Di seguito tutti i lemmi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Disturbo della visione binoculare causato da una difficoltà di convergenza dei globi oculari. Deviazione latente dell’asse visivo verso l’interno; spesso si associa a ipermetropia.
L'occhio ipermetrope deve sempre utilizzare l’accomodazione, (variazione di spessore del cristallino provocata dai muscoli ciliari), per mettere a fuoco un oggetto anche a distanza infinita.
La convergenza nell’ipermetrope è sempre maggiore di un emmetrope perché di tipo accomodativo, infatti è necessaria una accomodazione maggiore anche per distanza.
Spesso gli ipermetropi per l’eccessiva convergenza presentano una esoforia o addirittura una esotropia sia per distanza che per vicino.
In questi soggetti è possibile ridurre la convergenza, e quindi la esodeviazione, correggendo in parte o tutta l’ipermetropia.
Deviazione latente dell'asse visivo verso l' interno. E' spesso associata a ipermetropia. Quando si guarda un oggetto collocato a distanza finita, gli assi visivi dei due occhi sono costretti a modificare il loro assetto, da parallelo a convergente sul piano orizzontale fino a formare un angolo con il vertice sull'oggetto osservato. Quanto più vicino si trova l'oggetto osservato, tanto maggiore sarà la rotazione dei due bulbi oculari verso il naso. La rotazione dei bulbi oculari verso il naso è chiamata convergenza e si ottiene attraverso la contrazione dei muscoli estrinseci (oculomotori), in particolare dei retti mediali o interni. In situazioni normali, cioè quando la convergenza dei due assi avviene senza alcuna difficoltà, si ha ortoforia, ossia i due muscoli antagonisti di ogni singolo occhio, che controllano la rotazione dei bulbi oculari sul piano orizzontale, sono fra di loro in equilibrio. Se l' exoforia è di lieve entità e il soggetto possiede una sufficiente riserva fusionale di convergenza, è sufficiente non esagerare con i tempi di utilizzo continuativo della visione da vicino e rassegnarsi a convivere con l' exoforia.
Se invece l'affaticamento è tale da non consentire una visione da vicino sufficientemente confortevole, si può ricorrere all'uso di occhiali che oltre alla compensazione del difetto refrattivo (presbiopia, ipermetropia, miopia, astigmatismo) riescono a ridurre di una determinata quantità la richiesta di convergenza, utilizzando opportunamente la correzione prismatica.
Tumori costituiti per la maggior parte da carcinomi di origine epiteliale di tipo squamoso o spinocellulare con una minima quota di origine ghiandolare adenocarcinomi. vengono sviluppati soprattutto in tarda età mentre le condizioni predisponenti sono tutte costituite da infiammazioni, esofagiti, i disturbi neuromuscolari, acalasia e le condizioni che rappresentano stimoli irritativi cronici, in special modo se associati all'uso smodato di alcol o tabacco. Una parte significativa di tumori dell'esofago è associata alla presenza di una particolare forma di lesione precancerosa della mucosa esofagea conosciuta come esofago di Barrett, la quale determina una metaplasia con assunzione di caratteri tipici delle tonache gastrica e duodenale. Segni sospetti da non trascurare specialmente in eta avanzata sono: la difficoltà a deglutire sempre piu marcata, un aumento della salivazione, scialorrea, un singhiozzo inspiegabile e continuo. I tumori dell'esofago sono spesso incurabili e quando sia tecnicamente possibile la chirurgia offre qualche possibilità palliativa mentre nei casi inoperabili i risultati offerti dalla chemioterapia o la radioterapia sono scarsi e non duraturi.
Tratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco. La sua lunghezza è di circa 25 cm e la larghezza di 2. Occupa la parte inferiore del collo porzione cervicale e scorre verticalmente nel torace dietro la trachea e davanti alla colonna vertebrale; tra i due polmoni attraversa il diaframma in corrispondenza dell'anello esofageo e dopo un breve tratto di porzione addominale sbocca nello stomaco attraverso un'apertura chiamata cardias. Nell'ambito del suo decorso presenta tre restringimenti corrispondenti rispettivamente alla cartilagine cricoide, alla biforcazione della trachea e all orifizio del diaframma. Le pareti dell' esofago sono formate da tre tuniche sovrapposte: una muscolare che va a formare l impalcatura di sostegno; una mucosa che aderisce alla prima e una sottomucosa molto spessa che si interpone fra le altre due. All'esterno della tunica muscolare si trova uno strato avvolgente fatto di tessuto connettivo lasso che nella porzione addominale a sua volta viene ricoperto da una tunica sierosa che dipende dal peritoneo. All'interno dell'esofago il cibo masticato scende verso lo stomaco grazie, durante il passaggio, a movimenti peristaltici, senza però subire modificazioni.
Infiammazione dell esofago causata dalla risalita di succo gastrico o enterico-biliare. A causa del venir meno dei meccanismi fisiologici di protezione costituiti dallo sfintere esofageo inferiore, dall'angolo che il cardias forma con l esofago e dai legamenti diaframmatico-esofagei, più spesso in corso di ernia iatale, la mucosa del terzo inferiore dell'esofago viene a contatto con liquidi biologici a pH fortemente acido o basico; a questa situazione consegue un'infiammazione ingravescente che può degenerare nell'ulcera, nella stenosi esofagea e in alcuni casi anche in tumore.
Processo infiammatorio acuto o cronico a carico dell'esofago. L'esofagite catarrale per diffusione di flogosi dalle vie respiratorie superiori e dalla faringe ma anche per ingestione di sostanze e cibi irritanti ma anche cibi e bevande bollenti (per esempio te e riso nelle popolazioni asiatiche) sono le manifestazioni acute piu frequenti. In questi casi l'esofagite presenta un decorso cronico con arrossamento della mucosa e ipersecrezione di muco tra le complicanze; l'esofagite suppurativo-flemmonosa con formazione di ascessi o di infiltrati purulenti diffusi e possibile propagazione al mediastino. Le esofagiti dovute all'ingestione accidentale o suicidaria di sostanze chimiche acide o basiche sono forme alquanto gravi. Tra le cause frequenti di esofagite troviamo l'ernia iatale che comporta un reflusso gastro-esofageo responsabile di irritazione cronica della mucosa esofagea dovuta ai succhi gastrici acidi. Nelle esofagiti croniche si manifesta un ispessimento della tonaca mucosa con possibile formazione di aree di leucoplasia; esofagite cronica idiopatica ed infiammazioni croniche esofagee si possono avere anche in corso di lue terziaria tubercolosi sclerodermia e sarcoidosi. Sono Frequenti le esofagiti in corso di AIDS su base infettiva virale da herpes simplex virus e virus della varicella-zoster micotica da candida. I sintomi principali sono costituiti da dolori retrosternali e da deglutizione dolorosa ai quali si aggiunge la febbre, soprattutto nelle esofagiti acute. Emorragie e perforazioni sono le complicazioni nelle forme acute mentre nelle esofagiti croniche possono manifestarsi stenosi acalasie secondarie e tumori maligni da metaplasia gastrica dell' epitelio di rivestimento della porzione pre-cardiale dell'esofago. La diagnosi avviene per via endoscopica con prelievi bioptici multipli mentre la radiologia puo essere d aiuto nelle forme acalasiche e nel caso si sospettino degenerazioni neoplastiche. La terapia è diretta contro i microrganismi causali nelle forme infettive acute o croniche mentre si basa sulla somministrazione di cortisonici e di altri antinfiammatori nelle esofagiti in corso di malattie del collagene.
Vasi sanguiferi che che hanno il compito di vascolarizzare l' esofago. Sono quattro o cinque piccoli vasi che distribuiti alla parete dell'esofago e che si anastomizzano in alto con i rami esofagei dell'arteria tiroidea inferiore e in basso con i rami ascendenti dell arteria gastrica sinistra e dell'arteria frenica inferiore.
|