Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Sindromi che presentano sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson, ma con una precisa origine, e differenti per decorso, prognosi e terapia. Il parkinsonismo infettivo comprende quello postencefalitico (da encefalite letargica o da malattia virale dei bambini) e quello sifilitico, conseguente a sifilide cerebrale. I parkinsonismi tossici sono dovuti a esposizione lavorativa prolungata a manganese, mercurio, solfuro di carbonio o a intossicazione acuta da ossido di carbonio. Frequenti sono i parkinsonismi da farmaci neurolettici (per blocco dei recettori della dopamina), che in genere scompaiono con la sospensione della terapia o con l'assunzione di farmaci anticolinergici. Il parkinsonismo dovuto ad arteriosclerosi cerebrale colpisce l'età avanzata, ed è associato a vari altri sintomi neurologici; risponde poco alla terapia. Ricordiamo ancora un parkinsonismo post-traumatico (per esempio, in vecchi pugilatori), un parkinsonismo neoplastico, da tumori intracranici, e quadri degenerativi complessi, a prognosi sfavorevole (degenerazione nigro-striatale, sindrome di Shy-Drager).
Il parmigiano reggiano è uno dei formaggi dalla tradizione più antica ed è un autentico simbolo della cultura alimentare italiana nel mondo. Viene prodotto da ben otto secoli utilizzando le stesse metodologie; mantiene perciò lo stesso aspetto e la stessa fragranza. Infatti, già nel XIII sec. aveva raggiunto il livello di qualità attuale, certamente grazie a un’opera precedente di evoluzione e perfezionamento delle tecniche produttive. Tecniche e caratteristiche oggi riconosciute anche dalla legislazione, che dal 1955 identifica un’area ben precisa in cui si produce l’autentico parmigiano reggiano (Bologna, Mantova, Modena, Parma, Reggio Emilia), caratterizzato dal marchio omonimo.
Il parmigiano reggiano è un formaggio semigrasso ottenuto con latte parzialmente scremato, con pasta granulosa. Per produrre un chilo di formaggio vengono utilizzati ben sedici litri di latte. Le proteine presenti in gran quantità nel parmigiano grazie al processo di stagionatura si trasformano e risultano perciò più facilmente digeribili rispetto a quelle del latte vaccino da cui provengono. Anche il contenuto di vitamine e calcio è particolarmente elevato. Il parmigiano reggiano è apprezzato dai consumatori di tutto il mondo per le sue qualità, ma anche da grandi chef; Luigi Carnacina, ad esempio, l’ha definito “il formaggio completo, il formaggio re”.
Si tratta di un alimento naturale (per ingredienti e tecniche impiegati nella sua lavorazione e per i controlli in tutte le fasi produttive) che ha certamente raggiunto una maturità definitiva, grazie alla sua tradizione secolare. Può essere utilizzato in modo estremamente versatile nella preparazione delle pietanze, sia come ingrediente, sia, grattugiato, come condimento, oppure a scaglie, come nel carpaccio, ma può essere gustato anche come formaggio da tavola, magari accompagnandolo con frutta fresca o verdure. Come per il grana, particolare attenzione va però posta nel consumo continuo, a causa del notevole apporto calorico.
INFO AL. - Carboidrati: tracce; proteine: 36,0; grassi: 25,6; acqua:29,5; calorie: 374.
Detta anche paradentite, o periodontite, è un processo infiammatorio a carico del paradonto profondo. La parodontite semplice è la più frequente: decorre in forma cronica, di solito a partire da una gengivite marginale non curata, formando una tasca patologica con riassorbimento dell'osso alveolare; le gengive sono tumefatte e facilmente sanguinanti; in seguito si ha il riassorbimento osseo e, se non curata, la distruzione del supporto parodontale e il vacillamento dei denti interessati. La parodontite complessa è caratterizzata da distruzione ossea verticale e profonde tasche; la sintomatologia è tipicamente infiammatoria, e spesso sono presenti ascessi gengivali; la terapia tende a eliminare le tasche patologiche e a ripristinare la morfologia e la funzionalità del parodonto. Le parodontiti apicali sono invece processi di tipo distrofico o infiammatorio a carico dei tessuti intorno all'apice della radice. Si distinguono una parodontite apicale acuta (sierosa o purulenta) e una parodontite apicale cronica (essudativa o granulativa); la terapia di queste forme è medica, mediante somministrazione di antibiotici, oppure chirurgica, mediante apicectomia.
Sinonimo di gengivopatia è un processo patologico a carico della gengiva, anche detta parodontopatia marginale. Può colpire solo la papilla (papillite), il margine libero (gengivite marginale), il complesso gengivale (pangengivite) o essere di tipo produttivo iperplastico, localizzata a un settore ben delimitato e circoscritto dell'arcata alveolo-dentaria (epulide).
Affezioni morbose a carattere progressivo, a carico dei tessuti del parodonto. L'origine si può ascrivere a fattori locali (placca batterica, tartaro, infezioni, traumi) e generali (disendocrinie, emopatie, carenze vitaminiche o proteiche o minerali, tossicosi ecc.). Si distinguono parodontopatìe superficiali (gengiviti) e profonde (parodontiti e parodontosi). La terapia è locale, protesica e ortodontica, o chirurgica.
Processo distrofico dei tessuti del parodonto, con atrofia progressiva dell'apparato sospensore del dente; sono quasi assenti i fenomeni infiammatori. La forma più comune di parodontosi è l'atrofia senile, in cui la gengiva è consistente, rosa pallido, e viene riassorbita insieme all'osso, a cui resta aderente; i denti rimangono fissi fino ai gradi più avanzati della parodontosi; al vacillamento si accompagna un'evoluzione in parodontite. L'unica terapia è la prevenzione delle forme infiammatorie.
Antibiotico aminoglicosidico antiamebico e antibatterico ad ampio spettro d'azione, indicato per l'azione topica a livello intestinale. Viene somministrato per via orale, ed è ben tollerato, perché non è assorbito. Può determinare comunque disturbi intestinali (diarrea).
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