Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'insieme del martello, dell'incudine e della staffa, che fanno parte dell'orecchio medio. Gli ossicini sono i tre ossi più piccoli del corpo umano.
Servono a trasmettere i suoni dall'aria al fluido contenuto nel labirinto (coclea). L'assenza degli ossicini costituirebbe causa di moderata o severa perdita di udito.
Ricostruzione della catena degli ossicini dell'orecchio.
L'intervento può essere fatto con protesi d'acciaio o di altro materiale, ma i risultati migliori si ottengono impiegando tessuto osseo prelevato dalla squama del temporale o ossicini autogeni (provenienti cioè dal medesimo soggetto), oppure con impianto di tessuti prelevati da cadavere (omoinnesti).
L'ossiculoplàstica può essere totale o parziale, riguardando, cioè, tutta la catena o solo uno o due ossicini.
enzima in grado di promuovere reazioni chimiche ossidative.
Le ossidasi sono assai diffuse nelle piante e ad esse si debbono molti degli imbrunimenti che si verificano così di frequente, quando tessuti vegetali tagliuzzati siano esposti all'aria.
L'azione delle ossidasi si può verificare facilmente se un estratto acquoso di tessuti vegetali viene addizionato con qualche goccia di tintura fresca di resina di guaiaco; si osserva allora di frequente una colorazione azzurra, derivante dall'ossidazione della resina di guaiaco; reazioni analoghe possono essere date da alcune ossidasi sopra lo ioduro di potassio, così che si mette in libertà iodio, o sulla benzidina che diventa azzurra o sul pirogallo che dà un corpo rosso cristallino, la purpurogallina. Tali reazioni sono spesso assai sensibili e possono valere a svelare la presenza di ossidasi non solo in estratti vegetali, ma anche nei tessuti stessi nei quali tali fermenti si formano e si localizzano. Però tali reazioni non sono costanti in tutti i tessuti vegetali; se invece, disposta la reazione nei modi indicati, s'aggiunge anche acqua ossigenata, che è un attivissimo perossido, s'osserva che la reazione è di gran lunga più frequente. Si possono quindi distinguere due sorta di ossidasi: le une, che reagiscono ossidando già in presenza dell'ossigeno dell'aria, sono dette ossigenasi; altre invece, assai più frequenti, che esercitano la loro azione in presenza di perossidi (come l'acqua ossigenata, il perossido di titanio, l'essenza di trementina vecchia), sono dette perossidasi.
Tra le più note ossigenasi sono da ricordare la laccasi del lattice del Rhus vernicifera, che dà l'annerimento al quale si deve il bel colore delle lacche giapponesi; la boletasi che ossida un fenolo, il boletolo, colorandolo in azzurro, ciò che è caratteristico del fungo velenoso Boletus satanas; la tirosinasi, assai più diffusa, che ossida la tirosina in bruno. L'importanza delle ossidasi è grandissima nei processi respiratorī delle piante.
Prodotto di associazione dell'emoglobina con l'ossigeno: costituisce la forma nella quale l'ossigeno viene trasportato dal sangue nei vari tessuti.
Si forma a livello dei capillari polmonari durante la respirazione e si scinde a livello dei tessuti, ai quali cede ossigeno, costituendo quindi il veicolo della distribuzione del-l'ossigeno nel corpo.
Processo di formazione del tessuto osseo che consiste essenzialmente nella differenziazione degli osteoblasti. Nel corso di tale processo si creano dei centri di ossificazione: zone di connettivo o di tessuto pericondrale fetale, in cui si formano i primi elementi di tessuto osseo; sono numerosi e si sviluppano in varie epoche della vita fetale, secondo le ossa cui si riferiscono.
Quello osseo è l'ultimo tessuto, in ordine tempo, a iniziare a essere prodotto durante la gestazione (terzo mese)e il processo di ossificazione continua per circa i primi 25 anni di vita dell'individuo quando tutte le ossa si sono formate. La crescita dell'osso risulta essere sotto il controllo dell'ormone della crescita nel periodo precede la pubertà, per poi passare sotto il controllo degli ormoni sessuali nel periodo successivo.
Processo fisiologico che consiste nella diffusione dell'ossigeno dall'aria negli alveoli dei polmoni al sangue dei capillari polmonari, dove esso si lega all'emoglobina contenuta all'interno dei globuli rossi. Questo processo, così come quello inverso subito dall'anidride carbonica (CO2), che dal sangue dei capillari polmonari si diffonde nell'aria alveolare, è possibile in virtù della differenza di pressione parziale dell'aria alveolare e quella dei gas presenti nel sangue. Nell'aria alveolare infatti l'ossigeno ha una pressione di 100 mmHg, l'anidride carbonica di 40; nel sangue venoso l'ossigeno ha pressione di 40 e l'anidride carbonica di 46: cosicché ogni gas passa dal luogo in cui ha pressione maggiore verso quello dove ha pressione minore. In questo modo nel sangue in uscita dai capillari polmonari l'ossigeno avrà una pressione parziale di 100 mmHg, l'anidride carbonica di 40. Ogni alterazione degli scambi gassosi a livello polmonare può essere causa di insufficienza respiratoria, caratterizzata da una riduzione della pressione parziale dell'ossigeno nel sangue arterioso. Un altro tipo di ossigenazione è invece quello che consiste nell'ossidazione di una sostanza per fissazione dell'ossigeno.
Elemento chimico, costituente fondamentale della materia vivente. Oltre a entrare nella composizione dell'acqua, esso è presente nella struttura dei carboidrati, delle proteine, dei lipidi e della maggior parte dei composti chimici di cui sono formati le cellule e i tessuti. Il suo apporto continuo e regolare assicurato dalla respirazione, che consente di introdurre all'interno degli alveoli polmonari l'ossìgeno contenuto nell'aria ambiente (nella percentuale del 20,9%), è essenziale per la vita. Attraverso il processo di ossigenazione a livello polmonare l'ossìgeno si lega all'emoglobina dei globuli rossi e in parte si scioglie nel plasma. In questo modo l'ossìgeno viene trasportato ai tessuti periferici, dove avviene la vera e propria utilizzazione, a livello della cosiddetta "respirazione cellulare". Grazie agli enzimi della catena respiratoria, l'ossìgeno consente l'ossidazione di substrati (carboidrati e lipidi) e la produzione dell'energia indispensabile al mantenimento dei processi vitali (metabolismo aerobio). In carenza di ossìgeno (che si verifica negli stati di grave insufficienza respiratoria o cardiocircolatoria) le cellule vanno rapidamente incontro ad alterazioni profonde e irreversibili, fino alla morte (necrosi). Le cellule del sistema nervoso centrale sono estremamente sensibili all'anossia (mancanza di ossìgeno) e lesioni irreversibili possono instaurarsi nel breve volgere di 3-5 minuti.
Altre cellule sono più resistenti e possono sopportare situazioni di anossia assai più a lungo, sfruttando le vie del metabolismo anaerobio.
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