Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Si definisce enterocele la protrusione o erniazione del piccolo intestino e del peritoneo nello spazio tra retto e vagina (tasca del Douglas) responsabile il più delle volte di compressione sul retto con conseguente stipsi. In caso di stipsi ostruttiva (SOD o Sindrome da Ostruita Defecazione)la terapia è prevalentemente chirurgica e dovrebbe essere preceduta da opportuna terapia con catartici.
Detto anche ossiuro, è un verme nematode, lungo circa 5-10 mm (verme a spillo); è all'origine dell'ossiuriasi.
Infiammazione acuta o cronica della mucosa dell'intestino tenue. Può presentare distribuzione segmentaria o, più spesso diffusa, investendo altri tratti del tubo digerente (gastro-enteriti, entero-coliti ecc.). Dal punto di vista eziologico, le enteriti possono essere: 1) primitive, dovute a infezioni (batteri, virus, parassiti, miceti) o farmaci; 2) secondarie, in corso di stati tossici, allergopatie, endocrinopatie ecc.
Le forme acute vengono di solito sostenute da infezioni virali, batteriche (colera, tifo, salmonellosi), micotiche o parassitarie, da tossici (tossine batteriche, farmaci), allergie alimentari, assunzione di cibi o bevande molto fredde. Le forme croniche possono essere infettive (tubercolosi, AIDS), tossiche (uremiche nell'insufficienza renale cronica, etiliche, da piombo), dovute ad allergia o intolleranza alimentare (morbo celiaco), a patologie immunitarie oppure a patologie non ancora certa (morbo di Crohn). I sintomi sono diarrea (con feci liquide, maleodoranti e ricche di alimenti non digeriti), febbre, disidratazione, astenia, dolori addominali; si aggiungono nelle varianti croniche calo di peso per malassorbimento, steatorrea, anemia, ipoproteinemia e altri disturbi sistemici. Le enteriti spesso sono associate a gastrite e a colite, soprattutto nei processi infettivi, allergici e tossici. La terapia consiste nell'uso di antibiotici sistemici e non assorbibili, sulla reidratazione, spesso sospendendo l'alimentazione orale e passando a quella parenterale, sul riposo a letto; in alcuni casi vengono utilizzati i cortisonici (morbo celiaco, morbo di Crohn) e il cromoglicato di sodio (enterite allergica), o altri farmaci specifici.
Asportazione chirurgica di un tratto di lunghezza variabile dell'intestino tenue.
Protozoo che genera l'amebiasi. È caratterizzato dall'assenza di rivestimenti e dalla capacità di emettere pseudopodi, che gli consentono di muoversi in ogni direzione (movimenti ameboidi) e di cibarsi.L'infezione viene contratta per via diretta (contagio inter-umano) o indiretta (acque o cibi contaminati), lo stadio infettivo è comunque sempre provocato dalla cisti protozoica. A livello dell'ileo distale inizia l'excistamento, i trofozoiti si moltiplicano e invadono le mucose causando ulcerazioni, emorragie e disturbi funzionali. Possono giungere nel torrente circolatorio e da qui arrivare a livello epatico e polmonare.I trofozoiti sono una forma estremamente mobile grazie agli pseudopodi di cui sono forniti. Sono in grado di accrescersi e di moltiplicarsi e si nutrono dei tessuti con i quali vengono in contatto. Nei tessuti umani può trovarsi sempre e solo il trofozoite.Solo nell'intestino, e soprattutto nell'ultimo tratto del colon, il trofozoite si libera di tutte le sostanze ingerite, passando ad uno stadio precistico e successivamente cistico. In questa fase il protozoo è circondato da una membrana sottile. Il nucleo viene suddiviso in due e quindi ulteriormente in due, arrivando così ad avere quattro nuclei. Questa cisti rappresenta lo stadio con cui il protozoo penetra in altri organismi tramite l'ingestione di alimenti contaminati.
Una volta ingerite e giunte nell'intestino, le cisti si rompono ed emettono il protoplasma (stadio di metacisti). Il protoplasma si suddivide in quattro parti, una per ogni nucleo, dando origine ai trofozoiti metacistici.
Attraverso l'azione dei loro enzimi, scavano piccole cavità nello spessore della mucosa intestinale, dove sono localizzati. I principali sintomi sono dissenteria amebica, che può essere assocata a manifestazioni infiammatorie quali la rettocolite ulcerosa e l'epatite colliquativa amebica.
Anticoagulante analogo dell'eparina, che può essere utilizzato per via sottocutanea in monodose giornaliera. Viene impiegato nella terapia delle malattie tromboemboliche e nella profilassi dell'embolia polmonare negli interventi ortopedici. Controindicata invece in presenza di eventi emorragici, non deve essere associata ad aspirina e FANS.
Antibiotico appartenente al gruppo dei chinolonici indicato prevalentemente per le infezioni delle vie urinarie.
Come tutti i chinoloni agisce interrompendo la replicazione delle molecole dell'acido deossiribonucleico nei batteri. Fra gli effetti collaterali sono contemplati tachipnea, convulsioni, episodi di emorragie.
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