Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Insieme di disturbi psicomotori caratterizzati da riduzione dell'attività motoria. Si manifesta con arresto psicomotorio o stupore o immobilità e con rigidità in diversi gruppi muscolari, per cui il soggetto può assumere atteggiamenti posturali, talora bizzarri, che sono mantenuti per un certo tempo (immobilità statuaria). Tipica di una forma di schizofrenia, si può riscontrare anche in altre psicosi e in stati tossinfettivi. Insorge in genere bruscamente e può permanere da pochi minuti a diversi mesi. Spesso si associano altri sintomi: catalessia o flexibilitas cerea (tono muscolare di tipo plastico, con conservazione di atteggiamenti imposti), stereotipie, manierismi, negativismo ecc.
farmaci con azione purgante.
Muco prodotto dalle ghiandole mucipare delle mucose sotto uno stimolo infiammatorio. Sedi più frequenti ne sono le mucose tracheobronchiali, uterine, intestinali. Nel caso di catarro bronchiale, è importante favorirne l'espettorazione con la tosse ed eventualmente con farmaci mucolitici. Per il catarro delle vie respiratorie, dal punto di vista medico, è più corretto parlare di espettorato.
La cataratta è un processo di progressiva opacizzazione del cristallino. Legato all'età è dovuto a fenomeni di ossidazione delle proteine che lo costituiscono. Possono esserci casi in età meno avenzate, legati a fattori secondari quali diabete, infiammazioni, eccessiva esposizione a radiazioni infrarossa o ultravioletta, ecc.
I sintomi sono generalmente caratterizzati da un offuscamento visivo globale, ma il disturbo della vista è tanto più evidente quanto più estesa e più intensa è l'opacizzazione del cristallino.
La cataratta totale rende praticamente ciechi ed è necessario intervenire chirurgicamente, sostituendo il cristallino opacizzato con una lente artificiale intra-oculare, posizionata dietro all'iride.
L'intervento si svolge nella maggior parte dei casi ambulatorialmente, in anestesia locale, ottenuta instillando gocce di collirio anestetico qualche minuto prima dell'intervento. Dopo aver praticato un'apertura circolare nella capsula anteriore del cristallino il nucleo del cristallino viene frantumato dal chirurgo mediante una sonda ad ultrasuoni.
La capsula del cristallino, completamente svuotata, viene utilizzata per l'inserimento di una lente artificiale che può anche andare a compensare un difetto di vista pre-esistente (miopia, astigmatismo o ipermetropia); la visione tuttavia è monofocale, pertanto il paziente dovrà comunque portare occhiali per correggere la visione da lontano o da vicino.
L'apertura della cornea è di solito molto piccola (intorno ai 2 millimetri) e non è necessaria l'applicazione di punti di sutura. Dopo l'intervento è necessaria la protezione del bulbo da traumi, da luce eccessiva e da infezioni e l'instillazione di colliri a base di antibiotici, cortisonici e midriatici.
L'intervento di cataratta non comporta particolari rischi e presenta una percentuale di successi superiore al 95%. L'elevata pressione dei liquidi che vengono introdotti nella camera anteriore dell'occhio (uno spazio ridottissimo di circa 2,5 mm) può tuttavia provocare rotture accidentali della capsula posteriore con perdita di vitreo e conseguenti edemi della cornea, distacchi di retina, edemi maculari.
Una complicanza che talvolta si verifica è l'opacizzazione della capsula posteriore del cristallino operato. Tale fenomeno, detto cataratta secondaria, può essere spiegato come una reazione da corpo estraneo (il cristallino artificiale) e può essere eliminato rapidamente con una applicazione di YAG laser.
La sostituzione del cristallino naturale, che ha una curvatura fisiologica, con una lente piatta, determina uno spostamento in avanti del vitreo e una conseguente trazione della retina che può dare origine a rotture o distacchi di retina, tanto più frequenti quanto più il soggetto è miope.
Più gravi, anche se rarissime, sono le complicanze infettive, che rappresentano un'indicazione al reintervento immediato, prima che i germi abbiano raggiunto la retina causando un danno irreparabile.
Forma farmaceutica per uso esterno, composta da una pasta molle contenuta in una garza, da applicarsi calda sulla parte malata del corpo. Viene preparato al momento dell'uso adoperando farine vegetali (per esempio, farina di lino) stemperate in acqua a caldo, o in una soluzione di farmaci, in un infuso o un decotto.
Il soggetto mantiene per un tempo indefinito una certa posizione, in uno stato di inerzia e torpore, estraneo all'ambiente, pur senza la completa abolizione della coscienza. Quando è molto intensa, possono essere impresse all'arto del soggetto posizioni abnormi e scomode (flexibilitas cerea). Si ritrova nel morbo di Parkinson e nei parkinsonismi, dove è determinata dalla rigidità. Il termine è anche usato in psichiatria, con significato in parte analogo, particolarmente in stati tossici acuti e nella schizofrenia (vedi anche catatonia).
enzimi che catalizzano la demolizione dell'acqua ossigenata in acqua e ossigeno; sono metalloproteine, il cui gruppo prostetico (cioè la parte non proteica) è rappresentato dal ferro. Tali enzimi hanno la capacità di proteggere i tessuti dai perossidi, cioè da quei composti chimici che si formano nel corso di processi ossidativi e che sono in grado di agire come tossici sulle cellule alterandone importanti funzioni vitali.
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