Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di bob (del 23/03/2011 @ 16:28:27, in Lettera S, visto n. 1400 volte)
Le statine sono ormoni polipeptidici che hanno la funzione di inibire le secrezioni di ormoni ipofisari. Ci sono due tipi di statine: la somatostatina e la prolattostatina. La prima inibisce la secrezione dell’ormone somatotropo, la seconda la secrezione della prolattina.
Le statine sono indicate per ridurre i livelli di colesterolo abnormemente aumentati, prevenire danni cardio cerebro-vascolari causati dall'aterosclerosi, prevenire danni cardio-cerebro-vascolari nei soggetti con precedenti episodi cardio-cerebro-vascolare (es. infarto, ictus).
La steatosi è un aumento eccessivo di grasso in un tessuto, avvenuto in seguito a un processo infiltrativo o degenerativo. Particolarmente grave può essere quella epatica. Il grasso epatico rappresenta il 5% del peso dell'organo; si parla di steatosi quando questa percentuale è superata.
Spesso dovuta ad abuso di alcol (infatti può degenerare in epatite alcolica e poi in cirrosi), è opportuno considerare la steatosi epatica non alcolica, una patologia dai contorni non ancora chiari. L'unica causa nota di questo tipo di steatosi è l'insulino-resistenza, cioè la necessità di maggiori quantità di insulina per controllare la glicemia. Ciò può portare a sovrappeso od obesità, ma circa il 25% dei pazienti soggetti a steatosi ha un peso tutto sommato normale (la percentuale scende comunque notevolmente se si considerano definizioni più rigide del concetto di sovrappeso). In genere il paziente sovrappeso mostra un cattivo rischio cardiovascolare (rapporto fra colesterolo totale e colesterolo buono, cioè l'HDL), alti valori di trigliceridi, ipertensione e, in un buon numero di casi, diabete.
Poiché i sintomi sono lievi, in genere la steatosi viene scoperta per un modesto rialzo delle transaminasi. Il fegato può mostrarsi ingrandito alla palpazione e l'ecografia lo mostra con echi più brillanti.
Il decorso è in genere benigno, ma un certa percentuale di casi (3-10% a seconda degli autori e delle ricerche) può evolvere in steatoepatite non alcolica e successivamente in cirrosi.
Non esiste una cura specifica. Le misure da adottare sono l'eliminazione dell'alcol, una corretta alimentazione che conduca a una riduzione del peso corporeo e l'attività sportiva.
Il restringimento del lume di un vaso (ad esempio di un arteria).
È una valvulopatia caratterizzata dal restringimento patologico del lume dell'aorta, di natura congenita, endocarditica o arteriosclerotica. Crea un ostacolo al passaggio del sangue dal ventricolo sinistro all'aorta durante la sistole e determina una ipertrofia dello stesso ventricolo sinistro che ha lo scopo di mantenere il più possibile normale la tensione di parete, ma che a lungo andare favorisce un persistente aumento della pressione diastolica del ventricolo sinistro, e quindi una congestione del circolo polmonare. Nelle forme acquisite è generalmente reumatica o degenerativa (deposizione di calcio su una valvola tricuspide o congenitamente bicuspide); cause più rare sono l'endocardite batterica e l'ipercolesterolemia familiare. La sintomatologia è caratterizzata da dispnea (inizialmente da sforzo e poi anche a riposo), angina e sincopi. Alla radiografia del torace e dimensioni del ventricolo sinistro sono a lungo normali ma può mostrare la dilatazione dell'aorta ascendente, l'ingrandimento atriale e la presenza di calcificazioni valvolari mentre l'ecocardiografia Doppler documenta le alterazioni dei lembi valvolari (ispessimento e ridotta motilità) e del tratto di deflusso, ipertrofia concentrica e alterate proprietà diastoliche del ventricolo e ne permette la misura del gradiente . La terapia medica si limita alla profilassi dell'endocardite batterica; l'intervento di sostituzione valvolare con protesi meccaniche o biologiche è indicato nei casi sintomatici perché, dopo i primi sintomi il quadro clinico può deteriorarsi rapidamente. L'angioplastica con palloncino può costituire una misura palliativa nei casi in cui l'intervento chirurgico è controindicato
La stenosi mitralica indica la riduzione dell'orifizio valvolare mitralico del cuore. Tale riduzione è provocata da un'infiammazione che colpisce i lembi valvolari o l'apparato di sostegno. Si forma di conseguenza un ostacolo al corretto passaggio di sangue dall'atrio sinistro al ventricolo sinistro. Raramente, può essere di origine congenita.
La causa scatenante è invece nella maggior parte dei casi di origine reumatica. Gli streptococchi di gruppo A possiedono antigeni di superficie strutturalmente simili ad alcune proteine presenti nella struttura valvolare; la reazione antigene anticorpo che ne deriva causa la formazione di numerosi piccoli noduli fibrotici sui lembi valvolari, che con il tempo vanno incontro a calcificazione e retrazione. Il processo può estendersi alle corde tendinee, che rappresentano il supporto meccanico delle valvole, provocandone il loro irrigidimento fibrotico, con conseguente arresto del movimento dei lembi valvolari, i quali, una volta calcificati, danno alla valvola l'aspetto a “bocca di pesce”.
La riduzione valvolare causa un aumento di pressione nell'atrio sinistro, che con il passare del tempo interessa tutto il sistema circolatorio del polmone. I sintomi sono affanno, dispnea, emoftoe, vale a dire sputo ematico, una tendenza marcata all'affaticamento. Si rischia inoltre l'edema polmonare, ovvero il passaggio improvviso di liquido dai capillari all'interno degli alveoli polmonari per improvviso aumento della pressione nei capillari stessi, con conseguente grave sintomatologia dispnoica. Frequente è la comparsa di fibrillazione atriale, causata dalla valvulopatia e dall'ingrandimento dell'atrio destro con comparsa di trombi sulle pareti dell'atrio sinistro o più propriamente all'interno dell'auricola sinistra. La fibrillazione causa sintomatologia soggettiva di cardiopalmo, mentre i trombi possono staccarsi come emboli e provocare soprattutto un ictus.
E' una reticella che si applica all'interno delle arterie con lo scopo di prevenire la loro occlusione dopo l'intervento di angioplastica per i casi di arteriopatia. Gli stent hanno infatti ridotto, anche se non eliminato, la possibilità di riocclusione. L'ultima generazione di stent è un prodotto biotecnologico complesso, che permette la cessione protratta in sede locale di farmaci che riducono ulteriormente la possibilità di stenosi. Si tratta dei cosiddetti "drug eluting stent" (stent a dispensazione di farmaco, che rilasciano piccole quantità controllate di farmaci in grado di ridurre la formazione del trombo e l'accrescimento della placca aterosclerotica, come il sirolimus, il fattore di crescita dell’endotelio vascolare e il 17-beta estradiolo.
Vedi fecaloma.
|
<
|
settembre 2024
|
>
|
L |
M |
M |
G |
V |
S |
D |
| | | | | | 1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
|
|
|
|
|
|
|