Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Sali dell'acido ossalico.
Sostanza contenuta in abbondanza in certi alimenti, come gli spinaci, il rabarbaro, il cacao, il tè, le mandorle. Un aumentato assorbimento di àcido ossàlico, e quindi il suo passaggio in grandi quantità nelle urine, può essere causato da condizioni di malassorbimento (sindrome da polluzione batterica, malattie croniche infiammatorie intestinali, pancreatite cronica), da introduzione eccessiva di alimenti contenenti questa sostanza, e da una rara malattia ereditaria chiamata iperossaluria primitiva. La presenza di alte quantità di àcido ossàlico nelle urine può portare a malattie renali (nefropatia tubulo-interstiziale) e alla formazione di calcoli renali (calcoli di ossalato di calcio).
Disturbo del metabolismo caratterizzato da aumentata produzione ed eliminazione di acido ossalico nelle urine, di norma sotto forma di ossalato di calcio.
Essa può apparire con le note di una malattia diatesica legata o meno ad altre alterazioni del ricambio (diatesi ossalica), oppure quale espressione di errori metabolici a carico delle sostanze formatrici dell'acido ossalico o di difetti funzionali degli organi che presiedono al suo metabolismo, nel qual caso sarebbe più giusto parlare di ossaluria sintomatica. È questa la forma più frequente e meglio studiata di ossaluria.
Per la cura si consiglia una dieta povera di alimenti ossalofori e ossaligeni, l'uso dei mezzi che favoriscono la solubilità dell'acido ossalico, nonché di quelli (insulina) atti a influenzare il ricambio degli idrati di carbonio.
Tecnica osservativa atta a valutare lo sviluppo delle capacità motorie dell'individuo nei primi anni di vita. Ha lo scopo di identificare precocemente le funzioni motorie lese, al fine di individuare la tecnica fisioterapica più opportuna.
Fenomeno psico-patologico che si manifesta con l’insorgenza di un’idea o di una qualsiasi rappresentazione mentale, che, accompagnata da un sentimento d’ansia, si impone al soggetto in modo insopprimibile, e lo trascina a compiere determinati atti o ad astenersi da altri, o a fissarsi su determinati pensieri.
L’ossessivo è consapevole dell’insensatezza di tali atti e idee, e si impegna in una lotta per sottrarsi al dominio delle sue ossessioni. Con una certa frequenza riesce a mitigare l’ansia di questa lotta ricorrendo a rituali e cerimoniali.
Le ossessioni possono presentarsi come dubbi, come scrupoli, come attrazione dello sguardo su un determinato oggetto o, al contrario, come timore di essere osservato; come la necessità di pronunciare determinate parole (onomatomania), di almanaccare su questioni irresolubili (mania metafisica), di far calcoli (aritmomania); oppure (è il caso delle idee di contrasto) possono essere costituite da rappresentazioni lascive o blasfeme durante una pratica religiosa, o dalla tentazione di far del male all’essere più amato, senza mai passare all’azione ma aggrovigliandosi nelle contromisure difensive, nello sconforto, nell’autocondanna.
Nell’ossessione si tende a vedere la realizzazione diretta o simbolica di istinti o desideri repressi oppure rimossi, un’organizzazione repressiva della vita psichica, in cui alla rappresentazione vitale si sostituisce una rappresentazione artificiale, stereotipa che nei suoi simboli rispecchia un conflitto irrisolto.
L'ossessione, che in particolari condizioni può presentarsi anche in individui normali, diventa patologica allorché interferisce nella vita e nell'attività del soggetto. È sintomo caratteristico della psiconevrosi ossessiva.
Il disturbo ossessivo-compulsivo, generalmente chiamato DOC, è caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.
Caratteristiche essenziali del disturbo sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti che creano allarme o paura e che costringono la persona a mettere in atto comportamenti ripetitivi o azioni mentali. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi che si presentano più e più volte e sono al di fuori del controllo di chi li sperimenta. Tali idee sono sentite come disturbanti e intrusive, e, quando non si è preda dell'ansia, sono giudicate come infondate ed insensate. Le compulsioni vengono anche definite rituali o cerimoniali e sono comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (contare, pregare, ripetere formule mentalmente) messi in atto per ridurre il senso di disagio e l'ansia provocati dai pensieri e dagli impulsi tipici delle ossessioni; costituiscono, cioè, un tentativo di elusione del disagio, un mezzo per cercare di conseguire un controllo sulla propria ansia.
Farmaco ad azione spasmolitica, attivo principalmente sulla muscolatura liscia vescicale. E' efficace nella terapia della vescica instabile, vescica neurologica, "urge incontinence".
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