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Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di dr.psico (del 08/07/2007 @ 10:28:04, in Lettera P, visto n. 1475 volte)
Psichiatra e psicoterapeuta tedesco di inizio secolo, si trasferì negli Stati Uniti dopo aver vissuto per tanti anni a Johannesburg, città in cui fondò l'Istituto Sudafricano di Psicoanalisi. Viene considerato il padre della psicoterapia della Gestalt. Nel 1951 pubblicò, insieme a R. Hefferline e P. Goodman, Gestalt Therapy (Terapia della Gestalt), il testo cardine della psicoterapia gestaltica. Molti i nomi divenuti poi famosi che frequentarono i suoi seminari a Esalen, in California: Gregory Bateson, Alexander Lowen, Eric Berne e molti altri. Il contributo di Fiedrich Perls è stato sistematizzato ed elaborato da sua moglie e dallo scrittore Paul Goodman (1911-1972). La prospettiva della Gestalt è riassunta da Perls in quattro parole: Io e Tu, Qui e Adesso. L'espressione "Io e Tu" (mediata da Buber), indica la relazione autentica fra terapeuta e paziente, con l'idea guida di un rapporto terapeutico creativo che rispetta la singolarità di ogni essere umano. La sua eredità è testimoniata da svariati istituti, società, centri e scuole nel modo, dagli Stati Uniti al Canada, dall'America centrale e meridionale all'Europa e al Giappone.
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Di dr.psico (del 08/09/2007 @ 16:22:39, in Lettera P, visto n. 1818 volte)
La pertosse (o tosse canina) è una malattia di origine batterica, causata da Bordetella pertussis, ma anche da Haemophilus parapertussis e Bordetella bronchiseptica. Per questo motivo, ci si può anche ammalare più di una volta. È una malattia tipica dell'età scolare, anche perché è estremamente contagiosa: un bambino con pertosse può contagiare fino al 90% dei bambini non immuni con cui viene a contatto nel periodo infettivo. La trasmissione avviene per via aerea, con la tosse e gli starnuti. Dopo una fase di incubazione di 6-20 giorni, la sintomatologia inizialmente presenta raucedine e produzione di catarro denso per circa due settimane, seguite poi da tosse convulsa e prolungata che rende difficile la respirazione e l'alimentazione, per due o tre settimane. Gli accessi di tosse sono seguiti da un tipico “urlo inspiratorio” (il cosiddetto urlo asinino), seguito dall'espulsione di catarro e a volte da conati di vomito. Nel lattante la pertosse può manifestarsi in maniera variabile (asfittica, sincopale, soffocante), con gravi difficoltà respiratorie e si può arrivare all'arresto cardiaco e respiratorio. In questo caso è necessario ricorrere al ricovero in ospedale. Le complicanze polmonari e cerebrali possono anche provocare un esito fatale, soprattutto nei primi sei mesi di vita (circa 50 ogni 10.000 casi). Se si interviene per tempo con una terapia antibiotica (eritromicina, azitromicina, claritromicina), la malattia ha un decorso breve e privo di complicanze; inoltre la fase accessionale può anche non comparire. Eventuali complicazioni polmonari vanno trattate con antibiotici adeguati, mentre gli accessi di vomito verranno affrontati con antiemetici e un'alimentazione semisolida. Nel caso di episodi convulsivi, apnea o asfissia bisogna ricorrere all'ospedalizzazione. Tosse e broncospasmo sono affrontati con farmaci antitussigeni. Si utilizzano anche espettoranti, mucolitici, sedativi e betastimolanti, ma l'opportunità di ricorrere a questi farmaci è controversa. Il vero rimedio è la vaccinazione antipertosse (solitamente associata ad antidifterica e antitetanica). La graduale diffusione della vaccinazione (la percentuale in Italia varia da regione a regione, dal 70% al 97%) ha portato a una costante diminuzione della malattia: mentre all'inizio degli anni Novanta si contavano ancora 13.000 casi all'anno, attualmente il numero si attesta su qualche migliaio. Dovrebbero essere vaccinati i bambini di età inferiore ai sette anni, mentre oltre quell'età la vaccinazione è sconsigliata. Negli adulti e negli adolescenti i vaccini attuali provocano effetti collaterali molto frequenti. La protezione conferita dalla vaccinazione raggiunge l'85%; in ogni caso nei soggetti vaccinati la malattia si ripresenta in forma più lieve.
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Di dr.ssa Anna Carderi (del 26/11/2013 @ 16:25:02, in Lettera P, visto n. 1430 volte)
Pratiche sessuali il cui fine differisce dal congiungimento dei genitali (il classico coito). Si lega più strettamente al concetto di parafilia solamente quando scaturiscono condizioni patologiche.[1] Secondo Sigmund Freud la perversione è la tensione al puro godimento, liberando questo termine dalla sua accezione puramente negativa. Secondo alcuni psicologi c'è perversione quando un atteggiamento o un comportamento sono volti esclusivamente a fare del male a qualcuno: perverso è chi trovandosi in una situazione di superiorità approfitta del suo status per infliggere umiliazioni al più debole. Perverso è chi approfitta della debolezza dell'altro per farlo intenzionalmente soffrire. Ribaltando il concetto perverso è chi, in situazione di debolezza ed essendo oggetto di umiliazione o violenza, ne gode. Estendendo il concetto, perverso è chi accetta una situazione perversa senza intervenire, potendo farlo e senza che questo gli procuri un danno o di chi l'accetta su sé stesso non riconoscendone gli effetti negativi, anzi pensando di esserne esente. Molti casi di atteggiamenti o azioni perverse sono solitamente condannati dalla legge: è il caso ad esempio del "bullismo", del "nonnismo", dello "stalking", della "violenza sessuale" in tutte le sue forme, della "violazione della privacy", del "mobbing". La gravità è proporzionale alla misura, intesa come intensità, frequenza, dal numero delle persone coinvolte e dal fatto che la vittima non riceva aiuti in merito, primo fra tutti il riconoscimento a lui o lei dell'abuso perpetrato nei suoi riguardi. Molto spesso atteggiamenti perversi non sono riconosciuti, legalmente o no, perché la vittima non riesce ad esprimere adeguatamente quanto gli sta accadendo, anche perché spesso incolpa se stessa di quanto gli sta accadendo oppure perché essere oggetto di una perversione il più delle volte provoca disturbi psichici, quali perdita dell'autostima, depressione, fino a disturbi più gravi che talvolta possono portare al suicidio. Le vittime di abusi di questo tipo possono avere la vita distrutta e condizionata in modo indelebile, in particolare quando non viene mai riconosciuto loro che sono state vittime di un abuso e che sono loro ad essere nel giusto. Il risarcimento, sotto forma di verità, in particolare se riconosciuta da chi ha commesso l'abuso, è un primo passo verso la loro guarigione. La condanna di chi ha perpetrato l'abuso e il risarcimento conseguente nei riguardi della vittima, sono un'ulteriore compensazione al danno subito, sia in termini fisici che psicologici. Ci sono casi estremi di perversione che hanno coinvolto società intere, quali i regimi totalitari di nazismo e stalinismo: Auschwitz o i Gulag ne erano la loro manifestazione evidente. Storicamente, ad esempio, la "santa inquisizione", a dimostrazione che la perversione si può nascondere ovunque. Anche oggi ci sono esempi estremi simili, quali i casi di tortura che ogni giorno vengono scoperti in qualsiasi altra parte del mondo. Esistono associazioni che si occupano di evidenziare casi eclatanti di perversione e di abuso, quali Amnesty International. La perversione comunque si manifesta in situazioni in cui c'è un evidente uso del potere in senso distruttivo: il più forte tende a distruggere il più debole e prova piacere in questo o non prova nessun sentimento né senso di colpa, in particolare quando tale atteggiamento è condiviso da altre persone se non addirittura da società intere (fascismo, comunismo e simili), atteggiamento condannato non solo dalle leggi degli stati democratici, ma anche da quelle dell'etica, della morale e religiose. Ci sono casi in cui le pulsioni perverse vengono controllate tramite il gioco: in questo caso soggetti adulti e consenzienti mettono in atto giochi che simulano situazioni più o meno realistiche in cui vengono espresse le loro perversioni. Tali situazioni sono più o meno accettate a seconda delle culture: le culture considerate più evolute e tolleranti accettano tali giochi nel privato in quanto solitamente non nocive al comportamento sociale. Oppure tramite lo sport. Anche le arti spesso sono state usate per veicolare questo tipo di pulsioni in modo non lesivo. Molto più cospicui sono gli studi più recenti sulla correlazione fra perversione, devianza, traumi, autolesionismo, attaccamento e abusi [2][3]. Dalla letteratura psicologica e psichiatrica si evince come, al di là dei complessi profili psicologici degli interessati e delle motivazioni profonde che li possono condurre alla perversione, queste pratiche sono più spesso frequenti in soggetti di tipo borderline.[4][5]. Una delle cause emotive ricorrenti risulta il senso di colpa.[6][7][8] Nella lingua francese il termine perversione viene tradotto con due parole dal significato differente: "perversion", che indica la perversione a sfondo sessuale e, a seconda dei casi, non ha un significato pregiudizialmente negativo; "perversité", che al contrario indica un atteggiamento o atti decisamente negativi non necessariamente legati alla sfera sessuale.
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Di salute (del 06/10/2007 @ 14:36:37, in Lettera P, visto n. 1385 volte)
Il pesco (Prunus persica vulgaris) pare sia stato coltivato per la prima volta in Cina, più di cinquemila anni fa. Dalla Cina si diffuse poi in Asia centrale (Siria e Persia, da cui il nome prunus persica) e raggiunse la Grecia e l'Italia (nel I secolo a.C.). Attualmente la Cina rimane uno dei principali produttori di pesche a livello mondiale; in Italia si producono due milioni di tonnellate di pesche (il totale mondiale è di undici milioni), soprattutto in Campania ed Emilia Romagna. La pesca è sicuramente un simbolo dell'estate. Arriva sulle nostre tavole nel periodo che va da maggio a settembre e, grazie all'alto contenuto d'acqua, alla succosità, al gusto delicato, viene particolarmente apprezzata per le sue proprietà dissetanti. A parte questo, non ha doti nutritive particolarmente significative. Le pesche mature vanno consumate subito, altrimenti possono essere conservate in frigorifero al massimo per tre o quattro giorni. I frutti non ancora maturi possono invece essere conservati anche per due settimane. In ogni caso la pesca va consumata a temperatura ambiente; è anche importante lavarla sempre prima di mangiarla, perché la peluria esterna potrebbe trattenere sostanze nocive. Sul mercato possiamo trovare pesche a polpa gialla e a polpa bianca. Le prime sono reperibili da maggio a settembre (elegant lady, fayette, flavorcrest, glohaven, maycrest, O'henry, redhaven, spring lady, springbelle, springcrest, suncrest), le seconde da giugno a settembre (duchessa d'Este, iris rosso, K2, Maria bianca, Maria delizia, Michelini, Paola Cavicchi). INFO AL. - Carboidrati: 5,8; proteine: 0,8; grassi: 0,1; acqua: 90,7; calorie: 24. Parte edibile: 91; calorie al lordo: 26.
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Di salute (del 06/10/2007 @ 14:37:29, in Lettera P, visto n. 1456 volte)
Il pesce è un alimento che viene consumato dall'uomo da tempo immemorabile, assieme alla carne. Negli ultimi tempi in Italia il consumo di carne è aumentato notevolmente; le preferenze vanno alla carne bovina (51 kg all'anno pro capite), mentre il consumo di pesce è nettamente inferiore (11 kg all'anno pro capite). Tuttavia dal punto di vista alimentare il pesce è un ottimo alimento. Innanzitutto i suoi grassi hanno una funzione molto importante per l'organismo umano, in particolare l'acido eicosapentaenoico. Inoltre il grasso del pesce è differente da quello contenuto nelle carni bovine e suine; quest'ultimo è infatti ricco di colesterolo, mentre quello del pesce ha la capacità di indurre una diminuzione del livello di colesterolo nel sangue ed è dunque molto utile per la prevenzione delle patologie dell'apparato cardiovascolare. Bisogna poi mettere in evidenza il fatto che il pesce è più facilmente masticabile rispetto alla carne, vantaggio non secondario specialmente nell'alimentazione degli anziani. Dunque il pesce è un ottimo sostituto della carne come fonte di proteine e può inoltre essere consumato a qualsiasi età (ai bambini può essere dato fin dal primo anno). Fresco o surgelato? - Nonostante i pregiudizi, bisogna dire che dal punto di vista alimentare il pesce surgelato ha lo stesso valore nutritivo di quello fresco, appena pescato. Chi intende consumare pesce appena pescato deve tenere presente la necessità di conservarlo in frigorifero dopo averlo lavato e privato delle interiora, in modo da ridurre il rischio sempre presente di contaminazione da inquinanti chimici, oggi purtroppo presenti in larga misura nei nostri mari, e da germi patogeni. C'è poi l'alternativa del pesce d'allevamento; in questo caso si ha un prodotto igienicamente più controllato e paragonabile a quello pescato in mare aperto. Un'ultima nota riguarda il costo di questo alimento; certamente alcuni pesci hanno un costo piuttosto elevato, soprattutto a causa della difficoltà di reperimento, ma ce ne sono altri, forse oggi troppo sottovalutati (come il pesce azzurro) che hanno costi inferiori e valore nutritivo ottimale. Valore alimentare - Possiamo suddividere il pesce in magro (fino al 3% di contenuto grasso; branzino, orata, sogliola, trota), semigrasso (fino al 10%; carpa, dentice, pesce spada) e grasso (oltre il 10%; anguilla, sgombro). Questa classificazione è importante perché l'apporto calorico del pesce dipende direttamente al contenuto in grassi. Le calorie - Di seguito riportiamo le calorie per 100 g di alimento netto per i pesci non trattati come voci singole nel manuale. Aringhe 186, bianchetti 80, carpa 140, cefalo 127, cernia 86, coda di rospo 63, dentice 101, grongo 255, lampreda 261, pagello 101, palombo 80, platessa 86, rombo 81, sarago 103, sarda 129, scorfano 82, storione 117, triglia 123.
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Di salute (del 06/10/2007 @ 14:38:22, in Lettera P, visto n. 1479 volte)
Il pesce azzurro comprende diverse varietà (acciuga, aguglia, sarda, sgombro) raggruppate in questa categoria per il colore tipico delle scaglie ventrali e laterali. Il costo è ridotto, grazie alla grande quantità di pescato, reperibile anche facilmente nei nostri mari. Questo pesce si deteriora facilmente, caratteristica che ha favorito la nascita di diversi metodi di conservazione e distribuzione (conservazione sott'olio, sotto sale, lavorazione in pasta). Il pesce azzurro ha una buona quantità di proteine e quantità variabili di grasso (da 1,05 g per 100 g dell'aguglia agli 11,1 dello sgombro). Anche l'apporto calorico è variabile, dalle 96 calorie dell'acciuga (ogni 100 g) alle 168 dello sgombro.
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Di salute (del 06/10/2007 @ 14:39:12, in Lettera P, visto n. 1389 volte)
Il pesce spada è un pesce di grandi dimensioni (fino a 4 metri di lunghezza e 5 quintali di peso) dalla composizione nutritiva simile alla carne bovina per quanto riguarda proteine (circa 20%) e grassi (circa 5%). Bisogna dire che il grasso del pesce spada si differenzia da quello della carne per l'elevata percentuale (75%) di acidi grassi polinsaturi. Nel consumo di questo pesce possono presentarsi due problemi. Il primo è correlato all'onestà di chi ce lo vende; a volte è infatti possibile acquistare un trancio di pesce che in realtà non è pesce spada, ma un altro di taglia simile. Un secondo problema è relativo all'inquinamento accumulato nei tessuti di questo animale, rischio che invece è ridotto per pesci di piccole dimensioni. D'altra parte per avere effetti negativi bisognerebbe consumare quantità di pesce spada veramente alte. Inoltre il pesce reperibile sul mercato è regolarmente sottoposto a controlli veterinari che dovrebbero garantirne l'igienicità. INFO AL. - Carboidrati: 0; proteine: 20; grassi: 5; acqua: 75; calorie: 125. Parte edibile: 98; calorie al lordo: 123.
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Titolo
Enciclopedia (1)

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