Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Traumi causati dall'azione del fulmine o da correnti elettriche industriali. Nel primo caso portano quasi sempre alla morte, a causa dell'alta tensione scaricata e il forte sviluppo di calore, che provoca gravi ustioni, fino all'incenerimento. Un fulmine che cada vicino può ad esempio causare uno spostamento d'aria così forte da essere causa di morte. I danni da correnti industriali variano in base alla tensione, alla durata del contatto, alla resistenza offerta dal corpo e dei punti di ingresso e uscita della scarica. La morte può verificarsi per arresto cardiaco o respiratorio, dovuto all'azione sul sistema nervoso centrale. Nel punto di contatto si presentano ustioni per correnti ad alta tensione, e una lesione simile a una bolla (marchio elettrico) per basse tensioni. Il primo soccorso in caso di folgorazione consiste nell'assicurare l'attività cardiorespiratoria con le classiche manovre di rianimazione (respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco). I soccorritori devono a loro volta prestare estrema attenzione per evitare di rimanere a loro volta folgorati.
Forma morbosa caratterizzata da ipertrofia della cute e del tessuto cellulare sottocutaneo, con edema cronico, infiammazioni croniche e ripetute dei vasi sanguigni e linfatici, erisipela. All'origine dell'elefantìasi può esserci un impedimento della circolazione linfatica o venosa, oppure un'infezione streptococcica. La conseguenza è un aumento di volume di tutte le regioni colpite. Due sono le sedi in cui si manifesta l'elefantìasi: l'arto inferiore e gli organi genitali esterni. L'arto colpito, a causa delle sfavorevoli condizioni circolatorie, prende una forma a colonna o a zampa d'elefante (da qui il nome. Nella zona degli organi genitali esterni, l'elefantiasi, comune nei paesi orientali, insorge con ipertrofia di tutti gli elementi dello scroto, soprattutto del connettivo. I testicoli e il cordone deferente appaiono illesi, mentre il pene quasi scompare in una specie di depressione imbutiforme. In questo caso, si interviene con terapia chirurgica.
É una tecnica ecografica avanzata in grado di riconoscere il tipo di lesione caratterizzandone la tipologia istologica.
Si utilizza nella diagnosi dei noduli tiroidei, delle lesioni prostatiche e di quelle della ghiandola mammaria e in qualche lesione a carico del feagato, in particolare nelle epatopatie di tipo cronico.
Il principio su cui si basa è legato alla capacità che i tessuti hanno di rspondere differentemente alla compressione esercitata della sonda attraverso la cute, tale differenza di segnale ecografico restituito è legato alla composizione anatomo-istologica della lesione studiata.
Attraverso sofisticati software applicati all’apparecchiatura, il segnale diverso di compressione-deformabilità dei tessuti patologici viene letto in diversità di colori che appaiono sul monitor dell’operatore.
Malattia di tipo eredo-familiare, che consiste nella degenerazione del tessuto elastico della retina.
Rottura spontanea di fibre elastiche a causa diipoplasia e fragilità del tessuto elastico, con sfiancamento di pareti vasali, flaccidità della pelle, ecc.
Detta anche cutis laxa, o dermatolisi), è una rara sindrome ereditaria caratterizzata da cute estensibile ma non elastica, di colorito a standard, che non aderisce ai piani profondi. Investe tutta la superficie cutanea e anche alcuni degli organi interni. Insorge alla nascita o dopo qualche anno e si accentua con il passare del tempo a tal punto che la cute appare cascante, fino a formare pieghe che seguono le linee di clivaggio.
Sostanza proteica del tessuto connettivo. È fortemente concentrata nei legamenti e nella parete dei grossi vasi arteriosi, ai quali conferisce elasticità e distensibilità.
L'elastina è costituita principalmente dagli amminoacidi glicina, valina, alanina e prolina. A livello strutturale, è formata da molte molecole di tropoelastina (ad alfa-elica), idrosolubile e con massa molecolare di circa 70.000 dalton, associate da legame covalente formatosi in seguito a reazione catalizzata da lisil ossidasi. Il prodotto finale è costituito da un voluminoso composto insolubile con resistenti legami crociati di lisina.
Desmosina e isodesmosina sono amminoacidi rari, contenuti entrambi nell'elastina.
La perdita di elastina a livello dei setti interalveolari polmonari è alla base della diminuzione dell'elasticità tipica dell'enfisema polmonare.
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