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Raccolta delle secrezioni bronchiali a scopo terapeutico e/o diagnostico che viene eseguita introducendo con il broncoscopio un sottile tubo metallico connesso con un aspiratore ad aria o ad acqua. Dall'analisi del secreto bronchiale si possono evidenziare eventuali processi patologici a carico della mucosa.
Processo patologico infiammatorio dei bronchi e degli alveoli polmonari. Si presenta, oltre ai sintomi classici delle bronchiti, l'edema della parte alveolare con rischio di crisi ipossiche.
Elemento facente parte dell’apparato respiratorio, di forma tubolare. I bronchi formano un complesso detto albero bronchiale. Dai due bronchi principali (di 1° ordine), che sono situati nel mediastino fra i due polmoni e al disotto della trachea, originano i bronchi lobari (di 2° ordine). A loro volta questi questi danno origine ai rami segmentari (di 3° ordine) e questi infine si dividono in rami subsegmentari (di 4° ordine). Le ramificazioni proseguono via via restringendosi fino a rapportarsi con gli alveoli polmonari. Il bronco di destra è più corto rispetto a quello di sinistra. I bronchi sono costituiti da una serie di anelli cartilaginei incompleti posteriormente, dove si trova il muscolo bronchiale; la mucosa che li avvolge è rivestita da epitelio ricco di ghiandole mucose; esternamente i grossi bronchi sono avvolti da una tunica fibrosa. I bronchi penetrati nei polmoni, attraverso gli ili. Ai bronchi più sottili fanno seguito i bronchioli.
La bronchite cronica è una patologia delle vie aeree che si sviluppa progressivamente: in Italia si calcola che siano circa sette milioni gli affetti da tale malattia. Come dice il termine stesso, si tratta di un'infiammazione dei bronchi, ovvero l'ultimo tratto del canale respiratorio. I grossi bronchi (destro e sinistro) si biforcano dalla terminazione inferiore della trachea e penetrano nei polmoni ramificandosi nell'albero bronchiale. Il bronco è ricoperto da una mucosa, una sottomucosa e muscoli ed è sostenuto da archi cartilaginei. I grossi bronchi si ramificano in bronchi sempre più piccoli, di I, II, III e IV ordine; gli ultimi (bronchioli) sono ricoperti da un sottile strato epiteliale.
La bronchite cronica dapprima interessa i bronchi più alti dell'albero respiratorio, in seguito coinvolge anche quelli più piccoli e profondi, portando a una riduzione significativa della funzionalità polmonare: il venti per cento circa dei malati prova difficoltà a respirare anche stando seduto o sdraiato, mentre il 68% accusa una respirazione difficoltosa e insufficiente nei movimenti quotidiani. La bronchite si definisce cronica quando colpisce i soggetti per almeno tre mesi e per due anni consecutivi. I sintomi sono quelli classici di tutti i tipi di bronchiti: tosse, sputi mucosi, dispnea (sensazione di difficoltà a respirare), dolore toracico e produzione anomala di catarro, specialmente dopo il riposo notturno.
L'infiammazione, perdurando nel tempo, provoca un ispessimento della mucosa bronchiale, con conseguente riduzione della capacità polmonare. In questa fase i bronchi risultano più "stretti" e la funzionalità respiratoria si riduce: si raggiunge quindi uno stadio della malattia molto grave, detto bronchite cronica ostruttiva (o più precisamente broncopneumopatia cronica ostruttiva) con conseguente riduzione della qualità della vita.
Perdurando lo stato infiammatorio, la principale complicazione è l'enfisema, ovvero la creazione di sacche d'aria in corrispondenza degli alveoli con la perdita di elasticità del tessuto polmonare.
Le cause della bronchite cronica sono in primo luogo il fumo di sigaretta che esercita a livello bronchiale una forte funzione ossidativa, che favorisce il deterioramento del tessuto polmonare. La quasi totalità dei pazienti affetti da bronchite cronica ostruttiva, la forma più grave, è infatti costituita da fumatori. Il primo passo della terapia è quindi smettere di fumare, oltre all'uso di farmaci specifici a base di acetilcisteina in grado di rendere più fluido il catarro e facilitare l'espettorazione. Se la situazione polmonare non è compromessa irrimediabilmente, è possibile intraprendere un programma di riabilitazione respiratoria basato su alcuni semplici esercizi fisici di rieducazione.
Elemento facente parte dell’apparato respiratorio, di forma tubolare che consiste nella diramazione terminale del bronco. I bronchioli si proseguono negli infundiboli e negli alveoli polmonari.
Malattia infettiva che insorge qualora si instauri un processo infiammatorio a carico dei bronchioli. Diffusa nei bambini al disotto dell’anno d’età. É causata da un virus respiratorio sinciziale nella maggior parte dei casi ma può essere anche dovuta a Clamidia.
I sintomi inizialmente sono tosse e febbre e poi degenerano in dispnea. Il decorso della bronchiolite è drammatico, ma breve (3 o 4 giorni), è sempre necessario il ricovero in ospedale. La terapia si avvale della somministrazione di ossigeno umidificato, utilizzando apposite tende per ossigenoterapia o culle termiche. Si rende inoltre necessaria l'alimentazione per via venosa. Si somministrano anche antibiotici e broncodilatatori per migliorare la respirazione.
Dilatazione patologica e permanente di uno o più bronchi causata dal danneggiamento della tonaca elastica e muscolare della parete bronchiale. Le bronchiectasoe localizzate nei bronci prossimali hanno forma cistica (sacculare), quelle che interessano i bronchi distali forma cilindrica (fusiforme). L'instaurarsi di bronchiectasìe ha in genere origine da infezioni batteriche ripetute, spesso compaiono in bambini affetti da fibrosi cistica o in soggetti con ipogammaglobulinemia.
I sintomi nella malattia sono tosse, febbre ed escreato purulento. Viene diagnosticata attraverso broncografia e TAC. La terapia medica è a base di antibiotici, mentre in alcune forme bronchiectasiche è necessario un intervento chirurgico.
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