene:
omogeneizzato, preriscaldato a 80 °C e micronizzato;
iniettato con vapore a 13 bar, che lo porta in 4 sec a 140-150 °C, temperatura a cui l'alimento rimane per pochi secondi;
passato in camera di decompressione sotto vuoto parziale (per favorire l'evaporazione dell'acqua) dove, a 75 °C, il vapore è riceduto al sistema;
refrigerato e confezionato in contenitori di vetro o tetrapak.
L'alimento così trattato si conserva meno a lungo rispetto alla sterilizzazione classica e, purtroppo, perde il proprio patrimonio vitaminico e proteico, anche se appare migliore sotto il profilo organolettico e quindi più invogliante per il consumatore. Il latte uperizzato è conservabile per periodi molto lunghi che devono sempre essere riportati sulla confezione e acquisisce un colore più scuro e un aroma di cotto.
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