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Sinonimo di adriamicina. Farmaco antitumorale che viene classificato fra gli antibiotici ed esplica la sua azione attraverso meccanismi diversi fra cui il più importante consiste nella capacità di legarsi al DNA distorcendone e alterandone struttura e funzione. Si tratta di uno dei farmaci inibitori dello sviluppo cellulare più importanti ed efficaci ma può risultare molto tossico per il cuore con effetti collaterali anche sul midollo osseo.
Detta anche omento, rappresenta ciascuna delle due ripiegature del peritoneo viscerale che vengono distinte in base alla loro ampiezza in grande omento o legamento gastro-colico, formazione sierosa quadrangolare che deriva dal mesogastrio e dal mesocolon che ricopre la massa intestinale e le formazioni vascolari e nervose nella maniera di un grembiule e piccolo omento o legamento gastro-epatico ripiegatura peritoneale che dal fegato arriva allo stomaco e al duodeno inglobando coledoco, arteria epatica e vena porta.
Detta anche adrenalina, è un ormone elaborato dalla parte midollare del surrene, dai neuroni di mesencefalo e diencefalo e dai gangli simpatici, detta anche epinefrina; si ottiene anche per sintesi chimica. Scoperta agli inizi del secolo, l'adrenalina venne usata a lungo come terapia del collasso cardiaco e anche oggi trova alcuni impieghi come cardiotonico. Infatti la sua azione stimola le terminazioni del sistema nervoso simpatico, agendo da vasocostrittore, elevando la pressione arteriosa e ridistribuendo il flusso sanguigno verso cuore, muscoli e cervello. Altri suoi effetti sono l'inibizione dei processi digestivi, il miglioramento della respirazione, la dilatazione di pupille e bronchi e la stimolazione del metabolismo. La sua produzione, che in condizioni psicofisiche normali è a livelli minimi, viene enormemente aumentata quando si verificano particolari situazioni di eccitazione emotiva o di ansia.
L'epilessia musicogena rappresenta una forma rara che rientra nel gruppo delle epilessie riflesse ossia quelle in cui lo stimolo scatenante la crisi ha carattere sensoriale.Gli attacchi sono provocati dall'ascolto prolungato di musica di qualsiasi tipo anche se gli studiosi credono che i brani poco orecchiabili nei quali sono coinvolti numerosi strumenti e le melodie capaci di creare una forte risposta emozionale come certe composizioni di Richard Wagner costituiscano degli importanti stimoli epilettogeni. Le crisi possono nascere anche a causa di rumori come il fischio di un bollitore, lo squillo di un telefono e il rintocco delle campane. In alcuni pazienti gli attacchi si manifestano anche se solo ripercorrono mentalmente un determinato brano musicale.Le crisi che durano da pochi secondi a un paio di minuti insorgono con tremori, afasia, convulsioni fino alla perdita di coscienza. Generalmente vengono precedute da una sensazione crescente d'angoscia e di agitazione associata tachicardia e aumento della frequenza respiratoria.
I circa venti tipi di farmaci impiegati per curare le più comuni forme di epilessia risultano efficaci nella maggior parte dei casi di tipo musicogeno. Quando possibile, in caso di crisi frequenti e che non rispondono alla terapia farmacologica, si può ricorrere alla chirurgia asportando la piccola area del cervello da cui hanno origine gli impulsi elettrici che scatenano gli attacchi.
Intervento chirurgico che consiste nell' asportazione dell'epiglottide, eseguito in caso di neoplasie, specialmente carcinomi a cellule squamose, che investono la faccia laringea dell’epiglottide. I sintomi di questi tumori sono una sensazione di avere un corpo estraneo in gola e a volte dolori alle orecchie.
Formazione fibro-cartilaginea mediana impari che appartiene alla laringe di cui costituisce una delle cartilagini mobili. Collocata in posizione mediana ha forma di foglia ovalare legata con una sorta di piccolo legamento tireo-epiglottico alla cartilagine tiroidea al di sopra dell' inserzione delle corde vocali. Durante la deglutizione si abbassa sull'apertura superiore della laringe chiudendola e impedendo in tal modo il passaggio del cibo passi all'interno delle vie aeree.
È incurvata ad S sul piano sagittale e, vista dalla faccia posteriore, risulta convessa in alto e concava in basso. Nello stato di riposo (quando non si parla né si deglutisce) è obliqua dal basso verso l'alto e in avanti e indietro.
I legamenti che interessano l'epiglottide, oltre al già citato legamento tiroepiglottico sono il legamento ioepiglottico, che unisce il corpo dell'osso ioide alla faccia anteriore dell'epiglottide e consente il ritorno alla posizione di riposo dopo la deglutizione; il legamento glossoepiglottico; il legamento faringoepiglottico. Il nervo glossofaringeo (NC IX) invia all'epiglottide superiore fibre che concorrono a una parte del riflesso faringeo. Il ramo laringeo superiore del nervo vago (NC X) invia all'epiglottide inferiore fibre che contribuiscono alla parte afferente del riflesso della tosse.
Un malfunzionamento dell'epiglottide può permettere al cibo di entrare nelle vie aeree inferiori e raggiungere i polmoni.
Nei bambini, l'epiglottide a volte può essere infettata dai batteri Haemophilus influenzae o Streptococcus pneumoniae. Nonostante si tratti di un'infezione facilmente curabile, questa condizione costituisce un'emergenza medica perché senza alcun trattamento l'epiglottide può gonfiarsi e bloccare la trachea, dando luogo ad un'infiammazione massiccia. Una simile infiammazione è però rara nei paesi dove è disponibile il vaccino contro Haemophilus influenzae (HIB). L'infezione è denominata anche epiglottìte o epiglottidite.
Studio delle modifiche chimiche, a carico del DNA o delle regioni che lo circondano, che non coinvolgono cambiamenti nella sequenza dei nucleotidi. Tali modifiche regolano l’accesso dei fattori di trascrizione ai loro siti di legame sul DNA e regolano in modo diretto lo stato di attivazione funzionale dei geni. Poiché l’esperienza ambientale modula i livelli e la natura dei segnali epigenetici, essi sono considerati fondamentali nel mediare la capacità dell’ambiente di regolare il genoma. L’e. svolge un ruolo fondamentale in tutti i processi di riorganizzazione o ristrutturazione neurale, compresi quelli che presiedono alla plasticità cerebrale.
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