Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Valore di pressione osmotica posseduto dal plasma, legato nella quasi totalità all'attività osmotica del sodio sotto forma di cloruro e bicarbonato.
I valori normali dell'osmolalità plasmàtica sono pari a circa 300 mOsm/kg di acqua. Sono dette rispettivamente isotoniche, ipotoniche e ipertoniche soluzioni che posseggono pressione osmotica uguale, inferiore e superiore a quella del plasma. Il mantenimento della omeostasi idrosalina, e quindi dei normali valori di osmolalità plasmàtica, è dovuto a due meccanismi principali: il senso della sete, che regola l'introduzione di acqua nell'organismo, e l'attività renale, che regola l'eliminazione dall'organismo di acqua e sali.
Cellule sensibili alle variazioni della pressione osmotica del plasma; situate nell'ipotalamo, regolano l'attività dei nuclei sopraottici da cui dipende la secrezione dell'ormone antidiuretico, messo in circolo dalla neuroipofisi.
Tali neuroni si attivano quando l'osmolarità dei liquidi extracellulari aumenta e l'acqua tende quindi a fuoriuscire dai recettori stessi; il segnale nervoso trasmesso dalla periferia all'ipotalamo favorisce la liberazione dell'ormone antidiuretico che, portando al recupero renale di acqua, riduce l'osmolarità. In caso di riduzione dell'osmolarità il meccanismo è speculare.
Diffusione spontanea, unidirezionale, di un solvente attraverso una membrana semipermeabile posta tra due soluzioni di quello stesso solvente.
Caratteristica dell'osmosi è che il verso del flusso è diretto sempre dalla soluzione a minore concentrazione verso quella a concentrazione maggiore, con conseguente diluizione della stessa: il fenomeno di diffusione prosegue finché le due soluzioni non raggiungono la stessa concentrazione. La membrana deve essere però in grado di impedire il passaggio delle molecole o degli ioni del soluto, ma non quello delle molecole del solvente: ciò avviene, per esempio, con le membrane cellulari.
Struttura sanitaria, pubblica o privata, destinata al ricovero di ammalati che necessitano di assistenza sanitaria continuativa o di cure e di esami clinici non praticabili, per la complessità degli strumenti diagnostici e terapeutici, né ambulatoriamente né domiciliarmente. Gli enti ospedalieri sono tenuti per legge a ricoverare i cittadini, anche se stranieri, per malattia, infortunio o maternità anche se non sono assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale. Č il medico di guardia che decide sulla necessità del ricovero. A seconda del numero e del tipo di reparti di specializzazione presenti nella struttura, gli ospedali si dividono in ospedali di zona, che devono essere dotati dei reparti di medicina generale e chirurgia, oltre che di pediatria e ostetricia-ginecologia; ospedali provinciali, che hanno in più sezioni di ortopedia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, neurologia, dermatologia, odontoiatria, malattie infettive; ospedali regionali, che offrono assistenza a un bacino di utenza di almeno un milione di persone e possiedono anche divisioni di cardiologia, cardiochirurgia, neurologia, chirurgia plastica, chirurgia toracica, medicina legale.
L'ospedale può anche ospitare centri di formazione medica e sezioni di ricerca oltre che scuole professionali per il personale sanitario e paramedico.
Le ossa sono organi essenziali per l'apparato locomotore (nell'uomo se ne contano circa 200) e sono costituite per la massima parte da un tessuto connettivo particolare, il tessuto osseo, che si distingue in compatto e spugnoso; altre componenti delle ossa sono il periostio, un tessuto connettivo che le ricopre esternamente, e l'endostio, che invece ricopre le cavità interne, le parti cartilaginee e il midollo osseo, un tessuto interno con attività emopoietica (ossia di produzione di elementi del sangue).
Le ossa possono essere suddivise in tre grandi gruppi, a seconda della forma: ossa lunghe, brevi, larghe (o piatte). Le prime (ulna, tibia, perone e altre) hanno forma allungata e sono formate da una parte tubolare (la diafisi) e dalle parti terminali (le epifisi ossee). Le ossa brevi hanno le tre dimensioni pressoché uguali (vertebre, tarso ecc.) e sono formate prevalentemente da tessuto spugnoso, rivestito da tessuto compatto.
Le ossa larghe hanno lunghezza e larghezza nettamente superiori allo spessore (ossa della volta cranica) e sono composte da due strati di tessuto osseo che racchiudono un tessuto spugnoso (diploe). Il tessuto osseo è molto resistente, ma se viene sollecitato eccessivamente le ossa possono rompersi, ossia fratturarsi; tuttavia le ossa sono gli unici organi in grado di guarire ripristinando la loro struttura primitiva. Oltre alla loro importanza per l'apparato locomotore e alle funzioni di protezione degli organi interni (gabbia toracica), un'altra importante funzione delle ossa è quella di fungere da riserva di calcio e fosforo per l'organismo.
Prodotto del metabolismo che si forma nelle cellule in una tappa del ciclo di Krebs, per ossidazione dell'acido malico.
L'àcido ossalacètico è anche prodotto dall'acido aspartico attraverso un processo di transaminazione, che consente l'utilizzazione degli aminoacidi asparagina e acido aspartico per la neosintesi del glucosio.
Sali dell'acido ossalico.
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