Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Organo pari dell'apparato genitale femminile in cui si formano le cellule riproduttrici femminili. L'ovaio è un organo ghiandolare che, sotto la stimolazione degli ormoni ipofisari, elabora gli estrogeni e il progesterone che, con la loro azione alternativa, regolano le varie fasi del ciclo mestruale. Le due ovaie sono situate nella cavità pelvica e hanno forma simile a una grossa mandorla, rugosa nella donna adulta (perché costellata di cicatrici dovute alla fuoriuscita dei follicoli oofori e alla formazione dei corpi lutei), liscia in età prepubere, con dimensioni variabili secondo l'età e il periodo fisiologico. Alla nascita, nell'ovaio sono presenti alcune centinaia di migliaia di follicoli che sin dai primi giorni di vita incominciano a regredire tanto che alla pubertà ne restano circa 5-7000; solo una parte di questi andrà a maturazione.
L'ovario ha una duplice irrorazione:
Arteria ovarica: che origina dall'aorta discendente in prossimità della seconda vertebra lombare.
Rami ovarici dell'arteria uterina.
Le vene ovariche sono riunite in un plesso pampiniforme che a destra si scarica nella vena cava inferiore, a sinistra raggiunge la vena renale. L'innervazione è costituita prevalentemente da fibre simpatiche, tuttavia sono presenti anche fibre parasimpatiche e sensitive.
Piccola depressione della parete pelvica, in cui trova posto l'ovaio.
Asportazione di un ovaio, di solito associata all'asportazione della tuba omolaterale.
Asportazione chirurgica dell'ovaio e della tuba; può essere mono- o bilaterale.
Infiammazione dell'ovaio; in genere si diffonde alla tuba vicina, originando così l'ovariosalpingite o l'annessite.
Può presentarsi in maniera acuta o cronica, da un solo lato o da entrambi, è causata quasi sempre da infezioni batteriche, che giungono in sede tramite il sangue o la linfa.
L'ovarite si manifesta con dolori nella zona inguinale che tendono a irradiarsi verso la gamba, febbre anche elevata, vomito e compromissione dello stato generale, questo per l'acuta, la cronica invece presente gli stessi sintomi ma in maniera molto più attenuata.
La diagnosi si effettua con la visita medica, l'anamnesi generali, lo studio dei sintomi e l'individuazione del batterio.
La terapia è farmacologica, a base di antibiotici e sulfamicidi, quando questo non da risultati degni di nota, si ricorre all'intervento chirurgico.
Assunzione di un dosaggio eccessivo di sostanza stupefacente.
La più comune e conosciuta è quella da eroina, i cui sintomi sono: depressione respiratoria, con respiro lento, superficiale, irregolare; miosi; diminuzione della pressione e della frequenza cardiaca, fino al sopraggiungere di tachicardia da shock; coma. Può portare a morte, se non si interviene tempestivamente somministrando sostanze antagoniste (naloxone, naltrexone).
Sovente l'overdose è conseguenza della ripresa dell'uso di stupefacenti dopo una terapia disintossicante: la disassuefazione dell'organismo implica questa reazione a dosi di sostanza precedentemente ben tollerate. Altre volte si tratta di errore nel dosaggio, dovuto alla variabilità del principio attivo presente nell'eroina del mercato illegale.
Ciascuno dei due condotti dell'apparato genitale femminile che mettono in comunicazione le ovaie con l'utero, consentendo il passaggio dell'uovo (detti salpingi o tube uterine).
|