Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il carcinoma adenoido-cistico (AdCC) è un tumore di origine epiteliale che si manifesta soprattutto al cuoio capelluto, ma anche al volto e nella cavità orale.
È così detto perché nel suo interno si formano masse ialine cilindriche, ritenute prodotti di secrezione cellulare o esito di degenerazione dei vasi o dello stroma.
Di lenta evoluzione, mostra carattere invasivo degli organi adiacenti. A seconda degli studi le metastasi si formano nel 20 o 35% dei casi, le parti del corpo dove esse si manifestano sono principalmente fegato e polmoni. Caratteristica della comparsa delle metastasi è che esse possono formarsi anche a distanza di molti anni.
Costituisce la seconda forma più comune di tumore tracheale (30 -50% ) ed il tumore più frequente nella ghiandola salivare sottomandibolare.
Formazione costituita da muco coagulato, detta anche cilindro mucoso o cilindro spurio. Cilindroidi mucosi sono riscontrati frequentemente nel sedimento urinario, ma si distinguono dai cilindri urinari perché, osservati al microscopio, risultano più lunghi e più sottili, spesso attorcigliati o ripiegati, talora segnati da striature longitudinali.
Struttura di forma cilindrica che si può osservare al microscopio nel sedimento dell'urina di persone affette da malattie renali. La forma è dovuta al fatto che cellule, più o meno degenerate, e proteine si accumulano nei tubuli renali, producendo formazioni compatte che ricalcano lo stampo interno del tubulo stesso. Questi cilindri vengono poi trascinati dal flusso urinario ed espulsi con le urine. Ne esistono di diversi tipi: cilindri ematici, costituiti da globuli rossi (indicano un processo emorragico renale); cilindri costituiti da globuli bianchi e cilindri epiteliali (che si formano in caso di infezioni renali); cilindri ialini e cilindri grassi, che sono associati a grave perdita di proteine con le urine; cilindri granulari e cilindri cerei, dovuti alla frammentazione più o meno fine di globuli bianchi o di cellule epiteliali.
il prolungamento di maggior lunghezza della cellula nervosa, o neurone; è deputato alla trasmissione dell'impulso nervoso ad altri neuroni, con cui si mette in rapporto per mezzo di una struttura specializzata, la sinapsi. È rivestito da uno (assone amielinico) o più strati (assone mielinico) di mielina, che facilita la trasmissione dell'impulso nervoso.
Si dice di ciò che è relativo al ciglio o anche al sopracciglio. Si riconoscono nervi e arterie ciliari e una zona (corpo) ciliare.
Muscolo dell'occhio che controlla l'accomodazione a distanza.
Fa parte della tonaca vascolare del bulbo oculare, si ritrova adeso al corpo ciliare, da esso alcune fibre partono finendo sulla capsula del cristallino.
La sua funzione è quella di regolare la vista negli oggetti posti più lontani e quelli più vicini tramite stimolazione, che permette all'occhio (previa stimolazione parasimpatica) di aumentare il potere diottrico del cristallino; tale funzione è maggiore nei bambini, e minore negli anziani.
Ganglio nervoso situato nella cavità orbitaria tra il nervo ottico ed il muscolo retto laterale. Il ganglio ciliare è connesso con: 1) nervo nasociliare, ramo del n. oftalmico, per mezzo della radice sensitiva (da essa arrivano al ganglio fibre sensitive che non si interrompono in esso); 2) nervo oculomotore per mezzo della radice parasimpatica (da essa arrivano fibre motorie parasimpatiche dal nucleo di Edinger-Wesphal, che si interrompono nel ganglio); 3) radice simpatica (da essa arrivano al ganglio fibre simpatiche dal plesso perivavascolare che non si interrompono nel ganglio in quanto sono fibre post gangliari che provengono dai ganglio della catena paravertebrale).
Dal ganglio originano i nervi ciliari brevi.
La radice parasimpatica, origina dal ramo del nervo oculomotore diretto al muscolo obliquo inferiore e consta di fibre pregangliari provenienti dal nucleo di Edinger-Westphal, che prendono sinapsi nel ganglio ciliare. Le fibre postgangliari decorrono nei nervi ciliari brevi e si portano al muscolo sfintere della pupilla e al muscolo ciliare. Le fibre sensitive (per la cornea e per la sclera) raggiungono il ganglio ciliare attraverso la radice sensitiva e senza contrarre alcun rapporto funzionale con il ganglio stesso fuoriescono attraverso i nervi ciliari brevi per portarsi alla cornea ed alla sclera. Le fibre simpatiche (che provengono dal plesso perivascolare) attraversano il ganglio senza nessun rapporto funzionale e si portano ad innervare prevalentemente i vasi del bulbo oculare, sebbene alcune di esse sono state descritte portarsi al muscolo ciliare.
È bene ricordare che oltre ai nervi ciliari brevi, all’occhio arrivano anche i nervi ciliari lunghi i quali sono rami del nervo nasociliare (oftalmico) che contengono fibre simpatiche (che provengono dal plesso perivascolare) per il muscolo dilatatore della pupilla.
L’innervazione da parte dei nervi ciliari brevi e lunghi dei muscoli della pupilla è importante nei riflessi di miosi (restringimento della pupilla) e di midriasi(dilatazione della pupilla) che si attuano per l’adattamento dell’occhio alla luce).
I nervi ciliari entrano nell’occhio perforando la sclera.
|