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Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di salute (del 06/10/2007 @ 17:53:40, in Lettera T, visto n. 3533 volte)
La carne e il brodo di tartaruga sono pietanze particolarmente apprezzate nei paesi asiatici; ad esempio, in Indonesia si preparano spiedini con carne di tartaruga e di pollo. Il brodo di tartaruga viene consumato in tutti i paesi in cui si consuma anche la carne di questo animale. Anche in Italia esiste la tradizione di utilizzare il brodo di tartaruga per preparare la zuppa di pesce; fino a pochi decenni fa il brodo di tartaruga di mare veniva preparato nelle isole Tremiti, in Puglia. La difficoltà maggiore sta nella preparazione: è necessario estrarre la carne dal guscio, spellarla, quindi si può procedere alla cottura. Per il brodo si deve fare cuocere la carne a fiamma moderata per almeno due ore. Il brodo può essere bevuto prima dell’inizio del pasto oppure utilizzato per insaporire la pasta. Delle tartarughe di mare si consumano anche le uova, da molti considerate prelibate. La carne della tartaruga è molto magra e ha valori nutritivi simili a quelli della carne bovina.
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Di salute (del 06/10/2007 @ 17:55:14, in Lettera T, visto n. 1598 volte)
Il tartufo è noto fin dall'antichità ed era consumato in vari modi dai sumeri, dai greci e dai romani. Della natura di questo fungo si occuparono Plutarco, Plinio il Vecchio, Marziale, Giovenale e Galeno. Nel XVII era considerato un cibo estremamente pregiato; in quel periodo, in Italia, veniva consumato specialmente in Piemonte (soprattutto i tartufi bianchi, mentre quelli neri venivano utilizzati più che altro come farcitura nella preparazione delle pietanze). Attualmente il tartufo è diventato un vero e proprio re della tavola; tra le manifestazioni enogastronomiche dedicate a questo frutto della terra, particolarmente importante è la Fiera di Alba, che assunse ufficialmente il nome di Fiera del Tartufo nel 1933. Quello più pregiato è il bianco di Alba, mentre fra quelli neri il primato spetta al tartufo nero di Norcia o di Spoleto. Il tartufo è un fungo che cresce sottoterra; due sono le famiglie principali, quella delle Tuberacee e quella delle Terfeziacee. Alla prima famiglia appartengono le principali specie utilizzate a scopo alimentare. Il tartufo matura generalmente in autunno, con alcune eccezioni. Ha forma di tubero ed è costituito da un'elevata percentuale di acqua e sali minerali, che assorbe dal terreno sfruttando le radici dell'albero con cui vive in simbiosi. Questo fungo cresce infatti vicino alle radici degli alberi (pioppo, quercia, salice e tiglio ecc.), che influenzano le sue caratteristiche di colore, sapore e profumo, mentre la forma dipende dalla tipologia del terreno. Le specie più diffuse in Italia sono il tartufo bianchetto, il tartufo bianco, il tartufo di Bagnoli, il tartufo estivo, il tartufo nero, il tartufo nero invernale, il tartufo nero liscio. I tartufi sono un esempio importante del fatto che gusto e tradizioni alimentari sono indipendenti dal valore nutrizionale di un cibo.Il valore alimentare del tartufo è scarso; d'altra parte viene consumato abitualmente in quantità ridotte. Il suo intenso profumo è dovuto a un composto solforato privo di effetti nutritivi o energetici. Il suo valore nutrizionale è paragonabile a quello dei comuni funghi coltivati. È cioè un esempio di come il nostro gusto e le nostre abitudini possano ingannarci e di come i concetti di buon gusto e buona alimentazione non siano necessariamente correlati.
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Di riccardo (del 26/02/2014 @ 11:42:09, in Lettera T, visto n. 1274 volte)
Spazio formato dal ritiro della fibromucosa gengivale lungo il contorno della sua intersezione sul dente (solco gengivale). In condizioni normali questo solco è profondo dai due ai tre millimetri, ma in presenza di parodontopatie si approfondisce fino a raggiungere e superare i quattro e più millimetri e diviene sede di depositi di batteri, residui alimentari, prodotti dello sfaldamento cellulare, glicoproteine (placca dentale) che possono arrecare gravi conseguenze all'apparato di fissazione del dente. In determinate condizioni patolgiche il solco gengivale può aumentare la propria profondità, formando una tasca chiamata tasca gengivale. Tasche gengivali Le cause di questo fenomeno sono da ricercarsi princialmente nella deposizione di placca, che se non viene rimossa provoca la distruzione dell'epitelio sulcare, che per difendersi migra più in basso.Tasche gengivali Nella formazione delle tasche ifluiscono anche come fumo (le sue sostanze citotossiche distruggono le cellule adibite al mantenimento dei tessuti di sostegno dei denti), stress (che quando severo diminuisce le difese immunitarie), gravidanza e pubertà (le forti fluttuazioni ormonali favoriscono l'insorgenza di gengivite), terapie farmacologiche (contraccettivi, antidepressivi, antiipertensivi, cortisonici ed altri farmaci), predisposizione genetica, diabete ed altre patologie sistemiche. Tasche gengivali Per prevenire la formazione delle tasche gengivali, spazzolino e dentifricio non sono sufficienti, ma possono divenirlo se abbinati all'uso del filo interdentale. Risciacqui orali con collutori antiplacca ed irrigazioni non sono necessari, ma possono aiutare quando il dentista li consiglia. Il tutto dev'essere abbinato ad una pulizia professionale ogni sei - otto mesi nello studio dentistico. La terapia delle tasche gengivali e della paradontopatia dipendono dallo stadio della malattia. La chirurgia mucogengivale comprende l'insieme delle procedure atte alla correzione di difetti di morfologia, posizione e/o quantità dei tessuti molli parodontali (gengive). Le indicazioni principali sono la copertura delle superfici radicolari esposte, ottenuta mediante semplice trazionamento della gengiva esistente nella zona in cui manca, fino al vero e proprio innesto di gengiva, che viene prelevata dal palato nel caso in cui si renda necessario ricoprire grandi tasche gengivali.
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Di riccardo (del 12/03/2014 @ 11:21:38, in Lettera T, visto n. 4250 volte)
Consiste in una retrazione circoscritta della membrana timpanica in cui è possibile riconoscere un fondo e un segmento di comunicazione con l’esterno detto colletto. Alla base della retrazione timpanica vi è sempre una disventilazione cronica dell’orecchio medio che puassociata ad un processo flogistico cronico delle alte vie aeree ma soprattutto della mucosa della cassa timpanica (otite media secretiva). La conseguenza di questa disventilazione e flogosi cronica è un’alterazione del delicato equilibrio pressorio dell’orecchio medio. Il sintomo principale è l’ipoacusia isolata senza altri sintomi cocleo-vestibolari, ad esordio insidioso e ad evoluzione progressiva (più grave nella forma atelectasica); si possono associarefullness auricolare ed autofonia. Il dato anamnestico è altrettanto importante in quanto queste diverse forme di otite cronica (tasche di retrazione e atelectasia) sono spesso associate ad una storia, soprattutto in età pediatrica, di otite sierosa cronica, otiti recidivanti, sordità rinogene con ipoacusia progressiva. Il trattamento iniziale deve essere preventivo nei confronti dell’evolutività della retrazione timpanica e dello sviluppo di un colesteatoma. Occorre innanzitutto correggere la disfunzione tubarica cronica controllando e trattando gli episodi flogistici (rinofaringei, ototubarici) attraverso un’adeguata terapia medica: antibiotici, antinfiammatori, mucolitici sia somministrati per via generale che locale (gocce, spray, aerosol); crenoterapia con insufflazioni tubariche, prevenzione dello sniffing etc. Quando il trattamento medico non risulta più adeguato si prende in considerazione la terapia chirurgica che nelle fasi iniziali consiste nel posizionamento di tubi di ventilazione transtimpanici, adenoidectomia, settoplastica, correzione dei dimorfismi craniofacciali quando possibile. Il trattamento chirurgico degli stati adesivi delle tasche di retrazione e dell’otite atelectasica, condizioni irreversibili con la terapia precedente, ha tre fini: ridurre l’invaginazione, trattare le cause legate alle alterazioni mastoidee e correggere le eventuali lesioni ossiculari. Nel primo caso l’intervento consiste nella semplice escissione della tasca o nell’esecuzione di una miringoplastica semplice o con rinforzo (solitamente pericondrio e cartilagine). Nel secondo caso occorre rimuovere tutte le lesioni flogistiche posteriori (mucose o ossee) atticomastoidee; questo si effettua attraverso una semplice atticotomia oppure una timpanoplastica chiusa e/o aperta. Nel caso infine di lesioni ossiculari o epidermizzazione degli stessi, si può associare l’ossiculoplastica alla miringoplastica o alla timpanoplastica.
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Di Dr.ssa Maglioni (del 22/12/2010 @ 13:03:21, in Lettera T, visto n. 1129 volte)
È uno dei cinque sensi, quello che ci consente, attraverso il contatto della cute con gli oggetti, di conoscerne le caratteristiche esterne come la forma e la consistenza. Le informazioni raccolte attraverso il tatto vengono inviate al cervello e forniscono informazioni riguardo gli oggetti con cui veniamo in contatto e sui cambiamenti ambientali, come la variazione di temperatura. Tutto questo avviene grazie alla presenza nel derma, lo strato più profondo della cute, di recettori sensibili a diversi tipi di stimolazione: abbiamo recettori per il dolore, per il tatto, per il caldo e per il freddo. I diversi recettori tattili sono : i corpuscoli di Pacini, diffusi in tutto il corpo, che danno il senso della pressione; i corpuscoli di Meissner e i dischi di Merkel, più numerosi nel palmo delle mani e sulla pianta dei piedi, sono responsabili delle sensazioni tattili; i corpuscoli di Ruffini, presenti anch'essi in tutto il corpo, sono deputati alla percezione del calore.
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Di salute (del 25/06/2007 @ 11:37:27, in Lettera T, visto n. 3417 volte)
Vuoi sottoporti a tatuaggio o a piercing? Ecco cosa devi sapere: Il tatuaggio è indelebile e permanente: per eliminarlo occorre un intervento chirurgico Anche il piercing provoca lesioni permanenti: rimosso l’anello ti resterà il buco Il tatuaggio è una pratica dolorosa. Il dolore è diverso nelle diverse zone del corpo: minore in zone con muscolatura, intenso in aree con cute sottile o in vicinanza di ossa (inguine, polso) Il rischio di contrarre malattie infettive, anche gravi, è alto se non sono seguite le corrette norme igienico sanitarie. Se sei comunque deciso a continuare: Aspetta se hai ferite nella zona che vuoi tatuare, eritemi, dermatiti, scottature o ustioni Rivolgiti a centri riconosciuti e autorizzati (non accettare tatuaggi/piercing in discoteche, pubs, cantine, cucine di casa o retrobottega dei negozi) Pretendi aghi o altri taglienti monouso, aperti per te e davanti a te (non rischiare, è preferibile andarsene e rivolgersi a chi ti da più garanzie) Anche gli inchiostri è bene che siano monouso: diffida di chi utilizza inchiostri non specifici come le ricariche per stampante Il materiale che non è monouso deve comunque essere pulito e disinfettato. Se noti incrostazioni o macchie di sangue rivolgiti ad altri Se la cute si arrossa, hai prurito, si forma pus, NON ASPETTARE , rivolgiti al medico. Ricorda inoltre che potresti essere allergico agli inchiostri o al materiale del piercing. Racconta tutto questo anche ai tuoi amici. Se vuoi altre informazioni, telefona al n° 010 7411613 U.O.Igiene e Sanità Pubblica
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Di medicina (del 17/09/2007 @ 11:58:55, in Lettera T, visto n. 8961 volte)
La taurina o acido 2-amminoetanosulfonico è una sostanza chimica acida abbondante in molti tessuti di diversi animali. Nell'uomo, ci sono pareri discordi sui benefici o meno della sostanza. I neonati prematuri che mancano nell'enzima necessario per convertire il cistatione in cisteina potrebbero diventare taurina-deficienti. Per questo la taurina è una componente essenziale nella dieta di questi neonati. Alcuni studi hanno dimostrato un nesso fra eccesso di taurina e ipertensione. Alcune ricerche ipotizzano un effetto benefico legato ad assunzione di taurina per quanto riguarda malattie cardiovascolari, ipercolesterolemia, epilessia, morbo di Alzheimer, alcoolismo e fibrosi cistica, ma in realtà nulla di tutto ciò ha avuto ancora una dimostrazione definitiva.
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