Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Indebolimento delle ossa che appaiono meno rigide a causa di un difetto della deposizione di calcio e fosforo sulla matrice organica del tessuto osseo. Nella regolazione del normale equilibrio di questi elementi, svolge un'importante funzione la vitamina D. Quindi un suo deficit, dovuto a un'insufficiente introduzione con gli alimenti, o a scarsa esposizione alla luce del sole, o a disturbi renali cronici, o all'assunzione per lunghi periodi di alcuni farmaci (per esempio terapia anticonvulsivante), rappresenta la causa principale dell'osteomalacia. Attualmente è frequente soprattutto negli anziani che tendono a sfuggire la luce del sole e spesso hanno un'alimentazione incompleta. Nel bambino, oggi rara, prende il nome di rachitismo. I sintomi sono dati da dolori ossei (specie all'ultima porzione della colonna vertebrale e al bacino), da debolezza muscolare, che può rendere difficili certi movimenti, quali alzarsi dalla sedia o dal letto. Sono frequenti anche le fratture spontanee, cioè quelle non provocate da traumi. La terapia si basa sulla somministrazione di vitamina D. I soggetti in cura devono essere tenuti costantemente sotto controllo per evitare un sovradosaggio di vitamina D, che può causare disturbi addominali, dimagrimento, debolezza, irritabilità, cute secca e desquamata.
Processo infettivo dell'apparato osteo-articolare che riguarda simultaneamente l'osso e il midollo osseo, provocato da batteri piogeni (cioè quelli che determinano la produzione di pus). Ne esistono forme acute e forme croniche. Le prime sono causate in genere da Staphylococcus aureus e colpiscono soprattutto bambini e adolescenti. Si localizzano più spesso alla spalla e al ginocchio. Generalmente i microrganismi provengono, attraverso il circolo sanguigno, da un foruncolo, da una tonsilla infetta o dalla contaminazione in caso di fratture esposte ecc. Tali forme compaiono all'improvviso con febbre, dolore intensissimo e riduzione dei movimenti del segmento colpito.
La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici, analgesici e sull'immobilizzazione, con apparecchio gessato, per 10-15 giorni.
In alcuni casi l'osteomielite può cronicizzarsi: il trattamento consiste allora nell'asportazione chirurgica del tessuto infetto. Esistono anche forme croniche sin dall'inizio, con evoluzione molto lenta e sintomi meno acuti. L'osteomielite cronica è una complicanza temibile delle fratture esposte, che devono essere trattate in ambiente chirurgico nel più breve tempo possibile.
Complesso delle lamelle ossee disposte concentricamente attorno a un canale di Havers, costituito in modo da garantire all'osso particolare resistenza.
Morte del tessuto osseo, dovuta a insufficiente apporto di sostanze nutritizie attraverso il circolo sanguigno, o a grave danneggiamento provocato da un trauma o da un'infezione. Si manifesta come un'area di rarefazione dell'osso, che delimita un frammento di osso compatto, il quale rimane così isolato (prende il nome di sequestro osseo).
Questo frammento osseo può essere con il tempo eliminato spontaneamente attraverso una fistola.
Riduzione della massa ossea al di sotto dei livelli normali. E' causata da un'inadeguata sintesi di matrice osteoide. Si considera come uno stadio iniziale di osteoporosi, che si manifesta quando c'è evidenza di fratture.
L'osteopenia si presenta spesso negli anni successivi alla menopausa, ma può presentarsi anche in giovane età quando l'osso non raggiunge la sua robustezza ottimale a cuasa di carenze alimentari.
Processo flogistico che interessa sia l'osso sia il periostio, cioè la membrana connettivale che lo avvolge.
Può essere di natura microbica, e instaurarsi quindi nel corso di malattie infettive generali (tifo, sifilide), micotica (actinomicosi, sporotricosi ecc.) o tossica (intossicazioni da mercurio, fosforo, arsenico).
In genere l'infezione del periostio è secondaria alla flogosi dell’osso.Si manifesta con dolore intenso, gonfiore della zona interessata e febbre accompagnata da brividi.
Detta anche malattia delle ossa di marmo o malattia di Albers-Schönberg, consiste nella crescita eccessiva dell'osso, che appare più duro del normale (osso sclerotico).
Si ha un abnorme ispessimento dello strato esterno dell'osso e, progressivamente, l'osso neoformato tende a riempire la cavità interna normalmente occupata dal midollo. Ciò nonostante, lo scheletro è fragile e si verificano spesso fratture.
Si tratta di una malattia ereditaria, presente sin dalla nascita, che si aggrava col tempo.
Il progressivo riempimento dei canali midollari provoca disturbi collegati al deficit delle cellule del sangue, soprattutto anemia (il midollo osseo è la sede di produzione di queste cellule). Altri sintomi sono legati alla compressione di nervi nei punti in cui questi attraversano i canali ossei (con conseguenti cecità, sordità, paralisi ecc.).
Per quanto concerne la terapia nel 1997 Ballet et al. ottennero un significativo miglioramento delle alterazioni ossee di un bambino con osteopetrosi tramite l'infusione di midollo osseo di un fratello HLA identico. Da allora il trapianto di midollo osseo ha rappresentato una strategia terapeutica efficace e duratura in questi soggetti.
In caso di complicanze nei bambini, i pazienti possono essere trattati con vitamina D, ma anche l'interferone gamma è stato dimostrato essere efficace e può essere associato alla vitamina D, mentre l'eritropoietina è stata usata per trattare qualsiasi anemia associata.
I corticosteroidi possono alleviare sia l'anemia che stimolare il riassorbimento osseo.
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