Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Stato infiammatorio del parenchima, dei calici e della pelvi renale causato da un'infezione. Spesso la malattia è causata da una cistite, a sua volta provocata dall'aggressione di batteri appartenenti alla flora fecale del paziente, nella maggior parte dei casi Escherichia Coli e Proteus.
I microrganismi sono tuttavia favoriti da particolari fattori anatomici e funzionali che ostacolino l'azione sterilizzante della peristalsi svolta dalle vie urinarie. Il fattore di rischio più importante è quindi l'incontinenza dello sfintere ureterale con riflusso delle urine verso il rene.
La patologia ha un esordio molto rapido e i sintomi si presentano nel giro di poche ore o al massimo dopo un giorno. La pielonefrite causa un malessere generale, vomito, nausea, minzione dolorosa e dolore addominale che parte dal fianco verso la parte posteriore. A volte compare anche la febbre, e con essa brividi, anoressia, debolezza.
La terapia è ovviamente antibiotica, basata in particolare sull'assunzione di chinoloni.
Di Admin (del 28/12/2011 @ 13:34:53, in Lettera P, visto n. 1313 volte)
Definita anche "contraccettivo di emergenza", la pillola del giorno dopo esplica un'azione "antinidatoria" ovvero impedisce l'impianto dell'ovulo fecondato cioè dell'embrione a livello della parete uterina. Si tratta di un preparato ormonale, ora maggiormente utilizzato è il progestinico Levonorgestrel, che assunto a 72 ore dal rapporto sessuale a rischio, impedisce che l'ovulo fecondato e, quindi, un embrione umano, il quale si trova allo stadio di blastocisti e quindi al 5°-6° giorno dalla fecondazione, si impianti nell'utero materno a causa di un'alterazione della parete uterina, dopodichè, non avendo potuto annidarsi nell'utero materno, l'embrione viene espulso. Ovulo fecondato, embrione e feto sono stadi diversi dello sviluppo di un individuo, la cui vita ha origine già dopo la fecondazione.
La pillola del giorno dopo, in quanto contraccettivo, non va confusa con il Mifepristone, il farmaco per l'interruzione volontaria della gravidanza, noto come RU-486, dal quale si differenzia per principi attivi, tempi di assunzione e meccanismi di azione.
La pillola del giorno dopo è un farmaco per la contraccezione d'emergenza. La pillola del giorno dopo dove appunto essere somministrata entro 72 ore (3 giorni) dal rapporto sessuale, agisce semplicemente bloccando l'ovulazione ma senza avere effetti sull'impianto di un eventuale embrione, per cui non è in alcun modo in grado di indurre un aborto. In alcuni casi è causa di modesti effetti collaterali come nausea, vomito, perdite ematiche, astenia, cefalea, ecc.
Volgarmente detta pelle d'oca, consiste nell'erezione dei peli e dei capelli dovuta dalla contrazione dei muscoli erettori dei peli in conseguenza di stimoli nervosi provocati ad esempio da un violento stato emotivo come la paura o la nostalgia, la gioia, lo stupore, l'ammirazione e l'eccitazione sessuale, il freddo.
Il fenomeno della pelle d'oca si verifica quando i piccoli fasci muscolari alla base di ogni pelo, noti come muscoli erettori del pelo, si contraggono e tirano i peli fino a far assumere loro una posizione eretta. Il riflesso viene avviato dal sistema nervoso simpatico, che è responsabile di molte risposte attacco-fuga.
Lo stimolo si comunica, tramite il simpatico, all'innervazione cutanea che induce la contrazione dei muscoli erettori dei peli (detti anche orripilatori), i quali modificano la posizione dei bulbi piliferi e quindi dei peli.
Esistono anche alcune patologie che possono associarsi a piloerezione.
In letteratura è nota l'esistenza di convulsioni pilomotorie ripetitive. Questo tipo di convulsioni è per altro molto raro[6][7].
Alcuni Autori hanno inoltre segnalato come la piloerezione sia un effetto collaterale decisamente frequente (tra il 40 ed il 50%) della infusione endovenosa di dobutamina. Tale effetto di solito precede l'aumento della frequenza cardiaca secondario alla infusione endovenosa del farmaco e, pertanto, è una chiara indicazione che l'infusione endovenosa è stata efficace.
Farmaco betabloccante he viene utilizzato nella cura dell'ipertensione arteriosa. Gli effetti collaterali e le precauzioni d'uso sono gli stessi degli altri betabloccanti.
Leucocito che presenta gravi alterazioni degenerative e necrotiche. I piociti costituiscono la grande maggioranza degli elementi cellulari che vanno a formare le raccolte di pus.
La piorrea non è un termine propriamente usato dai medici dentisti, che preferiscono invece l'accezione paradontite, per indicare l'infiammazione del paradonto (dal greco parà, intorno e odos, dente), la struttura a strati che circonda il dente. La presenza di placca e tartaro provoca una barriera (una sorta di "tappo") che impedisce all'ossigeno di passare negli strati interni del paradonto, al di sotto della gengiva. In assenza di ossigeno, i batteri anaerobi si moltiplicano, provocando l'infiammazione che, da una fase iniziale di gengivite, degenera in paradontite (o, nel termine ad accezione più comune, in piorrea). Si crea in modo permanente una solco (tasca paradontale) tra la gengiva e il dente, la cui stabilità viene seriamente compromessa. Mediante una sonda millimetrata (sonda paradontale) e una radiografia a raggi X è possibile valutare in termini quantitativi il danno apportato dalla patologia alla struttura ossea che circonda il dente. La scarsa igiene orale e la mancata rimozione della placca e del tartaro possono essere aggravati da una bassa risposta immunitaria ai batteri da parte dell'organismo o da fattori genetici (nel caso di familiari che hanno sofferto di paradontite).
La terapia preventiva di un'accurata igiene orale e della visita di controllo dal dentista possono bloccare l'infiammazione e limitare il danno ai tessuti legamentosi e ossei del paradonto. Se la patologia è già avanzata, l'unica cura è quella chirurgica, mediante l'asportazione della tasca paradontale con tecniche di chirurgia resettiva o rigenerativa.
Generalmente la paradontite ha un decorso molto lento, caratterizzato da guarigioni parziali e recidive. Esistono però anche forme particolarmente aggressive (paradontite rapidamente progressiva) causate da batteri come l'actinobacillus actinomycetemcomitans, il bacteroides gingivalis e la capnocytophaga ochracea, che attaccano pazienti che presentano un deficit di cellule immunitarie e che portano in poco tempo alla perdita di tutti i denti. Queste forme si possono curare con opportune terapie antibiotiche (tetracicline).
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