Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E' un'immunodeficienza primitiva che consiste in una grave deficienza di anticorpi associata alla mancanza di linfociti B. Il quadro clinico è rappresentato da infezioni batteriche ricorrenti che insorgono dopo i primi mesi di vita: infezioni respiratorie, otiti medie purulente, sinusiti, artriti settiche, osteomieliti, meningiti. E' dovuta all'alterazione di un gene (BTK) localizzato sul cromosoma X e viene ereditata come carattere recessivo legato all'X. Colpisce solo i maschi.
Le altre forme di Agammaglobulinemia: Esistono altre forme di Agammaglobulinemia congenita oltre a quella legata all'X. Sono forme (più rare) a trasmissione autosomico-recessiva. In questi casi, entrambi i genitori sono portatori sani e ad ammalarsi possono essere sia i figli maschi che le figlie femmine. Anche queste forme si curano con la somministrazione regolare di immunoglobuline.
Come si trasmette: Le donne possono essere portatrici sane della malattia, mentre ad ammalarsi sono sempre i maschi. Non esistono maschi portatori sani.
Possono nascere figli malati anche da madri non portatrici. In questo caso l'alterazione genica non è presente nei genitori ma è avvenuta durante la formazione degli ovuli. Da un uomo malato e una donna normale nasceranno solo figli maschi sani, mentre le femmine saranno tutte portatrici sane.
La diagnosi: Nelle famiglie a rischio è possibile identificare le portatrici sane, grazie ad un esame chiamato "inattivazione del cromosoma X" oppure tramite l'esame del DNA. E' anche possibile effettuare l'esame prenatale del DNA.
Esiste una terapia: Non esiste attualmente una cura risolutiva ma, se la malattia viene diagnosticata tempestivamente, è possibile intervenire per salvare la vita del bambino tramite la somministrazione regolare di gammaglobuline, che deve essere continuata per tutta la vita. Se non trattata, la malattia è generalmente letale nella prima infanzia.
Affezione che consiste in un'assenza o in un forte calo delle gamma-globuline nel sangue; è spesso congenita su base ereditaria.
Malattia infettiva che colpisce le mucose orale e genitale; si manifesta con afte recidivanti.
Piccola lesione della mucosa degli occhi, della bocca dovuta a infezione.
Afta epizootica
Malattia che colpisce bovini, caprini, suini, cammelli, cervi ed eccezionalmente i cavalli e l'uomo. Caratterizzata da elevata temperatura corporea e da eruzioni vescicolose sulla bocca, sui capezzoli e fra le unghie, è causata da un virus (del genere Aphtovirus) di cui sono state identificate diverse varietà. Ha un periodo di incubazione che va da due a quattordici giorni; la morte dell'animale può sopraggiungere in ogni fase della patologia (la mortalità varia dal 5 al 50% a seconda della gravità delle epidemie). Poiché si diffonde con estrema facilità (l'uomo attraverso le scarpe è uno dei vettori più importanti), provoca epidemie gravissime. Il virus può essere trasmesso dal vento anche a sessanta chilometri di distanza. Il vaccino consente un'immunità di sei mesi ca. L'uomo contrae eccezionalmente l'afta epizootica (febbre aftosa) attraverso il contatto con gli animali (se sono presenti lesioni cutanee o delle mucose) o, soprattutto i bambini, cibandosi di latte non pastorizzato o non bollito o latticini. I sintomi sono febbre, cefalea, la presenza di afte nella bocca e nella gola e, secondo alcuni, anche in organi più interni. L'afta epizootica è patologia non grave, a guarigione sicura, anche se spesso lenta.
Sostanze, generalmente farmacologiche, che possono essere dotate di azione eccitante sugli istinti e sulle funzioni sessuali dell'uomo e della donna. Va rammentato che tale effetto è attestato più da credenze popolari che da dati dimostrati scientificamente.
Perdita completa della voce causata da patologie a carico delle corde vocali o di natura isterica
Perdita completa della voce che rientra nel gruppo delle alterazioni vocali designate con il termine di disfonie, delle quali rappresenta la forma più accentuata. Può essere dovuta ad alterazioni dei tre apparati che concorrono alla produzione della voce: l'apparato respiratorio polmonare, che funge da mantice; l'apparato laringeo, principale organo produttore della voce, grazie al movimento coordinato delle corde vocali; l'apparato risuonatore (bocca, faringe, fosse nasali), che assicura la modulazione della voce. In particolare l'afonia, in quanto forma estrema di disfonia, è soprattutto dovuta a lesioni acute o croniche della laringe che ne compromettono gravemente la motilità: traumi, processi infiammatori comuni o specifici, tumori, paralisi dei muscoli vocali, sia di natura miogena (infiltrazioni infiammatorie, tumori) sia di natura nervosa (paralisi dei nervi periferici da cause svariate). Esistono poi afonie funzionali, non dipendenti da lesioni degli organi vocali, ma dovute a turbe di ordine psichico (isterismo) o a stati di profonda adinamia (v.). La terapia dell'afonia è subordinata alla individuazione della causa determinante, mediante esami laringoscopici ed eventuali ulteriori accertamenti internistici, radiologici e neurologici. Questa da in genere buoni risultati. Nell'afonia da turbe di ordine psichico buoni risultati si ottengono con gli antispastici.
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