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Studio in profondità del bulbo oculare
Si effettua con una speciale sonda collegata ad un ecografo e consente lo studio ultrasonografico delle strutture interne del bulbo oculare e dell’orbita.
E’ indispensabile in quelle patologie del bulbo nelle quali, a causa di opacità delle strutture anteriori (cornea, cristallino) non è possibile vedere le strutture oculari più interne come la retina od il corpo vitreo. E’ inoltre di grande aiuto nello studio delle patologie che coinvolgono le strutture orbitarie.Esistono diverse tecniche ecografiche (A-Scan, B-Scan, UBM).
Di Admin (del 23/06/2007 @ 13:32:34, in Lettera E, visto n. 1911 volte)
tecnica diagnostica basata sull’impiego di ultrasuoni. Con una sonda appoggiata sulla pelle si invia un fascio di ultrasuoni verso le strutture corporee da esaminare. In relazione alla densità dei tessuti attraversati, gli ultrasuoni vengono variamente riflessi, raccolti dalla stessa sonda emettitrice ed elaborati dall’apparecchio in un’immagine su monitor. In tal modo è possibile discriminare raccolte solide o gassose, o analizzare finemente alterazioni di struttura degli organi solidi. A seconda della diversa analisi spaziale e temporale offerta dall’apparecchio, si distinguono l’ecografìa „A Mode“, di prevalente impiego in cardiologia, e l’ecografìa bidimensionale o „B Mode“, di più ampia utilizzazione, per esempio, nell’esame degli organi addominali. L’avvento dell’ecografìa ha consentito di avere a disposizione uno strumento diagnostico maneggevole, non invasivo e soprattutto sicuro e sufficientemente preciso. Attualmente il campo d’applicazione dell’ecografìa è vastissimo: dall’esame di organi addominali quali fegato, milza, pancreas, reni e vie urinarie, linfonodi, vescica, prostata, ovaio, alla ricerca di raccolte liquide, cisti, processi degenerativi, infiammatori o tumorali in grado di alterare l’ecostruttura normale del tessuto. Sotto la guida dello strumento possono essere effettuate biopsie profonde. L’ecografìa permette inoltre di effettuare indagini su strutture più superficiali quali tiroide, paratiroide, testicolo e mammella, con analoghi intenti diagnostici. Grazie al principio fisico dell’effetto doppler, l’ecografìa viene utilizzata nello studio delle affezioni dei vasi sanguigni (vedi anche doppler). La diagnosi ecografica è applicabile anche alle malattie cerebrali del feto e del neonato. Per l’assoluta assenza di rischi per la madre e il feto l’ecografìa è ampiamente utilizzata nel monitoraggio della gravidanza normale e patologica.
Sigla di elettrococleografia. Tecnica diagnostica indicata per i disturbi dell'udito che registra le risposte encefaliche a uno stimolo acustico a livello della chiocciola e dei neuroni di primo ordine (i primi della via nervosa). Fornisce informazioni sulla funzione del recettore periferico e presenta un'alta affidabilità, dal momento che non dipende dalla collaborazione del soggetto.
Questo esame permette di valutare la funzionalità delle vene delle gambe. Si evidenziano elementi quali incontinenza, reflusso (flusso di sangue in senso inverso al normale) e presenza di trombi (ostruzioni) venosi superficiali o profondi. Le vene degli arti inferiori sono deputate al drenaggio dei liquidi dalle estremità degli arti stessi verso il cuore. La patologia che con maggior frequenza può interessarle è l’insufficienza venosa o l’incontinenza (l’incapacità delle vene a drenare il sangue verso l’alto) che si manifesta con gambe gonfie, edematose e vene varicose. Ad essa si aggiunge la tromboflebite (infiammazione della vena e sua ostruzione) che trova un fattore di rischio importante proprio nell’insufficienza venosa.
Serve riscontrate varici, teleangectasie (capillari dilatati) e gonfiore dell’arto. A completamento della valutazione, l’ EcocolorDoppler Venoso degli Arti Inferiori consente di stabilire sia la pervietà dei vasi venosi superficiali e profondi (assenza di sangue coagulato all’interno o trombo) che la continenza delle vene. Ovvero, la corretta funzione della parete del vaso e delle valvole poste al suo interno, le quali insieme agiscono convogliando il sangue verso il cuore.
Sindrome che si manifesta con un accesso convulsivo di tipo epilettico in donne incinte o che hanno partorito da poco. E' una situazione grave che richiede ricovero ospedaliero e terapia intensiva.
Verme cestode molto piccolo, di lunghezza che va da 2 a 6 millimetri; è costituito solamente da tre proglottidi, di uno scolice posto alla testa dotato di quattro ventose e di un rostro centrale, posto sulla punta dello scolice, dal quale si dipartono dai 28 ai 50 uncini. Le sue uova non si distinguono facilmente da quelle di altre specie di tenie e misurano dai 32 ai 36 micrometri.Nell'adulto, nell'ospite definitivo (cane, lupo), e nella forma larvale, nell'ospite intermedio (erbivoro e accidentalmente altri animali o esseri umani), è causa di echinococcosi.
Vive nell'intestino del cane e con lo scolice (il capo) si attacca alla parete intestinale; in un solo individuo se ne possono trovare decine. È formato da scolice (armato), collo e tre proglottidi: una immatura, una matura e una gravida. Le proglottidi si rinnovano man mano e quelle gravide si distaccano e sono eliminate attraverso le feci.Il parassita è ingerito accidentalmente per mezzo di alimenti contaminati dalle larve, contenute in capsule che insieme ai succhi gastrici vengono sciolte e penetrano nel sangue a livello dell'intestino. Tramite il circolo poi si diffondono e vanno a incistarsi in zone vascolarizzate, causando cisti idatidee. Le cisti più comuni vengono sviluppate nel fegato e nei polmoni, con misure anche fino a 20 cm di diametro e anche maggiori, se incistate nella cavità addominale. All'interno delle cisti si formano numerosi protoscolici, da cui si svilupperanno nuovi parassiti. Il ciclo è completo quando il cane ingerisce cisti contenute nella carne e nelle frattaglie di animali infetti.
Le cisti possono essere eliminate attraverso asportazione chirurgica o svuotate per via percutanea. Il liquido contenuto, allergenico, può entrare in contatto in modo accidentale con l'ospite a causa della rottura della cisti e provocare reazioni allergiche fino anche alla morte. La parassitosi può diffondersi anche nei Paesi sviluppati, ma è più frequente nei Paesi dediti alla pastorizia. La prevenzione più comune consiste nell'igiene nel contatto con i cani e ell'evitare di somministrare a questi frattaglie o carne cruda o poco cotta.
Malattia tropicale (malattia di Medina) parassitaria causata dal verme Dracunculus Medinensis presente nelle zone tropicali.
La malattia si contrae bevendo acqua contaminata dalle larve dei vermi veicolate dai Crostacei presenti in quelle acque.
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