Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Farmaci che incrementano la secrezione salivare. Tra i più potenti si trovano: le sostanze emetiche, come l'apomorfina e l'emetina, i farmaci colinergici (per esempio, pilocarpina), che intervengono sulle strutture nervose che controllano l'attività delle ghiandole salivari (l'atto del vomito è di solito preceduto dall'aumento di secrezione della saliva).
Infiammazione a carico delle ghiandole salivari. Nel caso della scialoadenite primaria lo stato infiammatorio si instaura nel tessuto ghiandolare per via ematogena; si presenta in forme acute (parotite epidemica ecc.) e croniche, denominate anche scialosi. Nella scialoadenite secondaria il processo si estende dalla bocca alla ghiandola, tramite il dotto escretore; la più frequente consegue a scialodochite; la terapia può variare in base alla causa dell'infiammazione.
I principali sintomi e segni clinici sono febbre, dolore, brividi, fuoriuscita di pus. La causa è principalmente il batterio Staphylococcus aureus, ma più sporadicamente se ne riscontrano altri.
Processo di degenerazione delle cellule secernenti delle ghiandole salivari. Se protratta nel tempo, 'porta all'atrofia del tessuto ghiandolare, poi sostituito da tessuto adiposo. La scialoadenosi insorge per cause farmacologiche (per esempio iodio, mercurio), tossiche (piombo), carenziali (proteine o vitamine), disprotidemiche (cirrosi), allergiche, ormonali, neurogene periferiche o centrali, costituzionali, immunitarie o in presenza di mucoviscidosi. Le tipologie più importanti sono le scialoadenosi su base immunitaria: lesione linfoepiteliale benigna di Godwin, malattia di Mikulicz, sindrome di Sjörgren. La terapia prevede l'impiego di cortisonici ad alte dosi.
Infiammazione isolata a carico dei dotti escretori delle ghiandole salivari, generalmente provocata da calcolosi o secondaria a stomatiti. La scialodochite può essere fibrinosa o purulenta e colpisce soprattutto la ghiandola sottomascellare provocando tumefazione e arrossamento dello sbocco escretore; la terapia prevede l'utilizzo di antibiotici e antisettici locali.
Tecnica diagnostica che serve a individuare le patologie delle ghiandole salivari, eseguita previa anestesia locale, introducendo un mezzo di contrasto attraverso il dotto escretore principale della ghiandola e successiva radiografia. Consente di visualizzare i canalicoli e di definire limiti e dimensioni di eventuali processi espansivi intraghiandolari, ma non la loro natura, da indagare con esami più specifici.
Conosciuta anche come calcolosi salivare), è la formazione di concrezioni calcificate (calcoli) nei dotti escretori e nel parenchima delle ghiandole salivari; si manifesta più frequentemente a carico della ghiandola sottomascellare. I principali sontmi sono dolore (colica salivare) e tumefazione intermittente della ghiandola, a cui segue un quadro di scialodochite e scialoadenite cronica, con tumefazione permanente. E' prevista terapia chirurgica, con asportazione dei calcoli.
Detta anche ptialismo,o ipersalivazione, È un segno clinico che può originare dalla diminuzione della clearance di saliva. A livello fisiologico, può comparire in soggetti portatori di protesi dentali, nel periodo iniziale della messa in posa. Può essere la conseguenza di uso di farmaci (reserpina, clozapina, olanzapina, pilocarpina,ketamina, clorato di potassio,
risperidone, nitrazepam), di malattie neurologiche (morbo di Parkinson), di fenomeni infiammatori della mucosa orale, di origine virale o batterica, oppure può comparire in gravidanza, con tendenza a scomparire dopo il quarto mese di gestazione. Altre condizioni che possono provocare scialorrea sono: un eccesso di introduzione di amidi,la malattia da reflusso gastro-esofageo, pancreatite, Epatopatie, afte della bocca, infezioni del cavo orale, fratture del condilo mandibolare, schizofrenia, sindrome da serotonina. Può anche essere dovuta a difficoltà della deglutizione, dovuta a varie condizioni, in modo che la saliva permane in bocca con la tendenza a colare dalle labbra. La cura della prevede innanzitutto il trattamento della causa sottostante. Per questo, se la scialorrea è dovuta all'effetto di un farmaco, sarà necessario sospenderlo e sostituirlo con un altro.
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