Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Gli shampoo a secco o senza risciacquo, sono dei preparati dermocosmetici in spray, che possono essere vaporizzati sui capelli normali o grassi, per rimuovere le impurità senza necessariamente dover risciacquare e asciugare i capelli, con notevole risparmio di tempo. Lo shampoo a secco può essere una valida alternativa allo shampoo tradizionale nei momenti di emergenza. In presenza di malattie del cuoio capelluto è preferibile farsi consigliare dal proprio dermatologo il prodotto più adatto alla propria situazione, in base al tipo di manifestazione clinica (es. psoriasi, sebopsoriasi, tigna, eczema, etc).
Di Admin (del 23/06/2011 @ 11:27:14, in Lettera S, visto n. 6236 volte)
La tossina di Shiga è generata da una forma rara del batterio Escherichia coli. Normalmente questo batterio fa parte della flora intestinale, vive dell’uomo e aiuta far funzionare correttamente l’intestino. Esistono però dei ceppi di Escherichia coli pericolosi, che producono la tossina Shiga. Questo batterio killer, chiamato Stec, si trasmette attraverso cibo e acqua contaminati e con il contatto con animali. Gli alimenti principali responsabili dell’infezione sono latte non pastorizzato e formaggi, carne poco cotta, verdure consumate crude come spinaci o lattuga, succhi di frutta non pastorizzati.
L'esotossina prodotta da Shigella dysenteriae tipo 1 agisce inibendo la sintesi proteica cellulare. Come tutte le Vero-tossine, presenta una struttura molecolare costituita da due subunità: A e B5 (un pentamero). Attraverso l'oligomero B si lega ad un globoside (Gb3) di membrana e viene introdotta nel citoplasma della cellula infettata (per endocitosi mediata dal recettore), dopodiché il frammento A1 della subunità A, grazie alla sua attività catalitica N-glicosidasica, rimuove un residuo di adenina dal rRNA 28S (della subunità ribosomica maggiore) impedendo in tal modo il legame dell'aminoacil-tRNA al sito A del ribosoma provocando in definitiva un blocco della sintesi proteica.
A rendere la tossina Shiga particolarmente pericolosa è il fatto che l’infezione può essere trasmessa anche con dosi molto basse e con un tempo di incubazione abbastanza rapido, compreso fra tre e otto giorni. Si ritiene che esistano almeno 200 ceppi di Escherichia coli che producono la tossina, la metà dei quali può trasmettere malattie all’uomo. Tra queste la Sindrome emolitico-uremica. La malattia si manifesta con forte anemia, ridotto numero di piastrine nel sangue e insufficienza renale acuta. I primi sintomi sono diarrea emorragica, febbre vomito e forti dolori all’addome.
Di Admin (del 04/10/2010 @ 12:00:21, in Lettera S, visto n. 2526 volte)
Shigella è un batterio Gram negativo, privo di motilità, che non forma spore e si presenta con forma bastoncellare. Grazie al suo DNA extracromosomico, è in grado di penetrare nelle cellule epiteliali.
E' classificato come un proteobatterio, del gruppo gamma. Appartiene alla famiglia delle Enterobacteriaceae, come Escherichia coli e le specie di Salmonella. Secondo il NCBI Taxonomy Database, vi sono quattro specie nel genere Shigella: S. dysenteriae, S. flexeneri, S. boydii e S. sonnei. Le specie sono divise in 12, 13, 18 e 1 serotipi e sottotipi, rispettivamente. I sierotipi sono indicati con numeri; i sottotipi con lettere.
L’unico serbatoio per Shigella è l’uomo, sebbene si siano osservate epidemie prolungate anche nei primati.
La malattia causata da questo batterio è denominata shigellosi (in inglese bacillary dysentery). Classificazione: ICD-9 004; ICD-10 A03. Si tratta di una malattia batterica acuta, che interessa l’intestino crasso e il tenue distale. È caratterizzata da diarrea accompagnata febbre, nausea, a volte tossemia, crampi e tenesmus (a volte anche vomito). Le feci contengono sangue e muco (dissenteria); questa perdita di sangue è il risultato dei microascessi causati dagli organismi che invadono e danneggiano l’epitelio intestinale. Tuttavia, in molti casi, la diarrea è semplicemente acquosa. Sono comuni anche infezioni lievi o asintomatiche.
Le convulsioni possono essere una complicazione importante nei bambini piccoli. La batteremia è poco comune. Di solito si risolve senza trattamento, in 3-7 giorni. La severità e la mortalità dipendono dall’ospite, soprattutto dallo stato nutrizionale, e dall’aggressività del serotipo: S. dysentariae 1 spesso causa complicazioni gravi, come il megacolon tossico, e la sindrome emolitica uremica (HUS). S. sonnei ha, invece, un decorso clinico breve, con una mortalità tra i pazienti che non sono già gravi trascurabile. Certi ceppi di S. flexneri possono causare un artropatia reattiva (sindrome di Reiter) nei pazienti geneticamente predisposti.
Al momento non esistono vaccini. Tuttavia,una compagnia americana, sta sviluppando un vaccino trivalente (per shigella, ETEC e Campylobacter) per l’esercito americano.
La dose infettiva è molto bassa (10-100 batteri). La diagnosi si fa con l’isolamento di Shigella da feci o da tamponi rettali.
Si consiglia di utilizzare un terreno poco selettivo insieme con uno molto selettivo, oltre a un trattamento veloce dei campioni. S. dysenteriae type 1 è difficile da isolare perché inibito da alcuni terreni selettivi, compresi l’agar S/S.
La diffusione mondiale, ha un totale stimato di 600,000 morti all’anno. I due terzi dei casi e la maggior parte dei morti sono bambini sotto i dieci anni. È endemica sia nei paesi tropicali che temperati; in ogni caso, i casi notificati sono solo una piccola frazione dell’incidenza totale. In ogni comunità sono presenti diversi serotipi, portando ad infezioni miste anche con altri patogeni intestinali.
Nel mondo sviluppato S. sonnei è la più comune nei paesi sviluppati (dove è invece rara S. dysenterie). In tutte le aree del mondo si trovano forme di shigella resistenti agli antibiotici (anche S. dysenterie) a causa del loro uso indiscriminato.
Nei paesi sottosviluppati S. boydii e S. dysenterie è più comune nei paesi in via di sviluppo. Si tratta di una preoccupazione per le truppe americane nel Medio Oriente dove la shigellosi è particolarmente comune).
I più suscettibili sono i bambini sotto i dieci anni, gruppo in cui la mortalità è più alta e in cui i sintomi sono più gravi. Sotto i sei mesi, invece, è rara. Anche gli anziani, i debilitati e i mal nutriti di tutte le età sono particolarmente suscettibili alle forme più gravi e perfino alla morte. L’allattamento al seno è protettivo per i bambini piccoli.
Negli adulti sani l’infezione può essere molte volte asintomatica. Nelle famiglie, dopo che uno dei membri si è ammalato in un'altra sede, il 40% circa degli altri membri finisce per ammalarsi. Spesso i focolai riguardano maschi omosessuali; situazioni di sovraffollamento, dove l’igiene personale è poca (istituti per l’infanzia, prigioni, asili, ospedali mentali, campi di rifugiati).
E' stato riportato, nel 2002, un focolaio epidemico con 54 casi, in 9 asili, nella contea di Gaston, Carolina del Nord, USA.
La trasmissione può essere diretta, o mediata da acqua, alimenti o oggetti.
Il latte può essere un vettore di shigella se direttamente contaminato da materiale fecale. Gli altri cibi (conservati a temperatura ambiente) possono essere contaminati indirettamente da individui infetti o da insetti venuti in contatto con latrine.
Shigella si trasmette attraverso l’acqua se questa è stata contaminata con feci infette.
Inoltre si trasmette principalmente direttamente o indirettamente attraverso la via oro-fecale da soggetti malati o portatori che non si lavano accuratamente le mani e le unghie dopo la defecazione. La sua trasmissione è comune negli asili, e i bambini possono passarsela scambiandosi i giochi.
Il periodo di incubazione è di 12-96 ore, generalmente da 1 a 3 giorni. Per S.dysenteriae più di una settimana.
Shigella può essere trasmessa durante il periodo dell’infezione acuta e finché il batterio non è scomparso dalle feci (4 settimane dopo la malattia). Anche i portatori possono trasmetterla. Il tempo può essere ridotto a pochi giorni se si esegue un’appropriata terapia antibiotica.
Farmaci
Ectiva, Reductil.
Indicazioni
Terapia integrativa nell'ambito di un programma per la riduzione e il controllo del peso corporeo.
Controindicazioni
Controindicata nei casi di ipersensibilità nota a sibutramina cloridrato monoidrato o ad un altro componente del prodotto, in stato di gravidanza, durante l'allattamento, bambini e giovani di età inferiore ai 18 anni e pazienti di età superiore ai 65 anni, in quanto non sono disponibili dati certi al riguardo. In soggetti con obesità da cause organiche, storia di disturbi maggiori del comportamento alimentare e malattie psichiatriche, sindrome di Gilles de la Tourette. Altre controindicazioni sono da riferire a uso nelle due settimane precedenti di inibitori delle monoaminossidasi o altri farmaci ad azione centrale per il trattamento di disturbi psichiatrici (ad esempio antidepressivi ed antipsicotici) o per la riduzione del peso corporeo e triptofano per disturbi del sonno. In pazienti con anamnesi di coronaropatia, insufficienza cardiaca congestizia, tachicardia, arteriopatia occlusiva, aritmia, patologie cerebrovascolari (ictus o TIA), ipertensione non adeguatamente controllata, ipertiroidismo, insufficienza grave renale ed epatica, ipertrofia prostatica benigna con ritenzione urinaria, feocromocitoma, glaucoma ad angolo stretto e precedente storia di abusi di droghe, farmaci o alcool. La sibutramina ha dimostrato una potenziale attività antidepressiva negli studi sugli animali e, pertanto, non si può escludere che possa indurre un episodio maniacale in pazienti bipolari
Interazioni
Sono note le interazioni con farmaci che aumentano i livelli di serotonina, antiemicranici, oppioidi, efedrina, pseudoefedrina, decongestionanti nasali (xilometazolina), MAO-inibitori, e con farmaci che interagiscono con l'enzima CYP34A (ad esempio ketoconazolo, itraconazolo, eritromicina, claritromicina, ciclosporina, rifampicina, fenitoina, carbamazepina, desametasone, fenobarbital).
Di Admin (del 28/03/2011 @ 20:20:59, in Lettera S, visto n. 2469 volte)
Il sievert è l’unità di misura per gli effetti della radioattività. Si usa per capire i danni che le radiazioni ionizzanti come raggi x, raggi gamma o particelle alfa e beta producono sul corpo umano. Con i
Sievert vengono misurate tutte le attività che prevedono un'esposizione alle radiazioni: dal lavoro nei laboratori di medicina alle singole radiografie che si devono fare a scopo diagnostico, al lavoro nelle centrali nucleari.
La radioattività è l'effetto del decadimento degli atomi instabili o come l’Uranio.
E’ presente normalmente una piccolissima quantità di questi atomi in natura e questo comporta una esposizione naturale alle radiazioni. Infatti si calcola che normalmente un individuo sia esposto in anno 2,4 mSv, cioè 2,4 millisievert. Chiaramente sarebbe meglio non ricevere tale dose in un giorno, ma a volte è necessario per fare una radiografia, senza che ci sia un danno alla salute.
Le cose cambiano con l’aumentare delle radiazioni: 1 sievert (cioè mille volte 1mSV) assorbito in un'ora può causare lievi alterazioni temporanee dell'emoglobina. Da 2 a 5 sievert causano nausea, perdita dei capelli, emorragie. 4 sievert assorbiti nel giro di una settimana su tutto il corpo portano alla morte nel 50% dei casi se non si interviene terapeuticamente. Oltre 6 sievert, la sopravvivenza è improbabile.
In medicina una TAC addome bacino lascia un dosaggio 30 millesievert, una radiografia circa 1 mSv, una scintigrafia 10÷20 mSv. Per questo motivo le donne in gravidanza non devono effettuare radiografie. La regola generale è non effettuare esami inutili e utilizzare tutte le precauzioni come indossare le protezioni in piombo per coprire le parti non interessate dall’analisi.
Tutto è radioattivo in qualche misura e noi viviamo immersi in un mondo di radioattività... il problema è quanta ne riceviamo dall'ambiente e quanta può tollerarne il nostro organismo prima di subire un danno biologico. I Sievert ci aiutano a definire queste misure.
La sifilide e' una
malattia complessa sessualmente trasmissibile causata dal
batterio Treponema pallidum. Fu descritta per la prima volta nel
XVI secolo e si ritiene che sia stata importata dalle Americhe
dopo i primi viaggi degli Spagnoli. Nei Paesi industrializzati,
l'incidenza della sifilide inizio' a calare verso la fine del
1800, per poi avere un altro picco dopo la prima guerra mondiale.
Dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche alla disponibilita'
di metodi diagnostici efficaci e al trattamento con antibiotici,
la malattia ebbe una nuova riduzione, ma negli ultimi anni la sua
incidenza e' andata aumentando sia nei Paesi in via di sviluppo
che in alcuni Paesi europei. Dopo l'Aids, la sifilide, che ha una
incidenza annua di 12 milioni di nuovi malati nel mondo, e' la
malattia sessualmente trasmissibile con il piu' alto tasso di
mortalita'.
Si tratta di una malattia genitale che causa ulcere ed
escoriazioni e facilita la trasmissione dell'Aids. Si trasmette
di persona in persona direttamente attraverso le ferite e le
ulcere che si formano nelle zone genitali, rettali e sulla bocca
a seguito di contatto sessuale. La sifilide si sviluppa in
diversi stadi, ciascuno caratterizzato da sintomi e decorso
diverso. La malattia puo' facilmente essere trasmessa fin dal
primo stadio.
Grazie a un semplice test diagnostico e a
una elevata efficacia della cura antibiotica, e' oggi una
malattia potenzialmente controllabile dai sistemi di sanita'
pubblica. Se non e' trattata adeguatamente pero' puo' causare
danni al sistema nervoso, ai vasi arteriosi, disordine mentale ed
eventualmente, morte. Le malattie sessualmente trasmissibili, e
quindi anche la sifilide, possono essere trasmesse solo da un
partner infetto a uno non infetto durante l'atto sessuale. Una
buona misura di prevenzione e' quindi l'uso di preservativi di
lattice. Tuttavia, le ferite e le ulcere cutanee possono
trasmettere l'infezione anche durante il sesso orale o qualunque
altro contatto cutaneo con le zone infette. E' quindi necessario
fare attenzione a qualunque sintomo visibile. La scomparsa dei
sintomi non e' pero' indice dell'assenza di malattia, che anzi
puo' essere in una fase progressiva verso lo stadio latente. Solo
un'efficace azione di educazione a comportamenti sessuali
responsabili e a rivolgersi ai servizi di salute per una diagnosi
e trattamento precoci possono prevenire la trasmissione
dell'infezione stessa. Il trattamento della malattia e'
facilmente ottenibile con l'uso dell'antibiotico penicillina. La
preparazione, il dosaggio e la lunghezza del trattamento
dipendono dallo stadio della malattia e dalle sue manifestazioni
cliniche. L'efficacia di questo trattamento e' stata confermata
da molteplici casi studio, da trial clinici e da cinquant'anni di
esperienza clinica.
Oltre al trattamento antibiotico, la persona infetta deve
astenersi da qualunque attivita' sessuale con nuovi partners fino
alla completa guarigione delle ferite. Inoltre, e' necessario
effettuare test diagnostici e trattamento anche sui partner
sessuali del paziente.
La sifilide è una malattia infettiva a trasmissione sessuale diffusa in tutto il mondo. Secondo la tradizione, fu introdotta in Europa dai marinai di Cristoforo Colombo di ritorno dall'America e, in Italia, dalle armate dei soldati di Carlo VIII nel '400 che causarono un'epidemia.L'infezione è causata dall'agente Treponema pallidum, una spirocheta (dal greco speira, spirale) lunga 6-15 m, ovvero un batterio dalla caratteristica forma di bastoncino ricurvo elicoidale. Nel 2001 è stata completata l'intera sequenza del genoma di questo batterio. Si contrae quando c'è un'erosione cutanea o di mucosa, quasi sempre attraverso il rapporto sessuale, ma anche tramite l'utilizzo di oggetti contagiati, come bicchieri, rasoi ecc., mediante trasfusione di sangue o plasma infetto e per via transplacentare.
La malattia evolve in tre fasi distinte: nella prima compare sui genitali (sul prepuzio negli uomini o sulle grandi labbra nelle donne) un nodulo duro e indolore (sifiloma), localizzato sul rivestimento cutaneo o mucoso, in corrispondenza del punto d'ingresso del treponema. Tale lacerazione va presto incontro a ulcerazione e si ha anche un'adenopatia a carico delle linfoghiandole della regione. L'inequivocabilità dei sintomi di questa prima fase permette di intervenire terapeuticamente, prima che inizi il periodo secondario.
In seguito compare la febbre e un'eruzione cutanea generalizzata, con il gonfiore che interessa le ghiandole linfatiche. La malattia a questo punto può evolvere in modo benigno, in un terzo dei casi, con la guarigione spontanea, oppure rimanere latente (il test al Treponema risulta sempre positivo) o, nell'ipotesi infausta, evolvere verso la fase terziaria (dopo pochi mesi o anche molti anni, fino a 25), quando le lesioni attaccano le valvole cardiache, il cervello e il midollo spinale e potenzialmente tutti gli organi del corpo. Se la sifilide non viene curata adeguatamente nelle prime fasi, la malattia diventa letale. Le gomme luetiche sono le caratteristiche espressioni anatomopatologiche di questo periodo e consistono in noduli duri di diverse dimensioni e a lento ritmo di accrescimento che con il tempo possono rammollirsi, riempirsi di un liquido gommoso pieno di spirochete e ulcerarsi. L'infiltrazione di queste gomme nel sistema nervoso centrale, nelle viscere e nelle ossa porta a lesioni la cui gravità varia in relazione all'organo colpito.
Dal momento che il batterio è in grado di passare la placenta e infettare il feto, si parla anche di sifilide congenita, che si osserva nel neonato, figlio di una madre affetta da sifilide, ed è piuttosto simile alla sifilide secondaria. Può avere manifestazioni precoci e tardive. Tra quelle precoci, già presenti al momento della nascita o nei primi mesi di vita, vi sono le manifestazioni cutanee, cartilaginee, viscerali e una caratteristica infiammazione della mucosa nasale. Tra le alterazioni tardive invece vi sono lesioni nervose, gravissime alterazioni sensoriali e malformazioni ossee. Se la malattia è contratta in gravidanza, può portare all'aborto e alla morte del feto.
Un tempo malattia pericolosissima e molto spesso letale, è studiata con successo dal 1905, anno in cui due ricercatori tedeschi Schaudinn e Hoffman individuarono il batterio. Nel 1910 Wassermann introdusse il test seriologico che porta il suo nome per la ricerca del Treponema nel corpo umano. La sifilide è curata adeguatamente con la scoperta della penicillina (1943) a opera di Fleming, Abraham e Chain. In particolare la terapia prevede la somministrazione di benzilpenicillina con la completa remissione della malattia e la negativizzazione dei test seriologici. La terapia non permette però di rimediare eventuali danni a carico degli organi eventualmente già in atto. Per questo motivo è importante la prevenzione, evitando rapporti con partner infetti e utilizzando sempre il profilattico e, nel caso di infezione, un tempestivo intervento per la profilassi antibiotica.
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