Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Emorragia che avviene all'interno del midollo spinale, solitamente confinata alla sostanza grigia. Viene provocata perlopiù dalla rottura di piccole malformazioni vascolari, oppure da traumi (caduta sulle natiche, tuffi in acqua troppo bassa ecc.). Successivamente alla comparsa di violenti dolori alle vertebre, il quadro clinico, variabile secondo la sede e l'estensione, presenta paralisi, anestesia, disturbi vegetativi e sfinterici (sindrome da sezione midollare). Il tessuto nervoso che viene sottoposto alla sola compressione può recuperare la sua funzionalità, mentre quello sottoposto anche a stiramento e torsione, come nel classico “colpo di frusta” della colonna cervicale dovuto a forte tamponamento in vettura, subisce processi degenerativi e distruttivi, provocando un danno permanente (paraplegia degli arti inferiori nelle lesioni basse e tetraplegia, cioè paralisi dei quattro arti, a livello cervicale). L'ematomielia al di sopra della quinta vertebra cervicale è in genere fatale per compromissione del centro respiratorio bulbare (morte del paracadutista). La terapia è sintomatica (roentgenterapia, antibiotici, fisioterapia)ma spesso l'ematomielìa deve essere trattato chirurgicamente.
Stravaso di sangue nello spazio subdurale, tra dura madre ed encefalo, causato da trauma cranico; ne vengono distinte una forma acuta e una cronica. La prima si presenta in seguito a violenti traumi cranici fratturantied è localizzata spesso sulla convessità degli emisferi, accompagnato da focolai lacero-contusivi cerebrali. Dopo un breve stato commotivo, a cui segue un breve intervallo libero, si entra nel periodo di stato, con sintomi come cefalea, vomito, sonnolenza, e poi coma, midriasi, emiparesi e crisi convulsive. Spesso i sintomi presentano un'evoluzione fluttuante. La raccolta ematica è evidenziata dall'angiografia e dalla TAC. La terapia è chirurgica ed è costituita dallo svuotamento dell'ematoma. La prognosi è riservata. L'ematoma subdurale cronico colpisce in particolar modo gli uomini anziani, soprattutto se alcolisti e arteriosclerotici, in genere dopo un trauma minimo. Ha sede sulla convessità emisferica in regione fronto-parietale, spesso è bilaterale. Dopo un intervallo libero, che può durare tra 3-4 settimane e 1-2 anni, si ha il periodo di stato, con cefalea gravativa, vertigini, turbe dell'equilibrio, disturbi psichici variabili, sintomi di ipertensione endocranica (cefalea, vomito, papilla da stasi), disturbi motori (sintomatologia analoga a quella di un tumore emisferico). L'ematoma subdurale cronico è mortale se non si interviene chirurgicamente, ma l'esito è in genere buono nel caso l'intervento è precoce. Non sono però rari postumi permanenti, come paresi e decadimento demenziale causati dalla lunga compressione cerebrale.
Detto anche extradurale, è la raccolta di sangue tra la dura madre e la teca cranica, più spesso in sede temporo-parietale, che ha origine da fratture tali da ledere l'arteria meningea media o uno dei suoi rami. Dopo i primi disturbi, come nel caso della commozione cerebrale, fa seguito un breve intervallo libero da sintomi, dopo il quale si presentano i sintomi dell'ipertensione endocranica (periodo di stato), con evoluzione rapida verso il coma, l'ipertermia, l'ipertensione arteriosa e disturbi neurologici che lasciano poi il posto a una caduta della pressione con midriasi, disturbi del respiro e, infine, morte. La TAC e l'arteriografia sono dimostrative. La prognosi varia a seconda della tempestività della terapia chirurgica e dal grado di alterazione del tessuto cerebrale.
Raccolta di sangue all'interno di un tessuto, con formazione di un coagulo. I fattori che possono causare un ematoma sono molteplici e tra i più frequenti ci sono i traumi. Le malattie emorragiche, soprattutto quelle da alterazione dei fattori della coagulazione, possono caratteristicamente presentare ematomi tra i segni clinici (per esempio, emofilia). In conseguenza della rottura dell'aorta, di solito provocata da malattie preesistenti del vaso, possono formarsi ematomi di grandi dimensioni nel mediastino o retroperitoneali. Tra le altre cause, troviamo la rottura patologica di alcuni vasi già alterati da eventi morbosi (infezione, tumori, aneurismi); disordini della coagulazione ematica (piastrinopenia, emofilia); terapie con anticoagulanti; interventi chirurgici (ematoma delle ferite chirurgiche. L'ematoma può interessare ogni struttura corporea e la sua gravità dipende più dalla grandezza che dalla sede in cui si sviluppa. Un piccolo ematoma della regione sottoungueale, ad esempio, si limiterà a dare una sintomatologia dolorosa. Un ematoma epatico presenteràuna sintomatologia imponente e avrà bisogno di un intervento complesso. Se l'ematoma non si risolve spontaneamente, come nel caso di coinvolgimento di vasi arteriosi o comunque di un certo diametro e quindi poco predisposti ad una emostasi spontanea, allora l'ematoma può mano a mano aumentare di volume. Le conseguenze possono essere la compressione dei tessuti contigui o la loro lacerazione (rottura di un ematoma sottocapsulare splenico o epatico con inondazione della cavità peritoneale).Una complicazione grave è rappresentata dall'infezione ed ascessualizzazione dell'ematoma. Talora nella sua risoluzione l'ematoma si trasforma in una fibrosi dei tessuti che è particolarmente noiosa a livello muscolare o sottocutaneo per la presenza spesso di calcificazioni patologiche nel contesto del tessuto.Per quanto riguarda la terapia, gli ematomi di scarsa entità guariscono spontaneamente, mentre quelli più estesi e profondi possono richiedere il trattamento chirurgico.In alcuni casi basta un semplice svuotamento dell'ematoma (eventualmente sotto guida ecografica) che va effettuato in ambiente e modalità rigorosamente asettiche, soprattutto quando si opera su strutture o organi interni. Nei casi di evoluzione in fibrosi del tessuto colpito dall'ematoma, specie a livello muscolare e sottocutaneo, possono verificarsi delle calcificazioni che causano dolore ed indurimento dei tessuti. In questi casi è necessario un trattamento incruento di terapia con onde d'urto che in poche sedute risolve generalmente il problema.
L'ematologia è una branca della medicina interna che si occupa del sangue e degli organi che formano il sistema emopoietico. L'ematologo studia le cause, la diagnosi, il trattamento, la prognosi e la prevenzione delle malattie del sangue. Lo studio delle malattie del sangue è strettamente legato allo studio di forme cliniche maligne quali leucemie e dei linfomi. Il settore interdisciplinare che si occupa di queste forme cliniche si chiama oncoematologia.Altri settori dell'ematologia riguardano: lo studio delle malattie dei globuli rossi e del metabolismo del ferro (anemie e policitemie); la coagulazione del sangue e i suoi disturbi come l'emofilia e la porpora;i difetti dell'emoglobina (emoglobinopatie);lo studio delle trasfusioni e delle tecniche trasfusionali;
lo studio del midollo osseo e dei trapianti di midollo.
Valore, espresso in percentuale, della parte di sangue occupata dai globuli rossi. È un indice molto importante nella valutazione di un eventuale stato anemico, poiché in tal caso il valore dell’ematòcrito risulta diminuito.
Accumulo di sangue mestruale all'interno della vagina per impossibilità di deflusso all'esterno. L'ematocolpo può avere natura congenita (imperforazione dell'imene, alterazioni della vagina) o acquisite (lesioni per parto difficile, traumi).
Raccolta di sangue in vagina. Si ha all’epoca delle prime mestruazioni (menarca) in presenza dell’imperforazione dell’imene (ginatresia). I sintomi consistono in dolori talvolta intensi, senso gravitativo locale, assenza dei flussi. Stessa causa dell’ematocolpo ha l’ ematocolpometra, accumulo di sangue in vagina e nell’utero. La raccolta di sangue nella sola cavità uterina è l’ ematometra, le cui cause, oltre che congenite (imperforazione dell’imene), possono essere acquisite (stenosi od obliterazione cicatriziale del collo e dell’ostio uterino). I sintomi, oltre all’assenza dei flussi mestruali, consistono nei dolori, talora molto intensi (coliche uterine) e nell’aumento di volume dell’utero. La treapia è chirurgica.
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