Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Sinonimo di epatoma. Detto anche carcinoma epatocellulare, è un tumore maligno primitivo del fegato. Alle nostre latitudini, l'epatoma è molto meno comune rispetto alla patologia metastatica del fegato: è invece molto diffuso in alcune zone dell'Africa e del Sud-Est asiatico. Tutte le epatopatie croniche possono teoricamente subire una degenerazione, ma è un fatto che in quasi la metà dei casi di epatoma è associata una cirrosi: tutte le cirrosi - infatti - ma soprattutto quella virale (tipo B ed, in particolar modo, tipo C), quella alcolica e quella emocromatosica tendono alla trasformazione maligna. La sintomatologia non è specifica ed è costituita, inizialmente, da dolore addominale, perdita di peso, deterioramento delle condizioni generali, epatomegalia, presenza di una massa addominale, febbre. Successivamente possono presentarsi ittero ingravescente e tutti i segni classici dell'insufficienza epatica. I test biochimici sono solitamente di scarso aiuto, ad eccezione dell'aumento di alfa-fetoproteina nel siero (dato, questo, che suggerisce la diagnosi ma non sempre può affermarla con assoluta certezza). Utili ai fini della diagnosi sono l'ecografia, la scintigrafia, la TAC, la risonanza magnetica, l'arteriografia epatica e la biopsia. L'andamento della malattia diviene rapidamente progressivo, spesso nonostante gli approcci terapeutici. Questi prevedono fondamentalmente la resezione chirurgica (quando possibile), l'embolizzazione dell'arteria epatica con chemioterapia (chemoembolizzazione), l'ablazione del tumore con infusione percutanea eco-guidata di alcol (alcolizzazione) e - in fase sperimentale - immunoterapia e terapia genica.
L'epatite è l'infiammazione del fegato, può essere dovuta a cause diverse: virus, farmaci, alcool, ecc.
Le epatiti possono essere:
* Acute (epatite virale e epatite suppurata).
* Croniche (soprattutto in presenza di cirrosi epatica).
L'epatite acuta virale è un processo con caratteristiche infiammatorie del fegato che porta a rigonfiamento cellulare degli epatociti infetti, flogosi, rigenerazione epatocitaria.
Le epatiti virali vengono distinte da una lettera dell'alfabeto (A, B, C, D ed E) e presentano diverse caratteristiche e soprattutto pericolosità.
Si trasmettono generalmente tramite sangue infetto (es. tatuaggi, trasfusioni, scambio di siringhe), con la saliva o altre secrezioni durante rapporti sessuali non protetti.
Solo le epatiti di tipo A ed E si trasmettono tramite via orale o fecale.
I sintomi possono essere ittero, inappetenza, vomito, febbre, diarrea, rash cutanei, artralgie. Nel caso dell'epatitite C spesso non ci sono sintomi, tranne stanchezza e perdita di peso.
Esiste un vaccino molto efficace che però deve essere sempre modificato perchè il virus è soggetto a trasformazioni. I farmaci utilizzati per la terapia sono interferone e ribavirina.
Farmaco anticoagulante. Possiede un'azione molto rapida: in 10 minuti riesce a bloccare il fattore X di coagulazione e la trombina. Viene somministrata per la prevenzione di trombosi profonda degli arti inferiori, embolia polmonare, fibrillazione atriale, e per prevenire la coagulazione del sangue sulle superfici artificiali in caso di circolazione extracorporea e di emodialisi. L'esistenza di un antidoto, il solfato di protamina, consente di bloccare in 15 minuti l'eparina somministrata. L'iniezione intramuscolare dà origine facilmente a ematomi, perciò viene somministrata nella sua forma salina per via sottocutanea (eparina calcica) o endovenosa (eparina sodica). Non sono frequenti le reazioni di ipersensibilità. Nel corso del trattamento possono verificarsi trombocitopenie e produzione di anticorpi anti-eparina. La somministrazione è controindicata in caso di emorragia in atto, minaccia di aborto, ipertensione arteriosa grave, epatopatie, lesioni del tratto gastroenterico. La produzione di eparina avviene attraverso la sua estrazione da alcuni organi come polmone e fegato di bue e mucosa intestinale di suino. Le eparine porcine e quelle a basso peso molecolare (oggi disponibili) provocano in minor misura, rispetto a quelle bovine, la produzione di anticorpi. Le eparine a basso peso molecolare (per esempio, nadroparina, enoxaparina) interferiscono meno con le piastrine e inibiscono solo il fattore X di coagulazione ma non la trombina: perciò è meno elevato il rischio di emorragia. La loro efficacia è perlomeno uguale a quella dell'eparina classica, con il vantaggio di richiedere minori controlli e causare minori complicanze.
Polisaccaride presente sulla membrana delle cellule endoteliali, che possiede azione anticoagulante. Collabora all'azione antitrombotica dell'antitrombina III.
Tipo di globulo bianco di 10-15 µm di diametro che presenta un nucleo bilobato e un citoplasma provvisto di numerosi granuli, colorabili con un colorante acido, l'eosina. I granulociti eosinòfili nascono nel midollo e la loro vita media dura poche ore nel sangue circolante, e alcuni giorni nei tessuti. La produzione midollare dei granulociti eosinòfili e il loro rilascio vengono regolati da fattori che stimolano la formazione di colonie, specifici per gli eosinofili (E-CSF), e anche da prodotti del metabolismo di alcuni parassiti pluricellulari. I granulociti eosinòfili sono essenzialmente situati nei tessuti: infatti per ogni granulocito eosinòfilo presente in circolo ne esistono centinaia nei tessuti, in particolar modo nel tratto gastrointestinale, nella cute e nel parenchima polmonare. I granuli dei granulociti eosinòfili possiedono al loro interno numerosi enzimi che esercitano un'intensa attività antibatterica, nonché di inibizione delle reazioni allergiche e dell'attività del complemento. L'attività dei granulociti eosinòfili è efficace soprattutto nella difesa dai parassiti pluricellulari, in particolare dai vermi. I granulociti eosinòfili costituiscono soltanto una piccola percentuale dei globuli bianchi nel sangue circolante (1-5%).
Abnorme aumento in percentuale e in assoluto della quantità dei granulociti eosinofili nel sangue. Le cause principali sono: farmaci, infezioni parassitarie, malattie allergiche, collagenopatie, neoplasie maligne, sindromi ipereosinofiliche.
Termine con cui a volte sono indicati, in psichiatria, il travestitismo e il transessualismo; la parola deriva dal nome del diplomatico francese Charles d'Eon, che aveva l'abitudine di vestire abiti femminili.
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