Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Fuoriuscita dall'ano della parete anteriore del retto prolassato spinta dalle anse intestinali. Nelle forme lievi questo avviene solamente con lo sforzo per l'evacuazione. Nelle forme più gravi il retto tende a fuoriuscire costantemente dal margine anale causando incontnenza fecale, infiammazione della parete rettale, ulcerazioni e sanguinamento. La terapia, nelle forme più gravi è chirurgica.
Accumulo di liquido nei setti alveolari e negli spazi extracellulari del parenchima polmonare, associato a congestione e dilatazione dei capillari del circolo polmonare. Il liquido, così interposto fra aria alveolare e sangue capillare, provoca un'alterazione della meccanica polmonare e della diffusione dei gas respiratori; le conseguenze sono: difficoltà all'espansione della gabbia toracica e allo scambio di ossigeno e anidride carbonica. Può determinare insufficienza respiratoria acuta, anche letale. In virtù dell'energia gravitazionale, il liquido edematoso viene disposto nei segmenti polmonari inferiori a paziente seduto, mentre in posizione reclinata viene raccolto nei segmenti dorso-posteriori. Nel caso la petologia sia avanzata, si osserva il progressivo ingombro dell'albero respiratorio da parte del trasudato fino all'emissione attraverso la bocca del paziente di un liquido schiumoso rosato, composto dal fluido edematoso mescolato ad aria e sangue. Il quadro patologico comprende tosse, dispnea intensa, cianosi, espettorato schiumoso, ipotensione sistemica associata ad aumento della frequenza cardiaca fino al collasso cardiocircolatorio. La causa più frequente è costituita da una insufficienza cardiaca del ventricolo sinistro, che genera un ristagno di sangue nei polmoni, insieme ad un aumento della pressione nei capillari e travaso di trasudato negli spazi extracellulari. Possono provocare edema polmonare acuto l'embolia polmonare, allergie sistemiche, shock, inalazione di gas tossici, sovraccarico venoso per eccessiva introduzione di liquidi per via endovenosa, in particolar modo in soggetti con disfunzioni renali, la permanenza senza acclimatizzazione a notevoli altitudini. La terapia consiste nella somministrazione di diuretici per via endovenosa, morfina, di ossigeno ed eventualmente digitalici.
Sinonimo di papilla da stasi, costituisce un'alterazione della papilla ottica, che all'esame del fondo dell'occhio si presenta congestionata e sollevata, con i bordi sfumati. Si presenta quindi come un rigonfiamento delle fibre gangliari originato dall'aumento della pressione endocranica che investe il punto di connessione tra il nervo ottico e l'occhio, detto papilla.
Può avere origine da diversi fattori, come l'incremento della massa encefalica, un'insufficienza vascolare che dà un quadro di ischemia e conseguente rallentamento del flusso assoplasmatico, oppure da una infiammazione (papillite) della papilla ottica, conseguente ad una infezione (batterica, virale, parassitaria) della papilla.
Rappresenta frequentemente anche una complicanza del diabete: a causa delle variazioni del coefficiente di filtrazione, aumenta la probabilità di ostruzioni dei capillari retinici, insieme ad un aumento della pressione idrica all'interno dell'occhio.
l'edema papillare può essere localizzato, ad esempio in seguito a neoplasie, o generalizzato, ad esempio in seguito a trauma.Rappresenta anche uno dei segni caratteristici dell'encefalopatia acuta da piombo inorganico, associata a stato confusionale, vomito a getto e agitazione psicomotoria.
Edema che investe la porzione anteriore dell'epiglottide, le pliche ariepiglottiche, le aritenoidi e la regione epiglottica e, in minor misura, le corde vocali. I sintomi iniziali sono senso di costrizione alla gola, grave sofferenza respiratoria o stridore laringeo; può portare alla chiusura completa delle vie respiratorie. Può anche costituire una manifestazione allergica e si può verificare anche in corso di shock anafilattico o di reazioni angioneurotiche come l'edema di Quincke. Rappresenta uno dei principali sintomi dell'epiglottite acuta e della laringite acuta epiglottica infantile. La terapia consiste nella somministrazione di antibiotici, nei casi infettivi da Haemophilus influenzae, mentre prevede cortisonici, antistaminici, adrenalina e assistenza respiratoria, associati ad eventuale tracheotomia, in nelle manifestazioni allergiche e nello shock anafilattico.
Grave alterazione del sistema nervoso centrale (encefalo) caratterizzata da accumulo di liquidi negli spazi interstiziali dei tessuti encefalici e conseguente compressione e ipertensione endocranica. L'edema cerebrale costituisce un'alterazione macroscopica aspecifica del tessuto nervoso encefalico, che si presenta nel corso di svariate situazioni patologiche, di diversa natura: encefalopatie traumatiche, anossiche, dismetaboliche, tossiche; trombosi; apoplessia. Tipico è poi l'edema cerebrale che circonda i tumori, soprattutto maligni a rapido accrescimento.L'accumulo di fluidi interstiziali è collegato al profondo sovvertimento dei normali meccanismi di autoregolazione che operano dentro la scatola cranica e che garantiscono il costante mantenimento di una giusta pressione del liquido cefalorachidiano. In situazioni patologiche, diversi meccanismi concorrono ad alterare questo delicato equilibrio,specialmente la perdita di permeabilità selettiva della membrana cellulare; il blocco dei meccanismi capaci di trasportare attivamente le varie sostanze attraverso le membrane, in modo indipendente dai gradienti di concentrazione (pompa del sodio, del calcio); l'accumulo di sostanze e metaboliti tossici; le alterazioni del pH liquorale; la carenza di neurotrasmettitori fisiologici e la presenza di neurotrasmettitori patologici. In seguito all'accumulo di liquido il tessuto nervoso va incontro a gravi fenomeni compressivi che causano, a loro volta, un ulteriore deterioramento funzionale, ostacolando la normale perfusione sanguigna. Il fenomeno è tanto più rilevante per l'inestensibilità della scatola cranica, che può consentire solo minime variazioni del volume del suo contenuto. Il fenomeno dell'edema cerebrale e la sua importanza clinica hanno acquistato una particolare rilevanza da quando, attraverso l'esame tomografico computerizzato (TAC cerebrale), si può mettere in luce la frequenza dell'evento e la sua gravità (manifestazioni tipiche sono la pressoché totale obliterazione delle cavità ventricolari, di norma ben visibili all'interno della massa encefalica, e lo spostamento delle strutture adiacenti da "effetto massa"). In diverse situazioni di coma, anche grave, l'unica alterazione morfologica riscontrabile è costituita dall'edema cerebrale.La terapia dell'edema cerebrale consiste essenzialmente sulla somministrazione di farmaci in grado, attraverso diversi meccanismi, di abbassare la pressione endocranica; in particolare vengono impiegati i diuretici osmotici (mannitolo, glicerolo), i diuretici che agiscono sull'ansa di Henle, i corticosteroidi, i barbiturici e altri sedativi. Fondamentale è, nel trattamento dell'edema cerebrale, il mantenimento di un'adeguata pressione sanguigna e di una sufficiente ossigenazione del sangue. Nei centri di terapia intensiva, per il controllo della cura e dell'andamento clinico è impiegata la misurazione diretta della pressione endocranica (pressione intracranica) mediante introduzione di un sottile catetere nello spazio ventricolare.
Condizione in cui si manifesta una quantità di liquido superiore alla norma negli spazi interstiziali dei tessuti e che causa un anomalo rigonfiamento degli organi o delle regioni interessate, a cui fanno seguito alterazioni delle caratteristiche dei tessuti colpiti e della composizione del sangue, il quale è privato di parte della componente liquida. L'edema può avere origine sia dalla pressione all'interno dei capillari (stasi di origine cardiaca, compressione del distretto venoso a valle), sia da un ostacolo alla circolazione linfatica, sia da un'aumentata permeabilità capillare (edema in corso di infiammazione o di reazioni allergiche come ad esempio l'edema di Quincke), sia da una diminuzione della pressione oncotica del plasma (in corso di ipoalbuminemia).
Lesioni cutanee simili a eczema che insorgono come conseguenza di altre dermatosi, a causa di un meccanismo d'irritazione cutanea diretta, o per una vera e propria sensibilizzazione allergica dovuta a grattamento prolungato o a trattamenti locali errati. L'eczematizzazione può verificarsi nella scabbia, nelle micosi, nelle piodermiti, nella psoriasi ecc.
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