Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Elemento chimico di numero atomico 20. Il suo simbolo è Ca.
Il calcio è un metallo alcalino terroso tenero, grigio, usato come agente riducente nell'estrazione mineraria di torio, uranio e zirconio. È il quinto elemento in ordine di abbondanza nella crosta terrestre, ed è essenziale per tutta la vita sulla Terra.
Il calcio viene assunto principalmente con la dieta, ma solo in parte viene assorbito dall'intestino (circa il 30%) mentre il resto viene eliminato con le feci.
Svolge nell'organismo varie e importanti funzioni:
- entra nella composizione delle ossa e dei denti,
- partecipa ai meccanismi della coagulazione del sangue,
- permette gli scambi di materiali attraverso la membrana delle cellule.
- ha un ruolo primario nei processi di contrazione della muscolatura liscia e striata e del miocardio,
- prende parte, come cofattore, a numerose reazioni enzimatiche.
Lo scheletro umano contiene 1000-1200 g di calcio; la sua percentuale media nel sangue è di 9-10 mg per 100 millilitri; tale quantità è in parte legata all'albumina plasmatica, in parte è libera come ione calcio o in forma non ionizzata. Nelle ossa il calcio è presente sotto forma di carbonato e di idrossiapatite. Questi sali formano depositi insolubili che tuttavia l'organismo può utilizzare all'occorrenza; a tal fine essi vengono rimossi dalle ossa e solubilizzati nel sangue attraverso meccanismi ormonali (paratormone), oppure con piccole variazioni del pH, cioè della concentrazione idrogenionica, dei fluidi circolanti. L'individuo adulto assume giornalmente con gli alimenti 500-800 mg di calcio, come complesso calcioproteico o come sali di acidi organici. L'apporto di calcio da parte dei sali inorganici (fosfati, carbonati, bicarbonati ecc.) è invece di scarsa importanza in quanto tali sali figurano negli alimenti in quantità molto modeste. L'assorbimento intestinale del calcio è favorito dalla vitamina D e dai sali biliari, mentre è inibito dall'acido ossalico e dall'acido fitico. Questi acidi possono alterare sensibilmente il bilancio calcico dell'organismo specie se, accanto a un ridotto apporto di calcio alimentare, vengono introdotte forti quantità di verdure ricche di ossalati (spinaci, crescione, barbabietole, pomodori ecc.) oppure cereali o farine integrali di grano, orzo, avena, mais, che contengono molto acido fitico. L'escrezione del calcio avviene per via intestinale e urinaria, in gran parte sotto forma di ossalato. In normali condizioni fisiologiche il bilancio calcico è in equilibrio, poiché la quantità introdotta giornalmente è pari a quella eliminata. Ciò si osserva, entro certi limiti, anche con l'assunzione di diete ipocalciche, in quanto l'organismo può normalizzare il bilancio attraverso la mobilizzazione di adeguate riserve ossee. Nell'infanzia invece le quote introdotte devono superare in buona misura quelle eliminate per assicurare la normale mineralizzazione dello scheletro: tra il 3° e il 13° anno di vita vengono trattenuti giornalmente circa 10 mg/kg di peso corporeo di calcio; tale fenomeno (calciopessia), attuato con l'intervento della vitamina D, è fondamentale ai fini dell'accrescimento. Un aumento del fabbisogno di calcio dell'organismo si osserva anche durante la gravidanza e l'allattamento.
Depositi di sali di calcio nell'organismo. -Può essere generalizzata, interessando il tessuto sottocutaneo, i muscoli, il cuore, lo stomaco, le arterie ecc.;
-Può essere localizzata a un solo organo (per esempio, nefrocalcinosi, con localizzazione al rene).
Si osserva più frequentemente in caso di eccessiva quantità di calcio nel sangue, dovuta a distruzione o aumentato riassorbimento osseo (metastasi ossee, mieloma, osteite fibrosa cistica, iperparatiroidismo).
Deposito di sali di calcio (carbonati e fosfati) in tessuti e organi. In condizioni normali si verifica durante le varie fasi del processo di ossificazione (trasformazione del tessuto osteoide in tessuto osseo). In caso di fratture ossee, la calcificazione del tessuto connettivo che unisce i due capi ossei, nelle prime fasi della guarigione, rappresenta un processo di riparazione, che porta alla formazione del callo osseo. La calcificazione patologica comprende una forma distrofica e una forma metastatica. La calcificazione distrofica consiste nel deposito di sali di calcio in tessuti morti e in genere non si associa a un aumento di calcio nel sangue. Esempio molto frequente è la calcificazione dei linfonodi colpiti da infezione tubercolare (anche asintomatica). Di questo tipo è anche la calcificazione della parete vascolare nell'arteriosclerosi.
La calcificazione metastatica consiste invece nella deposizione di sali di calcio in tessuti vivi e normali, e si può associare ad alterazioni del metabolismo del calcio con aumento della sua concentrazione nel sangue (per esempio, in corso di iperparatiroidismo, intossicazione da vitamina D, morbo di Addison, tumori ossei disseminati, leucemia).
Calcificazioni dei tessuti fibrosi si verificano frequentemente a carico di grandi articolazioni come la spalla (vedi periartrite scapolo-omerale) o delle fasce aponevrotiche del piede (sperone calcaneale).
Vedi ergocalciferolo, ergosterolo, o vitamina D2 (vedi vitamina D).
Concentrazione del calcio nel sangue, normalmente compresa tra 9 e 10 mg per 100 ml;
-l'ipocalcemia: l'abbassamento della calcemia può produrre gravi alterazioni dell'attività della muscolatura striata e liscia: tetania, ipereccitabilità cardiaca, spasmi bronchiali, vescicali, intestinali, vascolari.
- L'ipercalcemia al contrario comporta riduzione dell'eccitabilità muscolare e nervosa. La calcemìa è sotto il controllo del paratormone (prodotto dalle paratiroidi) e della tirocalcitonina (prodotta dalle cellule parafollicolari della tiroide).
Osso del piede di forma irregolarmente cubica, costituente la parte postero-inferiore del tarso e il punto di inserzione al tendine di Achille. La parte inferiore del calcagno è detta anche tallone.
Infiammazione granulomatosa cronica di una ghiandola del Meibomio. Si manifesta con una tumefazione indolore della palpebra. Si differenzia dall'orzaiolo che è un'infiammazione acuta, dolorosa del bulbo pilifero delle ciglia. Può essere esterno, verso la cute palpebrale; interno, verso la congiuntiva; o sul margine palpebrale. La terapia medica consiste nell'applicazione di pomate, quella chirurgica nell'asportazione del calazio. Se è cronicizzato e ha interessato il bordo palpebrale, si interviene con l'elettrocoagulazione.
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