Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Riduzione del peso corporeo. Può essere fisiologico (in seguito ad aumento dell'attività sportiva, a variazioni della dieta alimentare ecc.), oppure sintomo di malattia organica o psichica.
Calo ponderale fisiològico. Perdita di peso di 150-200 g (pari a circa il 5-8% del peso alla nascita), che si verifica durante i primi 5 giorni di vita, dovuta alla perdita di liquidi e della vernice caseosa, all'emissione di meconio, alla scarsa alimentazione che provoca una riduzione delle riserve di grasso, alla disidratazione del cordone ombelicale.
Il calo ponderale fisiològico fa parte dei fenomeni fisiologici di adattamento dell'organismo del neonato alla vita extrauterina e viene abitualmente recuperato entro i primi 7-10 giorni di vita.
Vedi sedativi.
Tessuto osseo che spontaneamente si ricostituisce in corrispondenza della linea di frattura tra due segmenti ossei. Si tratta di un fenomeno naturale (analogo alla cicatrizzazione di una ferita), che si realizza a condizione che vengano assicurati l'allineamento frontale tra le superfici di frattura, la loro immobilità e un adeguato apporto di sangue.
La consolidazione avviene entro un minimo di 15-20 giorni e un massimo di 5-6 mesi (in relazione a sede e tipo di frattura, e all'età).
Detto anche durone o tiloma, si tratta di un ispessimento dello strato corneo in seguito a pressione protratta nel tempo su una zona cutanea che ricopre un piano osseo.
Di Admin (del 08/06/2011 @ 13:30:20, in Lettera C, visto n. 4869 volte)
Calliginefobia, panico da bellezza femminile. Trova le sue cause scatenanti in traumi vissuti in età infantile, legati ad esperienze emotive di forte impatto con figure femminili dalla personalità particolarmente imponente. Alla base di tutto può dunque esserci indistintamente la figura materna, quella di un'insegnante o di una baby-sitter.
La Calliginefobia preclude parti più o meno consistenti della vita sociale e affettiva di un individuo e si può manifestare con battito irregolare, fiato corto, eccessiva sudorazione, vertigine, sensazione di svenimento, nausea, fino ad arrivare a dei veri e propri attacchi di panico. Il percorso che solitamente viene seguito per arrivare ad un processo di guarigione soddisfacente è quello psicoterapeutico, consistente nella graduale desensibilizzazione dell'individuo all'impatto con la figura femminile attraverso foto o video.
Preparazione farmaceutica (liquida,in pomata,in cerotto) usata per estirpare calli cutanei. Contiene in genere sostanze cheratolitiche (acido salicilico, acido cloracetico), che rammolliscono il callo e ne rendono facile l'asportazione.
La calcolosi renale (o nefrolitiasi) è una patologia molto frequente, tra le calcolosi delle vie urinarie. Si calcola che almeno dieci persone adulte su 100 nella vita riferiscono un episodio di calcolosi renale, causata dalla deposizione di calcoli nelle vie urinarie.
Il calcolo urinario è un aggregato solido di varia forma e struttura che si deposita all'interno del rene o delle vie urinarie. La sua formazione è solitamente dovuta alla rottura di un delicato equilibrio mantenuto dalla funzione renale che prevede, da una parte risparmiare acqua, dall'altro eliminare sostanze di vario genere scarsamente solubili.
In condizioni fisiologiche la formazione di calcoli non avviene per la presenza nelle urine di sostanze che impediscono la precipitazione e la cristallizzazione dei sali di calcio e di altre che legano il calcio in complessi solubili. Se le urine si saturano di composti insolubili si producono in una prima fase dei cristalli che aggregandosi fra loro danno origine al calcolo.
Il trattamento si divide in due fasi, la prima mira alla sopressione dei sintomi e nel caso:
* Colica, si somministrano oppioidi come il ketorolac
* Vomito, se persistente si somministra un antiemetico come il metoclopramide in dose di 10 mg in endovena.
L'altra fase mira al trattamento dei calcoli veri e propri. Contrariamente a quanto si dice non è mai stata dimostrata l'utilità di una dieta ricca di liquidi.
I calcoli se di dimensioni inferiori ai 5 mm possono essere trattati con analgesici, se di dimensioni maggiori e non spariscono spontaneamente entro 6 settimane si ritiene l'asportazione chirurgica il metodo di scelta, ma se sono infetti la rimozione avviene subito.
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